Ormai tutti sanno che le associazioni animaliste elbane, tanti singoli volontari ed alcune associazioni estere, da sempre si fanno carico in modo quasi totale delle problematiche legate all’abbandono ed al maltrattamento di cani e gatti ed alla gestione delle colonie feline.
Finalmente siamo arrivati, dopo una gestazione di oltre 15 anni, alla fase conclusiva della progettazione del Canile Comprensoriale. Nel momento in cui il servizio pubblico sarà attivato, l’isola si doterà anche di una clinica attrezzata per affrontare le patologie o i traumi più gravi, di un servizio di reperibilità 7/7 H24 (il che significa che ogni giorno ed a qualsiasi ora ci sarà un veterinario disponibile), di un servizio di recupero degli animali vaganti sul territorio.
Purtroppo, presa visione del progetto definitivo della struttura, che conferma tutte le perplessità che avevamo in precedenza espresso (dieci soli box destinati a canile rifugio, area di sgambamento di 40 mq. su 8000 mq disponibili) ci siamo rapportati con l’amministrazione di Portoferraio sollecitandone la modifica con una serie di soluzioni che garantiscano:
— la facilità di gestione degli animali (aumento del numero dei box dotati di ampi recinti di sgambamento dedicati ed in loro prossimità);
— l’accessibilità per i volontari ed i visitatori (in modo da facilitare le adozioni ed aumentare la sensibilizzazione verso i temi dei diritti degli animali) realizzando anche spazi attrezzati per la sosta;
— l’adeguata organizzazione dell’area gattile attraverso un progetto dettagliato.
Caratteristiche proprie, a parte il gattile, del primo progetto commissionato dalla Comunità Montana nel 2005 e sparite nelle successive rielaborazioni (a partire dal 2011).
In assenza di tali presupposti, la costruzione di un canile non in grado di rispondere alle necessità dell’isola ed a quelle del benessere degli ospiti a due e quattro zampe, sarà solo un’altra grande occasione perduta (con un impegno di denaro pubblico di almeno 750.000 euro) e rappresenterà un problema nel problema, che noi, naturalmente, non potremo condividere.
Al contrario, la creazione di un idoneo presidio territoriale sarà determinante per ricostruire quella rete di relazioni tra Comuni, Azienda Sanitaria Locale, Volontariato ed elbani tutti che prima o poi porterà, ne sono certo, a non avere più bisogno di una struttura i accoglienza per i randagi o le vittime di maltrattamento.
Le associazioni ed i tanti volontari potranno finalmente svincolarsi dalla costante pressione a cui sono attualmente sottoposti e fornire al servizio pubblico quel supporto fondamentale perché il sistema SEGNALAZIONE > RECUPERO > CURA > ACCOGLIENZA > AFFIDAMENTO permetta al canile di mantenere la sua natura di STALLO TEMPORANEO, luogo di breve permanenza in attesa dell’adozione degli animali.
Con il contributo di un sistema organizzato e radicato sul territorio come quello rappresentato dalle associazioni elbane, unito alle agevolazioni che può mettere in campo l’ente gestore, sarà possibile organizzare quel circuito virtuoso che attraverso la partecipazione, l’informazione e la sensibilizzazione renderà più facile l’affidamento.
Affidamento che è l’ultimo, ma più importante, passaggio senza il quale la struttura rischierà di trasformarsi in un triste carcere per cani e gatti (i casi di canili lager sono numerosissimi) e una volta saturata la capienza diventerà un inutile e costoso deposito di animali. Di fronte a questa prospettiva, molto meglio farne a meno.
Siamo ancora in tempo per fare si che il nuovo progetto possa ridare all’Elba quella dignità sul piano dei servizi agli animali che residenti ed ospiti giustamente pretendono. Con tutto il supporto che saremo in grado di assicurare, anche, naturalmente, nell’ambito di una gestione coordinata.
Andrea Tozzi per I Ragazzi del Canile