È stato un passaggio importante quello di ieri dell’assessore regionale accompagnato dalla direttrice generale Casani all’Elba, una giornata dedicata all’ascolto e al confronto con gli operatori sanitari, con le istituzioni locali e, nel pomeriggio, con i comitati e con i cittadini. Proprio dalla dottoressa Liberatori e dal dottor Stilo, del Pronto Soccorso, è arrivato l’appello più accorato per una risoluzione urgente delle mancanze che rendono estremamente difficile operare nel nostro ospedale. Sulle questioni principali sollevate che riguardano la carenza di personale, soprattutto nell’emergenza/urgenza, e l’ospedale di comunità ci sono stati impegni precisi a colmare delle sofferenze ormai strutturali. Nello specifico, quattro medici (tre a breve oltre un quarto da maggio 2022) da aggiungere alla dotazione organica del Pronto Soccorso e otto infermieri per riaprire l’ospedale di comunità, più un anestesista per attivare alcuni letti di terapia sub intensiva multidisciplinare.
Una scelta, quest’ultima, fortemente voluta anche dal Partito Democratico e richiesta ed indicata con un documento sulla sanità presentato nei mesi scorsi. Abbiamo sempre ritenuto che i letti di sub intensiva multidisciplinare fossero un risultato che l’Elba poteva reclamare e ottenere, al posto di altre formule non praticabili in un ospedale come il nostro.
Ora serve dare immediata attuazione a questi annunci e riportare le lancette della sanità ospedaliera elbana quantomeno alla situazione pre Covid. Positivo anche l’impegno a ripensare complessivamente la sanità del territorio con la definizione di tre case di comunità (di cui una, quella di Rio, già inaugurata anel 2015 ma mai messa realmente in funzione), con la sperimentazione dell’infermiere di comunità e con l’uso più intensivo della telemedicina, fondamentale per avvicinare i territori più periferici ai grandi ospedali della toscana. .
Le case di comunità, per ottenere i finanziamenti europei, dovranno essere i luoghi della medicina di famiglia, di prima diagnostica, di riferimento socio assistenziale, di riabilitazione e recupero post operatorio, non solo degli edifici con un’insegna.
Sullo sfondo è però indifferibile una riforma complessiva della sanità, che affronti i temi cruciali che la pandemia ci ha messo di fronte come mai era accaduto prima. Su tutti le difficoltà di reperimento dei professionisti e una profonda revisione del ruolo degli ospedali sulle acuzie e sugli interventi di alta specializzazione e della sanità territoriale come primo vero riferimento per i cittadini, soprattutto nelle fasi di prevenzione e riabilitazione. La battaglia per servizi sanitari di eccellenza anche nelle periferie, su tutte quelle insulari, è una battaglia che il Partito Democratico condurrà fino in fondo.
Importante che su impulso del consigliere regionale Anselmi, la giunta regionale abbia deliberato nel marzo scorso un percorso di definizione di incentivi tesi al rafforzamento degli ospedali meno attrattivi per i professionisti (Portoferraio, Piombino e Cecina), percorso che ha subito un rallentamento e che va velocemente ripreso.
Simone De Rosas — Segretario Federazione PD Val di Cornia e Elba
Massimo Scelza — Segretario PD Isola d’Elba