Il 5° Capitolo (LA TERAPIA) della toccante e dificile esperienza di Filippo Randelli, capoliverese di adozione e cittadino onorario, ortopedico, ma che è stato anche di turno in un reparto COVID a Milano
. Purtroppo da qualche giorno è risultato positivo al Coronavirus.
In questo capitolo ad un certo punto scrive di noi elbani:
“.…… È difficile trovare un popolo così fiero e sincero.
Una comunità. Mi tornano in mente i Na’vi, Avatar.
Gli Elbani mi sono stati molto vicini in questo brutto periodo .…..”
5° Capitolo: LA TERAPIA
“La terapia non deve essere peggiore della malattia”
Lo ha detto ieri sera Donald Trump, in più riprese, durante la conferenza stampa quotidiana della “Coronavirus Task Force” che ogni giorno aggiorna gli americani. Dalla White House. Per me, un appuntamento fisso, ormai. Si preoccupa molto dell’economia. Del suo paese, soprattutto. Ha una prospettiva più lunga della mia, certamente. Io voglio solo guarire ora. L’America è un paese duro. Non l’Italia. Noi diamo molto per scontato. La Sanità in US è un privilegio. Lo so bene. Ho visto con i miei occhi. 1999.
“La terapia non deve essere peggiore della malattia”
Credo che questa frase sia nata in un altro periodo storico.
Quale? Quello che assomiglia di più a questa Pandemia. L’influenza Spagnola. 1918.
“I medici dell’esercito francese osservarono, apparentemente in modo indipendente, che quando l’influenza invadeva un reparto per la cura delle malattie veneree, tutti i pazienti soccombevano
eccetto i sifilitici, e si chiesero se a proteggerli non fossero le quotidiane iniezioni di mercurio che venivano loro somministrate. Un medico viennese arrivò persino a condurre un piccolo esperimento e, dal momento che nessuno dei suoi ventuno malati di influenza morì, dopo la sua cura a base di mercurio, concluse che era una terapia efficace.” (da “L’influenza spagnola: La pandemia che cambiò il mondo” di Laura Spinney).
Il problema è che il mercurio è tossico. Anzi molto tossico. Provoca di tutto. Dalla dermatite all’ictus passando dalla atassia (alterazione della coordinazione).
Penso alla mia terapia. Sarà peggio della malattia?
Non è una terapia specifica. Sono farmaci nati per trattare altro. La casualità e l’empirismo del laboratorio in vitro li hanno costretti ad un nuovo ruolo. Mitigare il virus e mitigare il nostro sistema immunitario per non farci cadere sul fondo. Poi le vitamine. Me ne parla, al telefono, Max Corsi.
Da sempre grande studioso della materia. Vitamine.
Dalla E alla D. Tutte le ha studiate. Sperimentate.
La Vitamina C è fondamentale per il sistema immunitario.
La Vitamina D è quella forse quella che Lui ha studiato meglio. Sul cuore. Grande MAX. Max mi parla di come la Vitamina C sia stata indagata anche sul fratello maggiore del nostro amico nascosto (così lo chiama Trump il virus), il SARS-COV1.
Harri Hemilä, Department of Public Health, University of Helsinki. Il più grande ricercatore sulla Vitamina C.
Mi sorella Gemma sostiene che se ne dovrebbero assume 1 grammo all’ora. La solita esagerata!? Così come l’acqua (Galeno), anche la Vitamina C, se esageri, può essere nociva.
In realtà Harri Hemilä parla di dosi fino a “6–8 g/day of vitamin C” nel suo più recente lavoro sull’argomento, del 2017 (Vitamin C and Infections. Nutrients 2017).
Gemma sarà felice. Non glielo dirò. Non le darò questa soddisfazione. Avrebbe dovuto citarlo Lei.
Non è facile ricordarsi tutto. Soprattutto se non si sta bene. Meglio segnare. Anche i parametri.
Temperatura e saturazione. Così puoi monitorare, con il giusto distacco, come vanno le cose. Non si segna la tosse. Non si segna la difficoltà respiratoria. Ma si temono. Più di quanto possiate immaginare. Quando si tossisce molto c’è un momento in cui gira la testa e compaiono vertigini. Non piacevole. Per nulla. Ma normale. State tranquilli.
MAI TRANQUILLI vale per altre situazioni.
Fortunatamente io non ho molta tosse. Anzi poca. Febbre. Spossatezza. Il dolore toracico. Quelli sì.
Ma in modo moderato. Nulla di ché.
Se non sapessi di avere il Covid. Lavorerei. Al solito.
Dolore toracico. Solo a destra, in basso.
La mia auto-diagnosi, clinica, da ortopneumologo, è lieve polmonite monolaterale.
Sono un medico. E leggo molto la letteratura “medica”.
Da sempre. Ne scrivo anche. Ma di quella Ortopedica. Mannaggia. Non riesco a non farlo. E Leggo. Leggo anche quella sul COVID. Tra l’altro, in questi giorni, insieme ad un gruppo di Ortopedici europei, guidato dal mio amico Vikas Khanduja, abbiamo appena terminato ed inviato un lavoro a THE LANCET, rivista di cui sono revisore.
Quindi parto da quella rivista a studiare.
“Radiological findings from patients with COVID-19 pneumonia in Wuhan, China: a descriptive study”. Heshui Shi et Coll. Lancet Infect Dis, April 2020.
“Risultati radiologici di pazienti affetti da polmonite da COVID-19 a Wuhan, Cina: uno studio descrittivo”.
Leggo due cose che non avrei mai voluto leggere:
1. La sede più colpita da polmonite nel covid 19 è il lobo polmonare inferiore destro. Toh! Proprio dove ho male io!! … “mainly involving the right lower lobe”
2. Da lì molto spesso diventa bilaterale, rapidamente…” rapid evolution from focal unilateral to diffuse bilateral ground-glass opacities”.
La mia Speranza risiede ora nella terapia farmacologica.
Spero che mitighi il virus. Certo devo sopportarne gli effetti collaterali. Nel mio caso nausea e vertigini. Mi rendono complesso lo stare in piedi. Seduto sto bene. Sono però in aumento. Inizio presto la mattina. Mi alzo.
Mi comporto come se fosse un giorno qualunque. Pennello e Crema da barba Sandalwood Taylor of Old Bond Street, doppio passaggio di rasatura. Ridà la gioia di vivere.
Denti. Marvis Rambas Dentifricio Pesca Mango. Non sento alcun sapore. Nessun odore. Anche nelle mie deplezioni quotidiane. Nulla. Impressiona un po’. Manca il profumo dell’aria.
Quindi prendo la siringa precaricata di clexane 6000 UI (eparina a basso peso molecolare) e, trovato il miglior sito dell’addome, mi inietto la dose salvifica nel sottocute. Brucicchia. Nulla di ché.
Si è visto che, non di rado, la morte avviene per embolia nel Covid 19. La sedentarietà poi non aiuta.
Ecco perché questo farmaco. Quindi preparo un bicchiere d’acqua con il fluimucil e lo trangugio.
Scendo. Faccio colazione. Sciolgo la mia prima dose di Vitamina C nell’acqua e ingoio, contemporaneamente, un Plaquenil da 200 mg. Questo farmaco, il cui principio attivo
l’idrossiclorochina, nasce già negli anni 50, ha normalmente indicazioni molto diverse. Viene usato nella cura della malaria, nell’artrite reumatoide e nel lupus eritematoso sistemico.
Per darvi una idea è solo al 128° posti tra i farmaci più prescritti negli Stati Uniti. O meglio lo era.
Fatto sta però che in vitro, in laboratorio, inibisce la crescita del virus, del nostro virus. E non solo.
Ma in vivo, nell’uomo?
Ebbene nell’uomo sembrerebbe fare lo stesso.
Un lavoro del Marsigliese Philippe Gautret mi colpisce. Bel nome Philippe! Ha valutato 42 pazienti, età media 46 anni. 26 hanno ricevuto idrossiclorochina 200 mg 3 volte al giorno per 10 giorni. Tra questi 26, alcuni, 6 per l’esattezza, hanno ricevuto anche l’azitromicina. 16 pazienti invece non hanno avuto né idrossiclorochina né azitromicina.
Tutti i pazienti, tranne 6 che hanno per svariati motivi abbandonato il protocollo (uno deceduto subito), sono stati sottoposti a tamponi giornalieri per verificare l’andamento della viremia e quindi l’eventuale effetto benefico dei farmaci testati.
Miracolo. A 6 giorni, il 70% dei pazienti in terapia con idrossiclorochina è risultato virus-free. Tamponi negativi.
Di contro solo il 12,5% dei pazienti senza terapia è risultato pulito dal virus. Non è finita. Tutti e 6 i pazienti trattati con la combinazione clorochina + azitromicina sono risultati virusfree dopo solo 5 giorni di terapia.
Io sto assumendo sia idrossiclorochina che azitromicina. Quest’ultima è un antibiotico, usato in questo studio, per evitare il rischio di sovra-infezioni batteriche. Sembra però avere anche proprietà immunomodulatrici ed antivirali, almeno in vitro.
Spero che gli ottimisti siano felici. Io sono ottimista.
Per gli scettici, non posso non approfondire. Il significato di questi risultati apparentemente eccezionali va analizzato. In primis il campione è molto piccolo. Poi non si tratta di uno studio
randomizzato, in cui i pazienti vengono divisi a caso (randomizzazione) ed equamente nei due gruppi.
Quindi è possibile che i risultati siano in parte viziati.
Ma in un momento di assoluta scarsità di dati scientifici questo è già un grande risultato.
Una speranza.
Grazie Philippe!! Merci beaucoup mon frère Français!! Se ne esco bene festeggerò a Champagne.
Ma torniamo a noi.
A mezzogiorno pasteggio con Plaquenil e Fluimucil. Le Cinque non sono più l’ora per un buon tè. Nuova dose di Vitamina C.
Mangio anche un po’ di miele. Incredibile. Il miele lo sento! Ne percepisco il gusto. Misteri insoluti.
Mi chiama Angelo Guglielmi. Nostro fratello Elbano. La Buena Sorte lo ha fatto nascere sullo scoglio.
Angulus mundi mihi carus est! In realtà, pur mantenendo tutte le caratteristiche che rendono grandi gli Uomini e le Donne di quest’Isola, Lui è come uno svizzero. Ha una capacità di conoscere e schematizzare invidiabile. Poi è onniscente.
Una curiosità patologia complicata da una memoria preoccupante. Poi sa ascoltare. E incamera tutto. Se hai un dubbio, chiedilo ad Angelo. Se poi il dubbio ha a che fare con mare, cibo, vino, turismo, motori, bici o l’Isola (d’Elba) stai parlando con l’Uomo giusto. In autoisolamento ormai da tempo, con la moglie Stefania, abile e onniscente come Lui, e Dario, 13 anni ma velista scafato.
Vive male il mio stato di malattia.
Vive male, come molti, questa malattia in generale. Pandemia. Ma è pragmatico e felice di stare in quel di Pareti. Capoliveri.
In questi giorni abbiamo spesso cenato insieme. Lasciando il cellulare in vivavoce sul tavolo.
Mi ragguaglia sullo stato della Pandemia Elbana. Fortunatamente pochi casi, già isolati.
Speriamo. Per gli Elbani e per la mia Mamma.
Io ho viaggiato molto nella vita.
Per lavoro, soprattutto, e per piacere.
È difficile trovare un popolo così fiero e sincero. Una comunità. Mi tornano in mente i Na’vi, Avatar.
Gli Elbani mi sono stati molto vicini in questo brutto periodo.
A partire dall’ex Sindaco Ruggero Barbetti, oggi vicesindaco, nonché ex commissario del Parco e il caro amico Marcello Ottanelli, la cui figlia, Lucrezia, lavora come strumentista con me a San Donato. E che strumentista.
Talento naturale. Detta Philipina in Ospedale.
Noi Randelli ci sentiamo Elbani. Spesso in famiglia parliamo
elbano. “ Il sole secca li fichi e tu ……………”.
Insomma, Angelo ha letto il mio racconto a suo padre, Alfredo Guglielmi, in arte “Il Corsaro”.
Un grandissimo diver. Professionista. Noto nel mondo. Un uomo di mare. Mare vero. Ha iniziato da bambino, sveglia alle 4 e via, a piedi fino alla spiaggia e poi a pescare.
Altro che Iphone. Giannino!!
Il miglior amico di mio Padre.
Un riferimento assoluto per mio Fratello Pietro. E anche per me.
Poi la vita gli ha sorriso ed è diventato un grande subacqueo.
Ha esplorato il mare dell’Elba come nessun altro. Conosce ogni scoglio, fuori e dentro l’acqua. E poi l’Arcipelago, con una predilezione per l’Isola che tutti noi “Elbani”, di nascita o di adozione, ammiriamo da lontano. Montecristo.
Sembra una divinità protettrice. Spero proprio lo sia ora. Sembrerebbe, visto il poco impatto del virus sulla popolazione. Speriamo.
Quando Il corsaro racconta il suo naufragio fuori da cala Maestra, a Montecristo, la paura ti assale e, insieme, la rassegnazione ad una morte certa. La tua. Perché Lui, da solo, di notte, in inverno, ha nuotato per ore fino a trovare un ridosso. È atterrato. Ha camminato tra le Montagne. Montecristo
è una montagna. Si è Salvato.
Il Corsaro potresti ascoltarlo per ore. Non sempre però ha voglia di parlare. Di condividere le sue storie. La sua vita. Appena lo fa devi cogliere il momento e fare domande. Scoprirai un mondo di
avventura. Ebbene il mio racconto è piaciuto al Corsaro.
Gli ha ricordato. Gli ha fatto rivivere una sua immersione, molti anni prima. Che bello. Anch’io riesco a raccontare.
Poco dopo mi chiama il Corsaro…
“Aguanta duro”!
“Bello il tuo racconto. Mi ha riportato alla mente delle emozioni. Di tanti anni fa. Anni 70.”
Raccontami dai. Non ha tanto voglia. Però va avanti…
“Era notte. Inverno. Freddo. Angelo aveva 3–4 anni. Dormivo. Malato. Febbre. Mi chiamano. Un ragazzo. Un Pescatore. Era da solo. Non è tornato. Caduto in mare. Mi alzo e vado. Capo Calvo (n.d.r. uno dei posti più scuri dell’isola). Attrezzatura. Mi tuffo. Buio. Silenzio. Irreale. Forse anche per la febbre.
Quella sensazione. Quella che ho rivissuto sentendo il tuo racconto. Che strana”
Avrebbe finito così. Ma io incalzo…E poi? Il Ragazzo?
“24–25 anni. Aveva moglie e un figlio, piccolo.”
L’hai trovato?
“Si”, la voce scende di tono, “Si. Sul fondo. Bianco.
Ricordo il Bianco. Un bianco che si muove, dominato dagli elementi. Sul fondo”.
Non ha più voglia di parlare. Mi dispiace avergli ricordato quell’immersione. Capisco. Lo saluto.
“Aguanta duro, Pippo”! Mi dice. Lo farò.
Ormai è sera.
Ceno con Plaquenil e Fluimucil. Non si dorme.
Vedo la conferenza stampa di Trump e della “Coronavirus Task Force”. Oggi Trump è molto arrabbiato con un giornalista. Lo tratta malissimo. Il tapino si è appena confuso e ha commentato una decisione del governo sbagliandone l’attribuzione.
In realtà quella decisione era avvenuta durante il governo Obama. Non vi dico come ha trattato quel poveraccio.
Certo quel poveraccio era molto impreparato e fazioso.
Poi è stato il turno di una giornalista di chiare fattezze asiatiche, cinesi. Fa la domanda, che quasi non riesce a finire.
Inizia l’aggressione. Le chiede se sia una stipendiata, e forse lo è, del governo cinese. E poi parte. Senza freni.
Salvini in confronto è un ragazzo dell’oratorio.
Prima di dormire Azitromicina e Vitamina C.
Mi aspetta la peggiore delle mie notti.