L’Autorità Idrica Toscana è un ente pubblico, al quale la legge regionale 69 del 28 dicembre 2011 attribuisce fra l’altro il controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato.
L’ AIT deve (o dovrebbe) vigilare sulla gestione del servizio idrico.
Viene naturale chiedersi se ha mai controllato la progettazione degli invasi collinari, dei soldi pubblici spesi per la realizzazione del Condotto, della tubazione che dagli Orti di Carpani raggiunge il Condotto per riempire il laghetto, ma che per lavori realizzati non certo a regola d’arte, si è svuotato nel giro di poche ore.
AIT, farebbe meglio a controllare che fine hanno fatto i soldi appaltati per il progetto degli invasi, mai realizzati, che ASA ha rinunciato a fare, per incapacità, visto l’esperienza del Condotto, anziché continuare ad affermare che il dissalatore sarà la panacea per risolvere i problemi idrici dell’Elba.
Per capire il pressapochismo di questo progetto, basta leggere nel primo decreto di esclusione della VIA, dove è scritto che le sostanze chimiche, usate per il lavaggio delle membrane, dovranno essere convogliate nella pubblica fognatura e che il committente (ASA spa) dovrà valutare la compatibilità idraulica delle rete fognaria esistente, in particolare il tratto fognario ubicato in loc.Mola; dovrà essere verificata inoltre la compatibilità con il depuratore di destinazione, plausibilmente quello di Porto Azzurro, in merito alla capacità idraulica ed alla capacità di trattamento residue, nonché la compatibilità della tipologia di trattamento depurativo con la qualità delle acque di lavaggio membrane.
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Tutti sanno (o dovrebbero sapere) che a Mola, lato Capoliveri non esiste nessuna pubblica fognatura e che, se anche ASA la costruisse, (cosa di cui dubitiamo), lo scarico non sarebbe certo a Porto Azzurro.
Questo solo per far conoscere a chi legge quanto sia profonda la conoscenza del territorio da parte dei progettisti
Un piccolo esempio di grande pressapochismo che ammanta questo “gioiello tecnologico”.
Così definito dal direttore di AIT.
Casualmente la stessa definizione di “gioiello tecnologico” fu usata anche dal Commissario Daviddi, durante la costruzione del Gassificatore. La fine che ha fatto lo abbiamo sotto gli occhi di tutti, o meglio sotto il naso di chi abita nei dintorni.
Comitato per la difesa di Lido e Mola