Eccoci di nuovo a parlare di un’idea che ritorna ciclicamente come le zanzare in estate: il tunnel sottomarino tra l’Elba e la terraferma. Il protagonista della favola è Riccardo Cacelli, che rilancia il progetto con l’entusiasmo di chi crede ancora a Babbo Natale.
Ora, da isolano, mi chiedo: davvero qualcuno pensa che questo tunnel si farà? Ma soprattutto, con quali soldi? Perché qui non si riesce neanche a sistemare una strada senza che ci vogliano dieci anni e tre appalti, figuriamoci un’opera da fantascienza che manco Star Trek!
E poi, i numeri. Perché un tunnel sottomarino non è un buco nella sabbia: servono studi, permessi, ingegneri, trivelle, milioni su milioni… e diciamocelo, con le mareggiate che abbiamo, la prima volta che entra un’onda un po’ più grossa diventa l’Acquario di Genova.
E non dimentichiamo un piccolo dettaglio: l’Elba è un’isola. Lo dice la parola stessa! Ci piace il traghetto, ci piace il mare (quando non ci fanno pagare i biglietti come un volo per New York). Ci piace lamentarci delle code all’imbarco, ma in fondo ci siamo affezionati.
Quindi, caro Cacelli e sostenitori del tunnel: apprezziamo lo sforzo creativo, ma forse è il caso di concentrarsi su cose un po’ più realizzabili. Tipo, non so, abbassare il costo dei traghetti? Rendere più efficienti i trasporti pubblici sull’isola? O magari, visto che siamo in vena di sogni, un teletrasporto Elba-Piombino?
Intanto noi isolani aspettiamo fiduciosi. Magari tra una ventina d’anni risentiremo parlare del tunnel, giusto in tempo per un nuovo dibattito… e una nuova risata.

Partecipazione pubblica.…e soprattutto soldi privati