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Manchette di prima

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Dillo all’Edicola: Moby, il solito teatrino: ma i residenti contano qualcosa?

E nien­te, anco­ra una vol­ta sia­mo qui a par­la­re del­la Moby e del suo ser­vi­zio “a sor­pre­sa”. Mar­te­dì 11 mar­zo, cor­sa del­le 17:30: can­cel­la­ta. Moti­vo? Nes­su­no. Il mare era piat­to, il ven­to assen­te, nes­su­na emer­gen­za. E allo­ra? For­se un capric­cio, for­se una distra­zio­ne, for­se per­ché tan­to chi se ne fre­ga, alla fine chi viag­gia sull’Elba è abi­tua­to a ingo­ia­re rospi. Ma la vera doman­da è: chi ci tute­la? Per­ché i resi­den­ti devo­no esse­re trat­ta­ti come cit­ta­di­ni di serie B? O meglio, per­ché sia­mo trat­ta­ti come un fasti­dio tra una sta­gio­ne turi­sti­ca e l’altra? L’Elba non è solo un luna park esti­vo, non è solo un posto da car­to­li­na per far veni­re i turi­sti a far­si i sel­fie in spiag­gia. Qui ci vivia­mo tut­to l’anno, paghia­mo le tas­se, votia­mo, ma a quan­to pare sia­mo solo un con­tor­no nel gran­de busi­ness del turismo.I Sin­da­ci elba­ni, inve­ce di fare comu­ni­ca­ti con le soli­te fra­si fat­te, han­no inten­zio­ne di far­si sen­ti­re o con­ti­nue­ran­no a fare spal­luc­ce? Per­ché a que­sto pun­to sem­bra che il loro uni­co ruo­lo sia sor­ri­de­re nel­le foto di inau­gu­ra­zio­ni e taglia­re nastri, men­tre la qua­li­tà del­la vita dei cit­ta­di­ni peg­gio­ra di gior­no in giorno.E voglia­mo par­la­re del­la con­ti­nui­tà ter­ri­to­ria­le? Un con­cet­to che, per come vie­ne appli­ca­to qui, è diven­ta­to una bar­zel­let­ta. Ci meri­tia­mo un ser­vi­zio rego­la­re, affi­da­bi­le e rispet­to­so dei resi­den­ti. Ma evi­den­te­men­te pre­ten­de­re di poter viag­gia­re sen­za esse­re ostag­gio di deci­sio­ni arbi­tra­rie è trop­po. Ma tran­quil­li, tan­to tra poco arri­va l’estate, tor­ne­ran­no i turi­sti e con loro le atten­zio­ni per il tra­spor­to. Fino a set­tem­bre, quan­do tor­ne­re­mo nell’oblio, come ogni anno. Nel frat­tem­po, ai cit­ta­di­ni elba­ni resta solo una cer­tez­za: l’ennesima pre­sa in giro.

Un resi­den­te stu­fo di esse­re trat­ta­to come un turi­sta di serie Z.

 

 

 

 

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