Buongiorno, mi chiamo Alessandro Pugi e vi scrivo dall’Isola d’Elba. Vi invio questa richiesta di aiuto, promossa da molti cittadini elbani.
Cosi inizia la lettera che Alessandro Pugi ha spedito alla redazione del programma televisivo ” Le Iene ” in onda ormai da anni con ottimi ascolti sulle reti Mediaset:
Il nostro Ospedale, da quasi 8 anni, è diventato una sorta di grande Pronto Soccorso. La Spending Review, e decisioni arbitrarie della Regione Toscana, hanno tolto drasticamente fondi e personale alla struttura. All’Isola d’Elba convivono quasi 33.000 abitanti, che nel periodo estivo diventano circa 150.000. Nel nostro ospedale non esiste una terapia Intensiva, oltre a moltissime altre disfunzioni. Considerate che per una semplice operazione di cistifellea in soggetto cardiopatico, 1 ora circa, è necessario un trasferimento ad altro ospedale della toscana, proprio per la mancanza di terapia Intensiva, con tutte le problematiche di spostamenti e costi economici che i familiari si devono sobbarcare (un viaggio in nave auto + 1 passeggero residente A/R costa già 52,00).
Ad oggi, considerata l’emergenza Covid 19, nonostante le richieste da parte di tutti i cittadini e anche di alcuni sindaci non è stata istituita una terapia intensiva, i macchinari sono vetusti e il personale è poco e male assortito. Mancano alcune figure specialistiche.
Le allego la lettera inviata al presidente Rossi, governatore della Toscana, (anche a nome del gruppo di cui sono amministratore che conta quasi 1000 persone iscritte), e la sua risposta, dove si evince che a detta del presidente, la terapia intensiva esiste in quanto sono stati predisposti 2 (due) letti di terapia sub-intensiva idonei a tenere in vita, intubata, una persona in condizioni d’emergenza fino a 16 ore circa, dopodiché… via con l’elisoccorso. Forse non riusciamo a fargli comprendere quanto sia difficile vivere in un isola che avrebbe tutte le caratteristiche per essere “autonoma” a livello sanitario e che invece risulta scarna di quasi tutti i servizi necessari a garantire la sicurezza personale di ogni cittadino.
All’isola, ad oggi, abbiamo avuto 11 casi di Covid, grazie alla lungimiranza dei sindaci e della predisposizione dei cittadini a seguire le regole. Ovviamente i due casi gravi sono stati trasportati via in elicottero, non potendo essere curati sul posto. Uno è morto, l’altro è stato ricoverato a Pisa.
L’Isola è socialmente distanziata dal “continente” ed ha notevoli difficoltà gestionali. Non si può salire su un’ambulanza e partire per l’ospedale di Livorno se c’è mare grosso o vento forte, e anche l’elisoccorso a volte fatica ad atterrare. Considerate che se il tempo è in buone condizioni, ci vogliono comunque circa un’ora e mezzo di nave e un’altra ora e mezzo di strada per arrivare a Livorno. E se l’urgenza è critica, bisogna aspettare l’arrivo dell’elisoccorso, e in questo caso il tempo si dilata a circa 4/5 ore e forse più (esperienza personale d’infartuato).
La struttura ospedaliera elbana ha, al suo interno, il posto per istituire una vera Terapia Intensiva, i cittadini si sono tassati donando più di 100.000,00 euro proprio per la realizzazione di questa terapia, ma non c’è verso di farla costruire.
Appare chiaro che, agli occhi di chi guida la regione Toscana, noi “isolani “ siamo e dobbiamo restare cittadini di serie B. Lassù, nei meandri del castello fortificato del governatore Rossi, non ne vogliono sapere, la scusa è sempre la stessa: manca il personale specializzato e noi ci poniamo sempre la stessa domanda: ma chi dovrebbe inviarlo? Noi?
Capisco che il periodo non sia dei più semplici, anche per chi deve decidere, ma siamo stanchi di ricevere sempre e solo dinieghi di fronte alle richieste che riguardano la salute dei nostri concittadini, per questo vi chiedo di porre l’attenzione al problema ringraziandovi già da adesso per il tempo che ci dedicherete.
Alessandro Pugi
Da questo articolo su Facebook è nato il dibattito tra Sergio Carlotti e Federico Regini che riportiamo dalle loro pagine:
Io da cittadino ho scritto a striscia la notizia.. E non solo… Sia per la mia vicenda sanitaria che è strettamente collegata alla problematica del nostro ospedale con le relative carenze. Celafaremo.