Quei cittadini di Portolongone nell’isola d’Elba, che, a dir così, tengono il posto di maggiorenti nel luogo, passano d’ordinario qualche ora del giorno insieme, andando su e giù per la marina, oppure raccogliendosi in qualche bottega del barbiere, o in uno de’ due caffè esistenti sulla piazza, e talvolta nella casa ospitale di qualcuno di loro. Ivi conversano o dei fatti che tratto tratto avvivano il paese o delle notizie che ciascuno avrà letto ne’ giornali che reca la posta, quando il cattivo tempo, o qualche altro impedimento, non ne ritarda l’arrivo. Le questioni politiche non sono estranee ai loro ragionamenti, né sfuggono alla critica dei loro pensieri: ma ad esse raramente si appassionano, perché ne’ lodo animi è oggimai profonda la convinzione, che anche quando i loro dibattiti e le loro opinioni fossero utili a qualche cosa, que’ dibattiti né aggiungerebbero né toglierebbero un’acca agli eventi cui le buone popolazioni d’Italia, per effetto della politica, debbono subire. Egli non sono fatalisti nel senso filosofico della parola, né sono miscredenti, comecché non tutti vadano a messa tutte le domeniche e le altre feste comandate; ma sostengono che il miglior metodo di vita possibile sia quello che conduce ad aver pace in famiglia o in paese. E la pace delle famiglie e del paese è assicurata dalla indole mite e cortese de’ suoi abitanti, tra i quali raro s’accende l’aborrita face della discordia. Soltanto in occasione delle elezioni comunali e politiche l’animazione si fa viva; ma non appena cessato il periodo elettorale si torna alla vita di prima. Quando poi capita l’opportunità, discutono non senza calore, i progetti economici e finanziari del governo, siccome quelli che toccano più da vicino la borsa e d’ordinario si risolvono in nuovi e angosciosi aggravi pel popolo (…).”
Giuseppe Cerboni, “Pro Ilva”, 1895
Fonte: Profilo pubblico di Fabrizio Grazioso