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“Tra il dire e il fare c’è di mezzo il coltivare”: AgRio rilancia l’agricoltura elbana

Il siste­ma ali­men­ta­re va tra­sfor­ma­to median­te la tran­si­zio­ne ver­so un siste­ma di pro­du­zio­ne, distri­bu­zio­ne e con­su­mo di cibo che sia buo­na, puli­to, rispet­to­so del­l’am­bien­te ed equo per­ché atten­to ai dirit­ti di chi col­ti­va pro­dot­ti ali­men­ta­ri e di chi li acqui­sta e con­su­ma.
Il tut­to nel­la logi­ca di un mer­ca­to che spo­si la real­tà del­l’i­so­la d’El­ba, fat­ta di piccoli/medi pro­dut­to­ri e biso­gno­sa di ali­men­ti di alta qua­li­tà a prez­zi acces­si­bi­li.
E’ que­sto il mes­sag­gio del pro­get­to AgRio, illu­stra­to nel­la riu­nio­ne tenu­ta nel­la sala “Fran­ce­sco Bosi” a Rio Mari­na gio­ve­dì 13 mar­zo di fron­te ad un nutri­to ed inte­res­sa­tis­si­mo pub­bli­co di addet­ti ai lavo­ri, coor­di­na­ti dal con­si­glie­re comu­na­le Jaco­po Mirar­chi, dele­ga­to allo svi­lup­po del­le poli­ti­che ali­men­ta­ri del Comu­ne di Rio, ed alla pre­sen­za del­la par­te acca­de­mi­ca del pro­get­to, rap­pre­sen­ta­ta dai ricer­ca­to­ri del­la Scuo­la Supe­rio­re San­t’An­na di Pisa Giu­lia Cor­si­ni e Anto­nio Man­zo­ni.
La con­di­vi­sio­ne è sta­ta una­ni­me: di fron­te ai feno­me­ni del­la per­di­ta del­la tra­di­zio­ne rura­le, del­lo spo­po­la­men­to del ter­ri­to­rio, del­l’ab­ban­do­no dei ter­re­ni agri­co­li e del­l’i­na­de­gua­tez­za del mono­po­lio del­le atti­vi­tà turi­sti­che sem­pre più con­trat­te nel tem­po, la rispo­sta può arri­va­re da stra­te­gie ali­men­ta­ri che valo­riz­zi­no il con­te­sto ambien­ta­le elba­no.
“L’Am­mi­ni­stra­zio­ne comu­na­le può esse­re il giu­sto inter­me­dia­rio per la con­cre­tiz­za­zio­ne del pro­get­to – ha com­men­ta­to il con­si­glie­re dele­ga­to Jaco­po Mirar­chi — sia­mo usci­ti dal­la riu­nio­ne con la net­ta sen­sa­zio­ne di aver fat­to un pas­so impor­tan­te ver­so un inte­res­se comu­ne, che rac­co­glie ini­zia­ti­ve fino­ra spar­se e che può muo­ve­re da Rio per fini­re ad abbrac­cia­re tut­ta l’i­so­la. Noi comin­ce­re­mo a indi­vi­dua­re, recu­pe­ra­re e valo­riz­za­re ter­re­ni pub­bli­ci abban­do­na­ti a voca­zio­ne agri­co­la, a imma­gi­na­re for­me di soste­gno agli impren­di­to­ri agri­co­li loca­li che vor­ran­no par­te­ci­pa­re al pro­get­to, a riat­ti­va­re le col­ti­va­zio­ni tra­di­zio­na­li, a pro­muo­ve­re e cer­ti­fi­ca­re i pro­dot­ti loca­li dotan­do­li di mar­chi di qua­li­tà (DOP, IGP ecc..), ad incen­ti­va­re l’a­gri­tu­ri­smo e il turi­smo gastro­no­mi­co. Voglia­mo crea­re nuo­vi spa­zi com­mer­cia­li dedi­ca­ti al cibo loca­le. Insom­ma, voglia­mo tor­na­re alle nostre radi­ci facen­do resu­sci­ta­re una nuo­va cul­tu­ra agro ali­men­ta­re che por­ti salu­te e nuo­vo lavo­ro.”
“Tra il dire e il fare c’è di mez­zo il col­ti­va­re”. Que­sto il mot­to che for­se espri­me meglio lo spi­ri­to di AgRio. L’au­spi­cio è che il pae­se, soprat­tut­to con i suoi gio­va­ni, ini­zi a spin­ge­re in que­sta dire­zio­ne.

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