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Manchette di prima

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Un anno senza Giuliano

Un anno fa ci lascia­va Giu­lia­no Mes­si­na. Sem­bra incre­di­bi­le come il tem­po pos­sa scor­re­re così velo­ce, eppu­re il suo ricor­do resta vivi­do, pre­sen­te nel­le per­so­ne che lo han­no cono­sciu­to, nel­le sto­rie che anco­ra oggi si rac­con­ta­no su di lui, nei luo­ghi che ha ama­to e dife­so con pas­sio­ne. Giu­lia­no non era un uomo comu­ne. Bron­to­lo­ne e buo­no, genui­no e instan­ca­bi­le, ha dedi­ca­to la sua vita al lavo­ro e a quel mon­do che ave­va costrui­to con fati­ca e deter­mi­na­zio­ne dal lon­ta­no 1967. Chiun­que lo abbia incon­tra­to sa quan­to fos­se capa­ce di far­si sen­ti­re, nel bene e nel male, per­ché Giu­lia­no era così: auten­ti­co, sen­za fil­tri, mos­so da un’e­ner­gia che non si è mai spen­ta. Oggi, a distan­za di un anno, voglia­mo ricor­dar­lo così, con la stes­sa sti­ma e affet­to di sem­pre. Per­ché per­so­ne come lui lascia­no il segno, e quel segno rima­ne inde­le­bi­le, nel­le paro­le, nei luo­ghi e nei cuo­ri di chi ha avu­to la for­tu­na di incro­cia­re il suo cam­mi­no.

A tut­ta la fami­glia il nostro abbrac­cio.

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