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Manchette di prima

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Primo raccolto del Biancolino elbano  

Il 18 giug­no scor­so ha avu­to luo­go pres­so il Gia­rdi­no del Palaz­zo Gov­er­na­ti­vo di Rio Mari­na, la pri­ma mieti­tu­ra del gra­no ritrova­to.
Nel­lo spir­i­to e negli inten­ti dell’Associazione Elba Con­sapev­ole, riv­olti alla dife­sa e alla tutela del­la bio­di­ver­sità, un grup­po di volon­tari ha fes­teggia­to la mieti­tu­ra del gra­no dona­to dal­lo Chef Felice Sapio il 18 novem­bre 2021. Nell’occasione è sta­to rac­colto e bat­tuto il gra­no val­oriz­zan­do l’intento di ripro­durre e molti­pli­care il mez­zo Kg di seme rice­vu­to; il val­ore aggiun­to dell’evento è il deside­rio di con­di­vi­sione e sana social­ità che questo grup­po esprime e a cui tiene par­ti­co­lar­mente. Il gra­no, che è sta­to colti­va­to sen­za l’uso di sostanze chimiche di sin­te­si, è cresci­u­to nel­la cura e atten­zione di adul­ti e bam­bi­ni. In par­ti­co­lare, la costruzione e instal­lazione degli spaven­ta­passeri ha coin­volto i pic­ci­ni in un gio­co espe­rien­ziale che li ha resi con­sapevoli del ciclo vitale delle varie fasi dal­la sem­i­na al rac­colto.
La gior­na­ta ha avu­to il suo cul­mine con un pran­zo offer­to e ideato dal­lo Chef Felice, salati e dol­ci preparati con sapien­za e pas­sione tut­to a base di fari­na di Bian­col­i­no.
Dei 5 Kg di gra­no riprodot­to, una parte sarà invi­a­ta al Prof. Sal­va­tore Cec­cherel­li del­l’U­ni­ver­sità di Peru­gia il quale con­fron­terà il geno­ma delle semen­ti ritrovate in Piemonte, Bertun o Bertone, quelle nel Polli­no, Carosel­la e le semen­ti di gra­no Bian­col­i­no riprodotte, con le semen­ti ritrovate di Cal­bi­gia Bian­ca, pres­so la Ban­ca Amer­i­cana del seme.
Questo per con­fer­mare che le semen­ti che sti­amo ripro­ducen­do sono pro­prio quelle del gra­no Cal­bi­gia Bian­ca chiam­a­to all’El­ba fino agli anni ’30–40, Bian­col­i­no.
Il prog­et­to con­tin­uerà in autun­no con la con­seg­na di ulte­ri­ore quan­tità di seme ad agri­coltori elbani inter­es­sati per una cul­tura su super­fi­ci più ampie.
Aus­pichi­amo che questo sia un ulte­ri­ore pas­so ver­so il recu­pero e la val­oriz­zazione di prodot­ti del­la ter­ra legati alla tradizione e alla cul­tura del ter­ri­to­rio elbano.

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