Da due anni AssArmatori è la nuova confederazione degli armatori operanti in Italia, che rappresenta complessivamente gruppi che operano oltre 600 navi per un’occupazione diretta di circa 70.000 addetti. Attraverso il suo presidente Stefano Messina, che ha scritto al presidente del consiglio Giuseppe Conte ai ministri di Infrastrutture e Trasporti, Sviluppo Economico, Economia e Beni culturali e ai presidenti di varie di Regioni, Assarmatori in data 25 marzo ha chiesto che sia dichiarato lo stato di calamità naturale per il settore dei trasporti maritttimi e che siano estese alle aziende del comparto marittimo le stesse misure di supporto alla liquidità previste dall’art. 57 del DPCM 17 marzo 2020. “Non c’è tempo da perdere. — scrive il presidente — Senza interventi compensativi in tempi brevi, è a rischio la sopravvivenza stessa delle aziende di navigazione italiane operanti sul cabotaggio, le Autostrade del mare, e nei collegamenti con le isole”. L’associazione spiega che dopo i provvedimenti assunti per impedire il contagio fra i cittadini italiani, il segmento passeggeri del trasporto marittimo ha di fatto azzerato i ricavi, pur continuando a garantire i collegamenti per non interrompere gli approvvigionamenti di merci essenziali. “Ma proprio l’effetto combinato della caduta verticale, attuale e prospettica, dei traffici e quindi dei ricavi con il doveroso mantenimento dei servizi — aggiunge Messina — sta facendo scivolare tutte le compagnie del settore verso il punto di non ritorno”.