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Manchette di prima

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Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

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Semeraro: Mentre la salute è ridotta ad un privilegio, vivere e respirare sono ormai diritti desueti e soggetti a richieste di permesso

Di cosa par­lo? Di tut­ti quei dirit­ti san­ci­ti dal­la Car­ta Costi­tu­zio­na­le e che all’Elba sem­bra­no esse­re disat­te­si. In una socie­tà di dirit­to sia­mo for­se gli uni­ci in Ita­lia a dover­ci assog­get­ta­re ai vari Enti non Isti­tu­zio­na­li per ave­re il dirit­to allo stu­dio, alla cura, alla cul­tu­ra con­di­vi­sa, a muo­ver­ci e a difen­der­ci in tri­bu­na­le, esu­lan­do dal­le sacro­san­te con­ti­nui­tà ter­ri­to­ria­li, assi­sten­zia­li dal­la pri­va­cy.
Vive­re all’Elba signi­fi­ca dover paga­re le navi per usci­re per qual­sia­si moti­vo (salu­te, stu­dio, pri­va­to, etc…). Chi vive sul­la ter­ra fer­ma per muo­ver­si ha stra­de di qual­sia­si ordi­ne e per­cor­ren­za sen­za dover paga­re il pedag­gio o il bal­zel­lo come paghia­mo noi sul­le navi poi, se vuo­le esse­re più velo­ce e ave­re mag­gio­ri con­fort stra­da­li può sce­glie­re di pren­de­re l’autostrada. NOI dob­bia­mo paga­re quan­to sta­bi­li­to dai “Patron” del­le “Flot­te” nava­li anche se offro­no un ser­vi­zio sca­den­te e discon­ti­nuo, e se per­dia­mo una coin­ci­den­za o se ci lascia­no a ter­ra con la scu­san­te del mare mos­so dob­bia­mo tace­re. Se non ti pia­ce cavo­li tuoi al mas­si­mo te la fai a nuo­to. Come dirit­to di con­ti­nui­tà ter­ri­to­ria­le il ser­vi­zio dovreb­be far­lo la Socie­tà pub­bli­ca Tore­mar inve­ce ci risul­ta che è dub­bio­sa anche sul­le age­vo­la­zio­ni da asse­gna­re.
L’assurdo di que­sta vicen­da è che se un medi­co o un infer­mie­re per veni­re qui a curar­ci non rie­sce ad ave­re le age­vo­la­zio­ni per il pas­sag­gio con la nave (noi lo chia­mia­mo NAVIPASS), in un pros­si­mo futu­ro le nostre visi­te spe­cia­li­sti­che, le cure e gli esa­mi dia­gno­sti­ci ce li pos­sia­mo dimen­ti­ca­re. Que­sto vale anche per andar­ci a difen­de­re in tri­bu­na­le in con­ti­nen­te visto che il nostro è in bili­co sul cri­na­le del­la chiu­su­ra. Poi ci sono le socie­tà spor­ti­ve, sia che van­no, sia che ven­go­no che non potran­no più soste­ne­re le spe­se di pas­sag­gio nave per inte­ro a tut­ti i com­po­nen­ti e accom­pa­gna­to­ri del­la disci­pli­na spor­ti­va che rap­pre­sen­ta­no.
ASSURDO TUTTO ASSURDO.
Per la scuo­la il pro­ble­ma è più com­pli­ca­to per­ché il NAVIPASS lo daran­no volen­tie­ri al per­so­na­le ammi­ni­stra­ti­vo e di sup­por­to, men­tre per i docen­ti diven­ta un pro­ble­ma su cui riflet­te­re (non si capi­sce su cosa…). Così come si è timo­ro­si anzi, inca­pa­ci di far varia­re gli ora­ri di due navi di impor­tan­za qua­si vita­le per gli Elba­ni, quel­la del­le 6,30 da Por­to­fer­ra­io e quel­la del­le 20,30 da Piom­bi­no
A fron­te di tut­to que­sto e di mol­to altro, ci chie­dia­mo, per­ché que­ste pra­ti­che e que­sti per­cor­si dob­bia­mo far­li noi cit­ta­di­ni e non le Ammi­ni­stra­zio­ni Comu­na­li che oltre al pre­gio poli­ti­co di sede­re sul­lo scran­no più alto e guar­da­re la ple­be nel­le sue dif­fi­col­tà quo­ti­dia­ne per curar­si, per istruir­si, per difen­der­si e a RESPIRARE I NERI FUMI del­le navi che inqui­na­no in un solo viag­gio quan­to inqui­na una cit­tà indu­stria­le del nord che han­no facol­tà Isti­tu­zio­na­le di inte­ra­gi­re con la Regio­ne, Pro­vin­cia, ASL, Auto­ri­tà Por­tua­le, Com­pa­gnie di navi­ga­zio­ne, Mini­ste­ro degli inter­ni e dei tra­spor­ti, Cor­te dei Con­ti, Pre­fet­tu­ra?? Come può far­lo un sem­pli­ce cit­ta­di­no o un dele­ga­to di una pic­co­la socie­tà spor­ti­va?? Allo­ra cosa ser­vo­no i Sin­da­ci e le loro Giun­te se il cit­ta­di­no deve far tut­to da se anche per­ché gli è proi­bi­to dal­le cir­co­stan­ze e dal­le rego­le vigen­ti per far­lo???
Visto che va sem­pre peg­gio ad ini­zia­re dal­la sani­tà, scuo­la, tra­spor­ti marit­ti­mi e stra­de, non sareb­be ora di riu­nir­si e comin­cia­re a pro­te­sta­re? Pro­por­rei di mani­fe­sta­re, di scen­de­re in piaz­za, maga­ri il saba­to pre-pasqua­le qua­le gior­no del­la Resur­re­zio­ne per­ché anche noi dob­bia­mo risor­ge­re da que­sto tor­po­re, da que­sto abban­do­no poli­ti­co e ammi­ni­stra­ti­vo e pre­ten­de­re i nostri fon­da­men­ta­li dirit­ti.
Fran­ce­sco Seme­ra­ro
(Comi­ta­to Elba Salu­te)

 

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