Sono Francesca, nata e cresciuta a Portoferraio, nell’ultimo anno, non ho fatto altro che cercare una sistemazione dignitosa, per me e mio figlio, che ha purtroppo, grossi problemi di salute, e la notte deve stare attaccato a un macchinario. Pur lavorando, non ho trovato niente, per le mie possibilità, avevo già fatto qualche anno fa, domanda per un alloggio comunale, e, in seguito allo sfratto, sono stata ospite per un periodo da amici! Il sindaco, mi ha per qualche giorno fatto dormire in albergo, e, successivamente, in una casa di un suo conoscente, che ho dovuto però lasciare il 31 maggio! Sono tre giorni, che dormo in macchina, dopo aver sistemato mio figlio, da mia sorella, che, però , non ha posto per ospitare anche a me! Il 31 sono andata con i bagagli, in Comune, ma una vigilessa, mi ha poi fatto uscire, senza che io fossi ricevuta dal sindaco Zini, o dal Vicesindaco Baldi, che ha la delega al sociale! La vigilessa mi ha detto che se rimanevo in comune avrei perso, il diritto del punteggio in graduatoria! Ho scoperto poi, parlando con un legale che questo non è assolutamente vero! Ho parlato con la Dirigente dei servizi sociali, che mi ha informato, di aver ancora la relazione che riguarda la mia situazione, con l’aggravamento di mio figlio, perché l’ufficio competente casa del comune, mai l’ha richiesta come prevede la legge! L ‘ impiegato del comune, dove mi sono recata giovedì, non solo mi ha accolto con maleducazione e sufficienza, ma mi ha risposto che non spetta a lui richiedere la relazione ai servizi sociali e non ha nessuna intenzione di farlo! Allora Vi chiedo, ma io cosa devo fare? Devo continuare a dormire in macchina, e subire anche tutte quests umiliazioni? Cosa posso fare se i due Enti competenti non parlano? Se non mi aiuta l’Amministrazione chi lo può fare? Nulla è dovuto, ma chiedo soltanto anche una stanza dove stare con mio figlio, anche se dovessi farci dei lavori di ristrutturazione!
Francesca Sorrentino
Noi, essendo una lettera firmata, abbiamo pubblicato l’appello di Francesca. Non sappiamo altro, non vogliamo giudicare e siamo pronti a sentire anche l’ altra parte di questa triste storia nella speranza che presto si possa trovare una soluzione per questa mamma.