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Manchette di prima

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Manchette di prima

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Addio alla maestra Rita. Il ricordo di Federico Regini

Rita è Rita, non solo la mam­ma di Chico e Wal­ter, anche per­ché ho conosci­u­to e fre­quen­ta­to pri­ma lei di loro.
Il pri­mo ricor­do va alle ele­men­tari, ave­vo come maes­tra Rita Tagli­a­fer­ro in Carotenu­to e lei, Rita Incer­ti in Toni­et­ti, segui­va un altra classe, ma ci conosce­va tut­ti e me la ritrovai come mem­bro del­la com­mis­sione d’e­same del­la quin­ta ele­mentare; due maestre Rita a fian­co, impos­si­bile far male.
Quel giorno lo ricor­do niti­da­mente, forse era il pri­mo esame e lo sen­ti­vo addos­so come una grande respon­s­abil­ità, era il pas­sag­gio alle medie, il salto nel mon­do dei più gran­di, che era solo al piano di sot­to del grande edi­fi­cio sco­las­ti­co.
Ma in ver­ità lo ram­men­to così bene per­ché Rita Incer­ti in Toni­et­ti ci mise del suo per farme­lo rimanere impres­so con una mossa geniale, mod­er­na come lo era lei, oggi si direbbe avan­ti, tan­to che ho pre­so in presti­to quelle immag­i­ni all’in­ter­no di un roman­zo e chissà se mai vedrà la luce su car­ta.
“In prat­i­ca ave­vo fini­to, quan­do lei davan­ti al resto del­la com­mis­sione mi pre­sen­tò una foto del­la Ter­ra vista dal­la Luna “Guar­da ques­ta foto con mol­ta cal­ma e illus­traci cosa noti e chi la potrebbe avere scat­ta­ta”.
Li osser­va­vo allu­ci­nati, anco­ra non conosce­vo gli effet­ti delle droghe, altri­men­ti avrei attribuito a quelle le ester­nazioni del­la com­mis­sione e li avrei denun­ciati.
Evi­den­te­mente lei colse quel­lo smar­ri­men­to, “pro­va a vedere oltre la foto, oltre l’apparenza delle cose”.
“O cosa vor­ran­no questi ora”, quin­di la osser­vai meti­colosa­mente, era una banale foto del­la Ter­ra come se vedono in molte riv­iste e lib­ri, non era quel­la la chi­ave di let­tura.
Mi rilas­sai e feci volare il cervel­lo e l’im­mag­i­nazione… oltre l’apparenza delle cose…(to be con­tin­ued)”.
Rita era appun­to conc­re­ta e sog­na­trice allo stes­so tem­po, in segui­to ci trovam­mo nel­la lista polit­i­ca “Pat­to Azzur­ro” e si vinse pure le elezioni, un altro momen­to impor­tante e inten­so per chi l’ha vis­su­to.
Diven­tò la nos­tra Vice Sin­da­co e per quat­tro anni mi sono trova­to un’al­lea­ta in tut­to quel­lo che faces­si o pro­pones­si e una maes­tra quan­do c’era da placare l’e­suber­an­za gio­vanile che scal­pi­ta­va e tornare a ragionare.
Ne abbi­amo fat­te davvero in quel peri­o­do, molte le inizia­tive cul­tur­ali e sociali, non le sto a elen­care per dis­crezione del ricor­do (avrebbe volu­to così), ma in onore al suo impeg­no ci starebbe.
Ci si inten­de­va con Rita, lei dice­va che ci uni­va il sangue emil­iano, i miei non­ni era­no del suo stes­so luo­go di orig­ine, Solog­no, un paesino abbar­bi­ca­to sul­l’ap­pen­ni­no abi­ta­to da poche ani­me, ma toste, tan­to che, oltre a rap­p­re­sentare un pezzet­to del­la lin­ea got­i­ca durante la sec­on­da guer­ra mon­di­ale, arrivarono fino all’iso­la d’El­ba per colti­vare la ter­ra.
Dalle gen­ti del pos­to veni­vano chia­mati “i Lom­bar­di” e si sono fat­ti un maz­zo tan­to sia di lavoro, che per essere inte­grati.
Una “lom­bar­da” che è sta­ta parte inte­grante del­la sto­ria del nos­tro paese, del­la nos­tra pic­co­la comu­nità e per me impos­si­bile da dimen­ti­care, di mosse geniali ne ha fat­te parec­chie e uscen­do spes­so con Chico tornerà nelle nos­tre chi­ac­chier­ate.
Mi las­cio un’ul­ti­ma immag­ine di qualche anno fa, quan­do a Reale lei anco­ra in for­ma si face­va del­la belle nuo­tate con mia moglie e io a guardar­le dal­la spi­ag­gia.
Il funerale di Rita avrà luo­go oggi, 23 Set­tem­bre alle ore 16 nel­la chiesa par­roc­chiale S. Gia­co­mo di Por­to Azzur­ro a cura del­l’Im­p­rese fune­bre del­l’El­ba Mara­no.

A tut­ta la famiglia l’ab­brac­cio sin­cero del­l’Edi­co­la Elbana.

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