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Manchette di prima

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Manchette di prima

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Dillo all’Edicola: Alluvione, “A lupo a lupo… e poi? Meno parole, più fatti!”

Sia­mo abi­tua­ti a sen­tir suo­na­re l’allarme ogni vol­ta che si pre­ve­de una piog­gia più for­te del soli­to. Aller­ta gial­la, aran­cio­ne, ros­sa… ormai sem­bra che basti una nuvo­la di pas­sag­gio per far scat­ta­re il pani­co. Ma poi, quan­do suc­ce­do­no dav­ve­ro i disa­stri, ci si ren­de con­to che non è mai abba­stan­za.
A Por­to­fer­ra­io i dan­ni sono sot­to gli occhi di tut­ti, eppu­re non si trat­ta di una sor­pre­sa. Sap­pia­mo bene che il nostro ter­ri­to­rio è fra­gi­le, che cer­te situa­zio­ni si ripe­to­no cicli­ca­men­te, ma ogni vol­ta ci ritro­via­mo a rac­co­glie­re i pez­zi e a chie­der­ci se qual­co­sa si pote­va evi­ta­re.
Si con­ti­nua a par­la­re, a discu­te­re, a lan­cia­re aller­te che spes­so si rive­la­no inu­ti­li. Ma poi, quan­do il pro­ble­ma è rea­le, dove sono le solu­zio­ni? Per­ché non si inter­vie­ne pri­ma, inve­ce di aspet­ta­re il disa­stro per accor­ger­si che ser­vo­no inter­ven­ti seri?
For­se è arri­va­to il momen­to di meno allar­mi e più pre­ven­zio­ne, di meno pro­cla­mi e più azio­ni con­cre­te. Per­ché alla fine, chi subi­sce i dan­ni non ha biso­gno di sen­ti­re “ve l’avevamo det­to”, ma di rispo­ste vere e di aiu­ti imme­dia­ti.

Gio­van­ni

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