Con il Progetto “Isole rare – Monitorare per conservare la biodiversità di specie e habitat delle Isole Toscane”, il Parco Nazionale Arcipelago Toscano si aggiudica il primo posto nella graduatoria delle 57 domande su 85 presentate al bando pubblico emesso dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nell’ambito delle attività del National Biodiversity Future Center (NBFC) che chiedeva progetti finalizzati al monitoraggio, conservazione, ripristino e valorizzazione della biodiversità in enti parco e aree marine protette.
“Le isole toscane hanno biodiversità e habitat importanti - ha commentato Sammuri - che richiedono grande impegno e attenzione nel monitoraggio e nella conservazione. In questo progetto abbiamo voluto inserire metodologie innovative ma anche la comunicazione e la sensibilizzazione degli stakeholder, strategici per la buona riuscita delle misure di conservazione. L’ottimo punteggio nella valutazione del progetto (90 su 100) ci dice che stiamo lavorando bene e ci motiva a fare sempre meglio per la funzione più importante per un parco: la conservazione della biodiversità. Sono molto soddisfatto e ringrazio lo staff ed in particolare l’ufficio conservazione per l’ottimo lavoro che svolge, confermato dall’esito di questo bando”
Il progetto si svilupperà in azioni distribuite in 20 mesi, dal febbraio 2024 al settembre 2025. Il Budget complessivo è pari a 340.000 € di cui 200.000 finanziati dal bando PNRR gestito dal CNR.
I contenuti del progetto
Il progetto interessa, con azioni dirette, buona parte del territorio dell’Arcipelago, tra cui le isole di Capraia, del Giglio, di Pianosa e di Montecristo, con ricadute in termini di benefici e di sensibilizzazione che vanno ben oltre i confini naturali dell’Arcipelago. L’obiettivo è migliorare lo stato di conservazione di alcune specie ed habitat inseriti nelle Direttive UE e/o segnalate come minacciate nelle Red List IUCN italiane, in coerenza con le azioni già intraprese da questo Ente Parco, supportando le attività di conoscenza e di monitoraggio del capitale naturale presente nel contesto dell’Arcipelago Toscano. Sarà inoltre affrontata, su diverse aree di indagine, la tematica dei cambiamenti climatici e di come questi inducano a ridisegnare gli approcci gestionali, rispetto al tema degli impatti sulla vegetazione, agli impatti sulle biocenosi e popolamenti marini, alla conservazione delle specie sensibili alla diversa disponibilità di risorse idriche. Le attività saranno condotte utilizzando tecniche innovative di monitoraggio e raccolta dati, nonché prevedendo specifiche azioni finalizzate a promuovere la divulgazione dei risultati e a comunicare le misure di conservazione adottate dall’Ente Parco.
Le attività di progetto sono suddivise in tre filoni principali.
Il primo pacchetto di azioni è dedicato al tema della mitigazione effetti cambiamenti climatici a Montecristo, Giglio e presso alcuni isolotti minori dell’Arcipelago Toscano sia a terra che a mare. Per gli aspetti vegetazionali si prevede di analizzare il cambiamento della copertura vegetazionale dell’isola di Montecristo e degli isolotti minori dell’Isola d’Elba (Isola di Palmaiola; Isola di Cerboli, etc.) eseguendo, inoltre, un’analisi della composizione delle specie vegetali nelle aree maggiormente cambiate per quantificare il livello di biodiversità attuale e modellizzare i cambiamenti. Per la parte a mare l’Ente intende avvalersi della recente tecnologia di analisi del eDNA metabarcoding. Per quanto riguarda infine l’indagine di specie sensibili ai cambiamenti climatici verrà realizzato uno studio genetico sulle popolazioni del Discoglosso sardo (Discoglossus sardus) per caratterizzare il grado di divergenza e di diversità genetica delle popolazioni dell’anfibio presso le isole di Montecristo e del Giglio, al fine di definire in modo puntuale il loro grado di unicità, nonché i trend demografici recenti.
Il secondo pacchetto di azioni è finalizzato all’incremento delle conoscenze sull’avifauna e interventi di restoking. Si prevede di realizzare una serie di attività volte a tutelare specie ornitiche che frequentano l’Arcipelago in particolare per il rafforzamento della popolazione italiana di Falco pescatore (Pandion haliaetus) e per la reintroduzione del Barbagianni (Tyto alba) a Pianosa. Ultimo aspetto che verrà indagato in questo pacchetto di azioni è l’impatto del fenomeno del bycatch sui procellariformi presso l’isola di Capraia.
Il terzo pacchetto di azioni è focalizzato sulle fondamentali attività di comunicazione e sensibilizzazione. Punto focale dell’azione è l’allestimento presso l’isola di Capraia uno spazio espositivo dove verranno proiettate immagini dalle telecamere dei nidi di Falco pescatore, della Foca monaca o di altre specie di interesse conservazionistico. Nell’ambito di questa azione è infatti prevista anche l’installazione di due telecamere: una per il monitoraggio di specie di importanza per la conservazione e la divulgazione (es, Barbagianni, Marangone, Berta maggiore, Passero solitario etc) e una per aree particolarmente significative per la biodiversità come lo “Stagnone”, unica area umida dell’isola di Capraia. Il punto espositivo verrà allestito nel locale adiacente all’attuale Centro di Educazione Ambientale dell’isola.
Sono inoltre previste attività di formazione del personale tecnico (guide parco e forze dell’ordine) per aumentare la professionalità e moltiplicare l’effetto comunicativo. Verranno svolti eventi di Citizen science rivolti alla cittadinanza per aumentare la consapevolezza dell’importanza delle specie/habitat presenti sulle isole dell’Arcipelago, delle attività svolte dall’Ente e del contributo che ciascuno può dare per la tutela attiva di specie/habitat di interesse conservazionistico. Il sito dell’Ente Parco verrà inoltre implementato con pagine dedicate allo svolgimento del progetto per una più diffusa comunicazione delle attività. Sono previste infine azioni di networking per la condivisione delle attività e dei risultati di progetto con altre aree protette per favorire la replicabilità delle azioni svolte.
Le attività del progetto saranno occasione anche di forte interazione con i diversi stakeholder che operano nel territorio del Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Sicuramente verranno coinvolte in differenti azioni le numerose Guide Parco che rappresentano un segmento importante per l’ente gestore e uno strumento efficace sul territorio. L’Ente Parco ha formato, negli ultimi anni, oltre sessanta Guide Parco terrestri e altrettante Guide Parco sub. Tali operatori hanno una buona conoscenza delle caratteristiche ambientali dell’area naturale protetta e rappresentano non solo collaboratori preziosi nelle fasi di raccolta campioni e monitoraggio, ma rivestiranno un ruolo fondamentale anche nella gestione delle attività divulgative e di sensibilizzazione che verranno a cascata, a valle delle attività di ricerca.