Sul metodo più idoneo per risolvere il problema degli ungulati il Consiglio della Fondazione non si è ancora espresso e neppure il Parco ed i Comuni. Ma oggi la priorità è proteggere il territorio da un’invasione dannosa e incontrollata. Il filmato il cui link è indicato al termine vuole essere un contributo audio-visivo verso la soluzione migliore
La parola ERADICAZIONE a noi non piace, non richiama valori di tutela ambientale e molto spesso non rappresenta la soluzione dei problemi. Temiamo che per quanto riguarda i danni fatti dagli ungulati all’Elba, l’eradicazione sarebbe un fallimento: tempi lunghi e costi altissimi, senza raggiungere il risultato. I cinghiali all’Elba ci sono da sempre, li abbiamo già eradicati una volta poco più di cento anni fa, ma la situazione era ben diversa.
In Europa come in Toscana esiste una sola razza di cinghiale SUS SCROFA, non esistono cinghiali ungheresi o maremmani (vedi www.mammiferi.org/cinghiale)
In Italia con l’arrivo delle armi da fuoco ed una pressione venatoria molto forte i cinghiali erano quasi scomparsi, resistendo in poche zone circoscritte. In seguito all’abbandono delle zone rurali, l’aumento delle zone protette e anche per varie immissioni da zone a maggiore densità, il cinghiale si è reimpossessato del suo areale originario.
All’ Elba la densità è diventata insostenibile, in quanto sino ad oggi non sono state attuate politiche di gestione efficaci, anzi sino a poco tempo fa chi prendeva un cinghiale nel Parco veniva pesantemente sanzionato nel nome della biodiversità.
La priorità oggi sta giustamente cambiando, c’è un ritorno alla valorizzazione dei territori a vocazione agricola ed abbiamo il dovere urgente di difendere queste attività. Questo si può fare in modo semplice e rapidissimo, senza alcun mega progetto di eradicazione. I cinghiali sono molto intelligenti, tendono ad avvicinarsi spontaneamente all’ uomo e si fanno anche facilmente allevare, ma se minacciati stanno alla larga.
La Regione Toscana sta finalmente prendendo iniziative straordinarie per il contenimento del Cinghiale ma all’ Elba la situazione è degenerata a tal punto che serve un’azione ancora più incisiva.
Servono abbondanti gabbie gratuite da dare, insieme alla possibilità di abbattere gli ungulati nei propri terreni rimanendo proprietari dei capi abbattuti. Inoltre sarebbe anche auspicabile poterli rivendere in appositi canali commerciali da attivare sull’ Elba. In questo modo il risultato si ottiene in pochi mesi, ma non si conta tanto in animali morti quanto in animali scomparsi. Il cinghiale infatti è estremamente intelligente e se capisce che in una certa zona viene predato in modo costante se ne allontana subito. In pratica si realizzerebbe nuovamente quanto accadeva tanti anni fa quando i cinghiali si erano autorelegati in luoghi lontani dall’ uomo e dai coltivi. Il cinghiale non ha paura della gabbia come il pesce non ha paura della nassa, ma se in un certo territorio sa che l’uomo lo caccia con il fucile è certo che ne rimarrà lontano. Se poi la caccia venisse autorizzata costantemente in alcune zone del Parco ecco che il problema sarebbe definitivamente risolto.
L’indice di riproduzione degli ungulati infatti è legato all’ ampiezza e ricchezza di cibo della zona in cui abita.
Di recente la Commissione Ambiente della Fondazione ha avuto un incontro costruttivo con gli esponenti di Elba Consapevole, favorevoli all’eradicazione. Esistono punti di vista diversi ma siamo tutti d’accordo su una cosa: il problema esiste e va risolto. La priorità è difendere le attività umane ed in particolare il virtuoso ritorno all’ agricoltura. Noi riteniamo che Natura e Uomo possano tranquillamente convivere in armonia ma serve una gestione costante del territorio da pianificare e condividere.
Vedi Link:
COMMISSIONE AMBIENTE
Fondazione Isola d’Elba