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Naturalisti e ricercatori a confronto all’Isola del Giglio. Celebrato il convegno scientifico conclusivo del progetto LETSGO GIGLIO

Si è con­clu­so con suc­ces­so il con­veg­no sci­en­tifi­co ded­i­ca­to al prog­et­to LETSGO GIGLIO (“Less alien species in the Tus­can Arch­i­pel­ago: new actions to pro­tect Giglio island habi­tats”) che ha riu­ni­to esper­ti, ricer­ca­tori e rap­p­re­sen­tan­ti delle isti­tuzioni dal 23 al 25 otto­bre sul­l’Iso­la del Giglio. Gli inter­ven­ti e la dis­cus­sione si sono focal­iz­za­ti sul­la tutela del­la bio­di­ver­sità delle pic­cole isole del Mediter­ra­neo, sul­la riduzione dei peri­coli asso­ciati alle inva­sioni delle specie aliene, ani­mali e veg­e­tali, e sui risul­tati con­se­gui­ti gra­zie alle attiv­ità svolte nel cor­so del prog­et­to. Tra i rela­tori era­no pre­sen­ti esper­ti nel set­tore del­la con­ser­vazione del­la natu­ra, tec­ni­ci impeg­nati nel­la real­iz­zazione di altri prog­et­ti Life, tec­ni­ci e rap­p­re­sen­tati di aree marine pro­tette e di parchi nazion­ali, rap­p­re­sen­tan­ti di asso­ci­azioni per la tutela dell’ambiente.
L’evento ha avu­to inizio con il ben­venu­to ai parte­ci­pan­ti del Sin­da­co Arman­do Schi­affi­no e del Vicepres­i­dente del Par­co Nazionale Arcipela­go Toscano Ste­fano Feri che ha evi­den­zi­a­to la por­ta­ta strate­gi­ca del prog­et­to, ringrazian­do tut­ti gli inter­venu­ti e tut­ti i sogget­ti che in questi lunghi anni han­no con­sen­ti­to non solo lo svol­gi­men­to, ma anche la rius­ci­ta del prog­et­to, sot­to­lin­e­an­do par­ti­co­lare orgoglio e sod­dis­fazione rispet­to alla pre­sen­za sul­l’iso­la di così tan­ti e così qual­i­fi­cati rela­tori.
Giampiero Sam­muri, Pres­i­dente del PNAT, ha introdot­to i lavori delin­e­an­do il con­testo inter­nazionale e l’importanza di agire con fer­mez­za per con­trastare la minac­cia delle specie introdotte a van­tag­gio del­la con­ser­vazione del­la natu­ra, evi­den­zian­do anche le crit­ic­ità sorte durante la real­iz­zazione delle attiv­ità del prog­et­to al Giglio.
Da seg­nalare tra le relazioni più sig­ni­fica­tive il con­trib­u­to del Min­is­tero dell’Ambiente e del­la Sicurez­za Ener­get­i­ca, rap­p­re­sen­ta­to da Euge­nio Duprè, che ha illus­tra­to la strate­gia nazionale per la bio­di­ver­sità nelle aree pro­tette, la comu­ni­cazione di Lucil­la Carnevali, dell’Istituto Supe­ri­ore per la Pro­tezione e la Ricer­ca Ambi­en­tale (ISPRA), rel­a­ti­va alla dis­tribuzione, agli impat­ti e al quadro nor­ma­ti­vo sulle specie aliene in Italia, l’intervento di Andrea Mona­co, anco­ra di ISPRA , ded­i­ca­to al ruo­lo del­la comu­ni­cazione dell’attuazione dei prog­et­ti che oper­a­no per con­trastare la dif­fu­sione delle specie aliene inva­sive e quel­lo di Mar­co Fer­ret­ti, Regione Toscana, che ha descrit­to l’impegno regionale in ques­ta speci­fi­ca mate­ria.
Molte le espe­rien­ze pre­sen­tate, dalle attiv­ità con­dotte nell’Area Mari­na Pro­tet­ta di Tavolara per ridurre l’impatto dei rat­ti e del Car­po­bro­tus o fico degli Otten­tot­ti, una specie di orig­ine sud africana, al piano di inter­ven­to per la rimozione dei dai­ni nel­la fores­ta dema­niale del Par­co Nazionale del Circeo, respon­s­abili di gravi dan­ni alla veg­e­tazione, fino alle attiv­ità messe in cam­po nel Par­co Nazionale dell’Asinara per ridurre le capre insel­vati­chite e quelle real­iz­zate nel Par­co Nazionale delle Foreste Casen­ti­ne­si per pro­teggere un anfibio raro, l’Ululone appen­nini­co. Di rilie­vo le espo­sizioni pre­sen­tate dai ricer­ca­tori por­togh­e­si e spag­no­li, con prog­et­ti mirati alla rimozione di alcune piante aliene inva­sive, nuo­va­mente il fico degli Otten­tot­ti, l’agave amer­i­cana, la mimosa e la can­na comune nell’arcipelago di Madera, in aree pro­tette del Por­to­gal­lo ed in Cos­ta Bra­va (Spagna); altret­tan­to inter­es­sante l’esperienza per rinat­u­ral­iz­zare un’isola canadese, Sid­ney Island, vici­no a Van­cou­ver, invasa dai dai­ni.
Ma al cen­tro dell’attenzione è sta­to il prog­et­to LETSGO GIGLIO che ha rag­giun­to i diver­si obi­et­tivi che era­no sta­ti indi­vid­uati quali ad esem­pio le azioni di tutela di alcu­ni habi­tat dell’isola: le lec­cete, le pinete, la veg­e­tazione delle scogliere, con una pianta endem­i­ca, il limo­nio, dai pic­coli fiori celesti. Anche alcu­ni ani­mali trag­gono ben­efi­ci dalle azioni del prog­et­to: uccel­li, far­falle, e soprat­tut­to un anfibio che vive in arcipela­go solo al Giglio, a Gian­nu­tri e a Mon­te­cristo, il discoglos­so sar­do, molto sen­si­bile ai cam­bi­a­men­ti del cli­ma.
Francesca Gian­ni­ni e gli altri ricer­ca­tori e tec­ni­ci han­no insis­ti­to nell’evidenziare i pun­ti for­ti del prog­et­to: oltre 3 ettari di cos­ta dove, rimosso il fico degli Otten­tot­ti, sono com­parse nuo­va­mente le piante native; la lec­c­eta, più di 200 ettari, non più ogget­to di neg­a­ti­va bru­ca­ta da parte dei mufloni; qua­si 5 ettari di pine­ta, dira­da­ta con tagli mirati, che ha già inizia­to il proces­so di ricol­o­niz­zazione da parte delle piante del sot­to­bosco. Per deporre le sue uova, infine, il discoglos­so potrà con­tare su 6 nuovi siti, ripristi­nati con alcune vasche per trat­tenere l’acqua di sor­gente, sen­za più temere la tes­tug­gine palus­tre amer­i­cana, rimossa dall’isola.
Riflet­tere sulle politiche e sulle azioni per la pro­tezione del­la bio­di­ver­sità nelle pic­cole isole del Mar Mediter­ra­neo è sta­to il tema del­la tavola roton­da con­clu­si­va, pre­siedu­ta da Giampiero Sam­muri, che ha reg­is­tra­to il con­trib­u­to di Andrea Mona­co (ISPRA), di Ste­fano Cipri­ani (Coman­dante Repar­to Cara­binieri Par­co Nazionale Arcipela­go Toscano), di Anto­nio Canu (WWF Italia) e di Umber­to Maz­zan­ti­ni (Legam­bi­ente). Il mes­sag­gio è sta­to uni­vo­co: alla sca­den­za del 2030, ormai alle porte, per rag­giun­gere in Italia il 30 % di ter­ri­to­rio pro­tet­to, il pro­gram­ma LIFE rimane uno dei pun­ti di rifer­i­men­to per finanziare le attiv­ità volte alla pro­tezione del­la natu­ra. La com­p­lessità di queste azioni si affronta in pri­mo luo­go con la vic­i­nan­za del­la popo­lazione con la quale con­di­videre, in modo chiaro e con­cre­to, i risul­tati e i ben­efi­ci che si inten­dono rag­giun­gere, con la sin­er­gia e il coor­di­na­men­to tra tut­ti gli attori impeg­nati nel­la con­duzione delle attiv­ità, con la fer­mez­za e il sen­so di respon­s­abil­ità nel super­are i momen­ti di crisi.

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