Ogni anno si rinnova il momento in cui esprimere il proprio pensiero sulle tematiche legate alle sofferenze delle donne e ogni anno questo momento di riflessione diviene sempre più necessario.
Appare purtroppo inevitabile in questo marzo 2024 pensare soprattutto alle donne che stanno vivendo ancora una volta l’incubo della guerra, in varie parti del mondo e senza tregua.
Le donne rappresentano la potenza creatrice, il motore della vita, ed è per questo che contro di esse si consumano stupri di massa — riconosciuti da Amnesty International come vera e propria strategia di guerra tesa ad annientare fisicamente e moralmente il nemico. La brutalità particolare che caratterizza gli stupri di guerra mira a devastare i corpi delle donne stuprate rendendoli non più capaci di procreare, impedendo loro di dare continuità all’etnia alla quale appartengono.
A tutte le donne che ogni giorno resistono a soprusi e ad oltraggi e che continuano a lottare per i loro diritti e per la pace, dedichiamo un’opera realizzata intorno al 1638, insolitamente attuale nella sua chiarezza allegorica: il dipinto di Pieter Paul Rubens “Conseguenze della guerra”.
La guerra è qui rappresentata dalle figure simboliche degli dei. Venere, luminosa dea della bellezza e dell’amore, cerca di trattenere l’amato Marte, cupo dio della guerra, che procede furioso al centro della scena seminando distruzione e morte.
Nel suo sciagurato avanzare Marte abbatte una donna con un liuto, che rappresenta l’armonia, un’altra donna con un bambino in braccio, che rappresenta la carità e un uomo con un compasso, che rappresenta l’architettura, poiché l’odio e la guerra distruggono tutto ciò che si è costruito in tempo di pace. E ancora, Marte calpesta violentemente un libro e un disegno, che rappresentano la sapienza, la cultura e le arti, che fioriscono solo in tempo di pace, rendendo la vita più consapevole e più felice.
Il dipinto illustra il senso di generale disgrazia provocato dall’odio e dall’intolleranza, sentimenti contro la vita stessa. Esso ci mostra ciò che vediamo accadere tutti i giorni in piccola o grande scala.
Il nostro quindi è un invito a cercare di superare sempre le differenze individuali e ad incontrarsi attraverso il dialogo e la solidarietà, riconoscendo all’altro da sé pari dignità e pari diritti. E’ un invito a non dimenticare mai l’importanza di esprimere il proprio pensiero, ma a farlo con un linguaggio di libertà e di pace.