Ti chiedo scusa cucciolo, non siamo riusciti a salvarti nonostante averci fortissimamente provato. Ci ha provato chi ti ha trovato e ha contattato la sola realtà che sulla nostra piccola e splendida isola non si tira mai indietro quando ci sono animali in difficoltà, anche quando i casi sono disperati (potrei dire soprattutto). Ci ho provato io, che non sono nessuno, ma che casualmente partivo dallo scoglio e ti potevo portare al Cruma, quel centro di eccellenza che ha già curato tanti di voi selvatici elbani, senza purtroppo quasi mai ricondurli a casa. Sei stato accudito per un giorno da persone amorevoli e esperte, ma consce di dover far aumentare ancora le tue probabilità di sopravvivenza. Era necessario portarti lì, perché qui, a casa nostra, più che il cuore e i chilometri non possiamo metterci.
Per cui sei stato sistemato in una scatola con il fieno e la bottiglia dell’acqua calda e, dopo aver preso ancora un po’ di latte, ti ho ricevuto in consegna. Eravamo a piedi sul traghetto e già sapevo quanto ti avrebbero spaventato i rumori del garage. Non avevo calcolato le buche che poi avremmo trovato sulla superstrada per Livorno. Ti ho visto ansimare, che cosa potevo fare? Dovevi essere così frastornato, spaventato, solo in quella scatola, senza la tua mamma da due giorni. Ho cercato di non farti sentire troppo almeno la mia presenza incombente, piccolo scricciolo di 200 grammi, morbido come un piumino. Ma quando all’altezza di Rosignano ho controllato come tu stessi, quello che avevamo fatto di tutto per impedire, era successo. La tua morte, che per l’amor del cielo poteva accadere, mi ha fatto però pensare, con rabbia, a quanto fosse ingiusto che la tua vita fosse stata, per necessità, messa materialmente nelle mie mani e non in quelle di professionisti competenti, di cui pure a rigor di legge lo Stato, di cui tu sei “proprietà”, dovrebbe farsi carico.
Sai, in questi giorni si sta parlando molto di un’opera che attendiamo da tanto tempo sull’isola (è un obbligo che i comuni hanno da trent’anni e a cui non si sono ancora adeguati), e l’idea ti potrà sembrare spaventosa: si tratta di un canile. Ma questo canile, oltre a diventare un rifugio confortevole e temporaneo per cani che potranno essere seguiti da volontari ed essere adottati, potrà avere una zona dedicata ai gatti (e sono tanti qui all’Elba, perché della sterilizzazione si occupano solo le associazioni, mentre dovrebbe intervenire l’asl) e poi avrà un servizio di assistenza veterinaria ad apertura continuata sulle 24 ore.
Da questo progetto, che esiste in parte sulla carta e in parte nelle intenzioni dei decisori, potrebbe nascere persino qualcosa di più ambizioso. So che ti sembrerà strano, la gestione della fauna selvatica anche nelle fasi di emergenza veterinaria, dovrebbe essere prioritaria su un’isola, per di più vocata alla tutela e alla conservazione della natura. Sì, perché tu forse non lo sai e in effetti perché dovresti? ma l’isola d’Elba è sede del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Insomma, tutto questo per dirti, dolce creatura che non c’è più, che adesso, a breve, noi il nostro progetto lo realizzeremo, questa volta non ci fermeremo perché ci siamo, abbiamo battuto per resistenza persino la burocrazia, gli sgambetti, i cambi di giunta e di orientamenti politici. E lo faremo per te e tutti i selvatici che condividono la nostra stessa terra, per i nostri animali che spesso non hanno nessuna speranza solo perché viviamo su un’isola e per quelli che una famiglia non ce l’hanno.
Col cuore in mano, credo anzi con quello di tantissimi, mi rivolgo al Sindaco Montagna, alla GAT, al Sindaco del mio paese Angelo Zini e a tutti coloro che in questo frangente hanno l’opportunità di contribuire a posare davvero una pietra miliare per la civiltà dell’Elba, foss’anche solo per tutto il tempo che dietro a questa questione è stato impiegato (inutilmente), affinché procedano speditamente e convintamente a sciogliere gli ultimi ostacoli tecnici. Lo spazio polifunzionale, il canile dell’Isola d’Elba, deve sorgere al più presto, ed è nelle vostre attuali possibilità: non sprecatela.
In questo spazio non posso che pubblicamente anche ringraziare Animal Project per la dedizione e i sacrifici compiuti nell’interesse unico degli animali in difficoltà e il dottor Barsotti per il suo impegno continuo e la disponibilità.
Isabella Paladini