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Manchette di prima

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Manchette di prima

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In questo particolare momento l’Elbano vuole più considerazione — Francesco Semeraro

Si pos­sono accettare con doveroso rispet­to i con­tinui Dpcm, i Decreti, le Ordi­nanze Region­ali e Comu­nali, Rego­la­men­ti, ecc. ma non pos­si­amo accettare che con ques­ta rac­col­ta di provved­i­men­ti l’El­ba ne esca più penal­iz­za­ta di altre local­ità del­la Toscana.

ABERGHI SANITARI, il Sin­da­co Zini nel­la sua diret­ta di qualche sera fa pur dicen­do che sono indis­pens­abili non ha det­to che il “ban­do” per le unità ricettive Elbane che vogliono aderire ad Alber­go San­i­tario per l’e­mer­gen­za COVID, è sta­to prepara­to il 20 luglio pro­prio per avere sul­l’Iso­la una strut­tura san­i­taria ester­na all’ospedale, ma è sta­to reso pub­bli­co sul sito del­la ASL Nord Ovest solo il 20 otto­bre 2020. PERCHE’ QUESTO RITARDO?

Per­ché non si dice agli Elbani che ave­va­mo già nel Comune di Capo­liv­eri un Alber­go San­i­tario allesti­to nel­la pri­mav­era scor­sa? Per­ché non è sta­to rin­no­va­to il con­trat­to vis­to le fon­date pre­vi­sioni di una sec­on­da onda­ta del COVID? Queste strut­ture ser­vono per appog­gia­re sogget­ti in iso­la­men­to o in quar­an­te­na impos­si­bil­i­tati a rien­trare nel pro­prio domi­cilio e sono attrez­za­ti e orga­niz­za­ti allo scopo.

POSTI let­to COVID, L’al­le­ga­to “C” del­l’Or­di­nan­za Regionale del 24 otto­bre 2020 in poche parole (forse per com­pen­sare l’im­preparazione alla sec­on­da onda­ta) vuole ren­dere il nos­tro ospedale da NO-COVID a ospedale COVID sec­on­do l’at­ti­vazione del­la “FASE II”… Atti­vare ques­ta “FASE II” anche all’El­ba sig­nifi­ca pot­er dis­porre di una Ter­apia Inten­si­va e sig­nifi­ca anche pri­var­si di posti let­to già ora insuf­fi­ci­en­ti per le nor­mali patolo­gie da curare. Se vogliono fare un’area COVID atti­va all’in­ter­no del nos­tro ospedale che in questi mesi ha potu­to reg­gere al con­ta­gio dif­fu­so, pro­prio per­chè è clas­si­fi­ca­to “NO COVID”, si cor­rerebbe il ris­chio di chi­ud­ere l’in­tero pre­sidio per­ché il con­ta­gio sarebbe inevitabile. Già ora si proibis­cono le vis­ite dei par­en­ti ai ricoverati e per­me­t­tono l’en­tra­ta all’ospedale uno alla vol­ta anche se fuori dilu­via o fa fred­do, se diven­tasse COVID fareb­bero una trincea con guardie armate.

La sec­on­da onda­ta benchè annun­ci­a­ta ci ha trova­to non solo impreparati ma con scar­si mezzi di pre­ven­zione diag­nos­ti­ci come i test anti­geni­ci in quan­tità con­sid­erevoli che se fat­ti nel momen­to gius­to alle per­sone giuste come a tut­ti gli stu­den­ti all’inizio del­l’an­no sco­las­ti­co, forse si sareb­bero potu­ti lim­itare i con­ta­gi nel­la nos­tra Iso­la. La Regione Toscana invece di porre rime­dio a ques­ta “Sor­pre­sa del con­ta­gio dila­gante” con for­ti quan­tità di test Anti­geni­ci (Rapi­di) che dan­no l’e­si­to dopo cir­ca 30 minu­ti, ha mes­so a dis­po­sizione delle tre Aree Vaste solo 50.000 test alla set­ti­mana. La set­ti­mana pre­sa in con­sid­er­azione dal­la Regione è di 5 giorni lavo­ra­tivi. Forse gli altri due giorni il COVID riposa. La tabel­la ( che alleghi­amo) di asseg­nazione dei preziosi test rapi­di dice:

• 2 al giorno ai 3.200 medici di famiglia (MMG)

• 1 al giorno ai 600 pedi­atri

• 5 alle 90 al giorno all’US­CA ( Unità Spe­ciale Con­ti­nu­ità Assis­ten­ziale)

• 1600 test al giorno a tutte le RSA

• 4.750 test alla set­ti­mana per gli screen­ing ospedali

Anal­iz­zan­do quan­to ripor­ta­to dal­la tabel­la si evince, se tut­to va bene e la dis­tribuzione fos­se equa, al nos­tro ospedale com­pre­so il pron­to soc­cor­so dovreb­bero arrivare cir­ca 3 test al giorno.

Noi di Elba Salute si sper­a­va almeno il doppio di test anti­geni­ci in questo par­ti­co­lare momen­to del con­ta­gio anche per­ché i test anti­geni­ci dopo cir­ca 30 minu­ti for­niscono il risul­ta­to. Chi risul­ta pos­i­ti­vo al test rapi­do si sot­to­por­rà imme­di­ata­mente al testo mol­e­co­lare e i respon­s­abili san­i­tari potran­no così iniziare il trac­cia­men­to dei con­tat­ti.

COMUNQUE la situ­azione in Italia è grave e l’El­ba non è risparmi­a­ta quin­di indos­sare sem­pre e in modo pre­scrit­to la masche­ri­na; man­tenere la dis­tan­za di 1 metro‑1 metro e mez­zo; non sostare tan­to tem­po nei luoghi chiusi, lavar­si sem­pre le mani bene con acqua cor­rente, evitare quan­do si è fuori casa di pas­tic­cia­r­si occhi e naso. Noi Elbani forse cor­ri­amo rischi mag­giori di chi vive sul­la ter­ra fer­ma per­ché i posti let­to negli ospedali COVID del con­ti­nente si stan­no esauren­do quin­di anche il trasfer­i­men­to urgente ver­so ospedali più attrez­za­ti può diventare prob­lem­ati­co.

Comi­ta­to Elba Salute.

(Francesco Semer­aro)

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