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Bilancio di una stagione di cultura all’Open Air Museum che riapre a maggio 2025


Scrit­to da Fon­dazione Ita­lo Bolano

Con il 30 set­tem­bre si è con­clusa l’attività esti­va del­la Fon­dazione Ita­lo Bolano pres­so l’Open Air Muse­um omon­i­mo, che quest’anno ha cel­e­bra­to i suoi 60 anni dal­la fon­dazione. Il bilan­cio anco­ra una vol­ta è decisa­mente pos­i­ti­vo come espres­so dalle centi­na­ia di fre­quen­ta­tori degli spazi muse­ali sia diurni che durante gli even­ti ser­ali.
40 even­ti, tra con­feren­ze d’arte e altri argo­men­ti, per­for­mances, pre­sen­tazioni di lib­ri, cin­e­ma, 5 ser­ate di poe­sia con la parte­ci­pazione di poeti elbani e non, pre­sen­tazioni di volu­mi e poi un con­cer­to di musi­ca mod­er­na, la proiezione di un cor­to molto spe­ciale e, per il ter­zo anno con­sec­u­ti­vo, gli even­ti di Aquamour, l’associazione parig­i­na che cel­e­bra la preziosità dell’acqua con l’arte. Una buona parte di queste inizia­tive cul­tur­ali sono state real­iz­zate gra­zie alla col­lab­o­razione di UTL, Uni­ver­sità del Tem­po Libero nel­la per­sona del­la cui Pres­i­dente, Donatel­la Maf­foni, ringrazi­amo di cuore per le energie e l’entusiasmo pro­fu­so.
Nel teatro del Museo, che il prossi­mo anno sarà uffi­cial­mente ded­i­ca­to a Mario Luzi, abbi­amo ospi­ta­to per il sec­on­do anno la Com­pag­nia delle Tisane che ha mes­so in sce­na “L’eredità di Freud” di Ste­fa­nia De Ruvo, per la regia di Fabio Punis, davan­ti ad un pub­bli­co di 150 spet­ta­tori.
Con la per­former Moira Lena Tas­si abbi­amo fat­to par­tire l’iniziativa del drap­po per la Pace, che ritornerà il prossi­mo anno con una man­i­fes­tazione speci­fi­ca per la Pace, arric­chi­to di migli­a­ia di firme; abbi­amo ospi­ta­to l’emozionante e anti­ca opera di Hoku­sai, la Grande onda, pre­sen­ta­ta da Gabriele Bian­coni; abbi­amo parte­ci­pa­to alle inizia­tive region­ali di Ami­co Museo e a quelle nazion­ali dei pic­coli Musei, con lab­o­ra­tori di ceram­i­ca vis­ite gui­date che han­no riscos­so molto suc­ces­so di pub­bli­co. E poi lab­o­ra­tori di ceram­i­ca, pit­tura, anche di teatro, di auto­pro­duzione nat­u­rale e sul benessere fisi­co e spir­i­tuale.
Nel­la Gal­le­ria abbi­amo ospi­ta­to tre mostre, una ded­i­ca­ta ai dis­eg­ni dei bim­bi elbani parte­ci­pan­ti all’annuale con­cor­so del­la Ban­ca dell’Elba; Lau­ra Balli­ni, pit­trice che tan­to ha col­lab­o­ra­to con il pri­mo Inter­na­tion­al Art Cen­ter, con le sue del­i­cate tele ha ricorda­to il gia­rdi­no di Bolano nel trascor­rere del tem­po; il duo Simoncini.Tangi, espo­nen­ti del­l’arte con­tem­po­ranea, han­no vis­su­to la loro espe­rien­za cre­ati­va gra­zie all’aiu­to finanziario di TCE e ci han­no las­ci­a­to un’­opera nel “Garten” che rimar­rà in dono al Museo accan­to alla Poe­sia dig­i­tale di Pao­lo Gam­bi, ded­i­ca­ta a Ita­lo e alle scul­ture-instal­lazioni di Mim­mo Rosel­li che sovras­tano e abbrac­ciano il Museo dal­lo scor­so anno.
Abbi­amo accolto due gio­vani artisti “in res­i­den­za”, Irene Scar­toni e Gia­co­mo Donati gra­zie al nuo­vo ban­do di Toscanaincontemporanea24 vin­to dal­la Fon­dazione che presto pre­sen­ter­an­no il risul­ta­to delle loro espe­rien­ze elbane allo spazio pratese dell’Open Stu­dio gra­zie alla cura di Eri­ca Romano, Diret­trice artis­ti­ca dei due spazi, alla quale si devono anche le altre mostre elbane.
In som­ma, un’estate cald­is­si­ma sot­to tut­ti i pun­ti di vista.
In questo cen­tro d’arte dove “artisti e pub­bli­co pos­sono incon­trar­si, dis­cutere e lavo­rare...” come recita la vec­chia “plac­ca” che anco­ra oggi si tro­va accan­to alla Gal­le­ria e che è diven­ta­ta la “Mis­sion” del­la Fon­dazione che por­ta il tuo nome, abbi­amo dato vita a emozioni for­ti, tra i mon­u­men­ti illu­mi­nati di sera o nei pomerig­gi asso­lati mit­i­gati dal­la fres­cu­ra del­la veg­e­tazione lus­sureg­giante.
Dopo aver riaf­fer­ma­to il Museo Bolano come un “con­teni­tore mul­ti­forme” capace di offrire spazio alla cul­tura dell’arte, in ogni sua for­ma, è giun­to il tem­po del­la sec­on­da fase, quel­la di dotar­lo di una strut­tura di servizio il cui prog­et­to è pron­to da tem­po, real­iz­za­to a tem­po di record dal­l’arch. Giampiero Gabel­li, approva­to con plau­so dal­la Sovrin­ten­den­za per l’ar­mo­niosità delle forme che si inseriscono nel pae­sag­gio, in lin­ea con la poet­i­ca del­l’Artista; il prog­et­to, deposi­ta­to da trop­po tem­po negli uffi­ci comu­nali, attende di essere pre­so in con­sid­er­azione. E’ un prog­et­to ambizioso, dice qual­cuno, ma è deg­no di un’Iso­la al cen­tro del Mediter­ra­neo che può offrire spun­ti di richi­amo tur­is­ti­co e cul­tur­ale non solo al resto d’I­talia, ma del­l’Eu­ropa tut­ta.
Un prog­et­to, che meri­ta di essere real­iz­za­to per offrire ai gio­vani che stan­no nel nos­tro futuro nuove oppor­tu­nità cul­tur­ali e di ele­vazione pro­fes­sion­ale, una Casa del­la Cul­tura aper­ta tut­to l’an­no a chi vuole “fare cul­tura” per l’Iso­la, nata dal­l’amore di un suo figlio artista e sog­na­tore che ha ama­to incon­dizion­ata­mente ques­ta “fem­mi­na mis­te­riosa e can­giante” come sol­e­va chia­mare l’El­ba, con il suo “mer­av­iglioso volto di pirite verde”, un’Iso­la che incan­ta e affasci­na chi vi giunge e riesce a per­cepire il mis­tero del­la sua natu­ra sel­vaggia e rigogliosa, abi­ta­ta fin dai tem­pi più remoti. Un’isola che è parte potente del­la per­son­al­ità di chi vi è nato.  La ristrut­turazione urban­is­ti­ca del Museo Bolano non sarà vota­ta a real­iz­zare il “Mau­soleo” del­l’artista, ma una deg­na opera al cen­tro del­l’Iso­la e PER l’Iso­la, per la quale, appe­na ottenu­to il per­me­s­so a costru­ire, sarà com­pi­to del­la Fon­dazione cer­care ben­e­mer­i­ti che vogliano parte­ci­pare eco­nomi­ca­mente a ques­ta cor­da­ta di energie des­ti­nate ad un futuro di bellez­za e di cul­tura.
I 60 anni del Museo Bolano non sono un tra­guar­do ma un nuo­vo inizio, per­ché “la bellez­za salverà il mon­do” e “L’arte è vita del­la vita”.
Gra­zie a tut­ti col­oro che han­no aiu­ta­to in vari modi, anche fisi­ca­mente, la Fon­dazione in ques­ta estate che fa parte ormai dei ricor­di e appun­ta­men­to allo Spazio pratese, dove pros­eguiran­no le attiv­ità cul­tur­ali e artis­tiche nell’autunno-inverno, nell’ideale ponte tra Elba e Con­ti­nente, tra mare e ter­ra.
Appun­ta­men­to all’l’1 mag­gio 2025, quan­do il Museo elbano riaprirà il suo por­tone a for­ma di fiore d’acciaio.

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