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Trasporti marittimi: ” Quel pasticciaccio brutto della continuità territoriale”

Navi in ven­di­ta, posti di lavo­ro a rischio, pro­ro­ghe del ser­vi­zio: che la vicen­da rela­ti­va al nuo­vo ban­do per la con­ti­nui­tà ter­ri­to­ria­le non sareb­be fini­ta bene era intui­bi­le dal­la pre­sen­ta­zio­ne del­lo stu­dio pre­pa­ra­to­rio del­la Regio­ne Tosca­na. Un lavo­ro affi­da­to ad una socie­tà pri­va­ta che, pre­sen­ta­to nel 2024 alla sala De Lau­gier dall’Assessore Regio­na­le ai Tra­spor­ti Bac­cel­li, ave­va mostra­to fin da subi­to tut­ti i suoi limi­ti. Nono­stan­te il gra­ve ritar­do del­la Regio­ne (il ban­do pre­ce­den­te era sca­du­to con il 2023 con con­se­guen­te pro­ro­ga a favo­re dell’attuale gesto­re per il 2024) la Giun­ta fio­ren­ti­na dimo­stra­va anco­ra una vol­ta una vaga cono­scen­za del set­to­re ed una scar­sa atten­zio­ne rispet­to al tema dei tra­spor­ti marit­ti­mi per l’Elba e per le iso­le dell’Arcipelago Tosca­no. Non una paro­la era dedi­ca­ta ad una valu­ta­zio­ne sto­ri­ca del­la attua­le for­ma di gestio­ne del ser­vi­zio marit­ti­mo. Una caren­za gra­ve e col­pe­vo­le: la pri­va­tiz­za­zio­ne del­la TOREMAR si è rive­la­ta un TOTALE DISASTRO per l’Elba ed i suoi abi­tan­ti. All’epoca del­la pri­ma pri­va­tiz­za­zio­ne all’inizio degli anni 2000, quan­do le altre for­ze poli­ti­che (destra e PD) era­no offu­sca­te dal­la sbor­nia neo­li­be­ri­sta del­le pri­va­tiz­za­zio­ni sel­vag­ge, la scel­ta ope­ra­ta dal­la Regio­ne Tosca­na fu quel­la di met­te­re a ban­do la gestio­ne del­la TOREMAR. Para­dos­sal­men­te a vin­ce­re la gara fu il Grup­po Ono­ra­to che già pos­se­de­va la com­pa­gnia Moby, diret­ta e sostan­zial­men­te uni­ca con­cor­ren­te di TOREMAR sul­la trat­ta di navi­ga­zio­ne. La con­se­guen­za fu l’istituzione di un mono­po­lio con tut­ti i ben noti dis­ser­vi­zi. Nel 2012 la Regio­ne Tosca­na riu­sci­va a fare anco­ra peg­gio: all’esito di due sepa­ra­ti ban­di ven­de­va la flot­ta TOREMAR al Grup­po Ono­ra­to e asse­gna­va il ser­vi­zio di con­ti­nui­tà ter­ri­to­ria­le sem­pre allo stes­so ope­ra­to­re. In que­sto modo veni­va archi­via­to ogni ruo­lo effet­ti­vo del set­to­re pub­bli­co nei tra­spor­ti marit­ti­mi. Le con­se­guen­ze sono sot­to gli occhi di tut­ti: peg­gio­ra­men­to ed inaf­fi­da­bi­li­tà del ser­vi­zio; navi vetu­ste; aumen­to dei tem­pi di navi­ga­zio­ne; inqui­na­men­to del­le aree por­tua­li; costo dei bigliet­ti altis­si­mo. La pri­va­tiz­za­zio­ne è sta­to un fat­to­re di sot­to­svi­lup­po per l’Elba, un osta­co­lo al dirit­to alla mobi­li­tà degli elba­ni che sono costret­ti a viag­gia­re per moti­vi di salu­te, di stu­dio o di lavo­ro, ed un gra­ve ele­men­to osta­ti­vo allo svi­lup­po dell’economia e del turi­smo. La man­can­za di ana­li­si sto­ri­ca ha come con­se­guen­za che nel­le men­ti dei gover­nan­ti regio­na­li non si pos­sa nep­pu­re ipo­tiz­za­re una qual­che alter­na­ti­va all’attuale siste­ma. La loro uni­ca visio­ne, ormai supe­ra­ta dall’evidenza dei fat­ti, è quel­la dell’ideologia iper­li­be­ri­sta, rapa­ce e pri­va­tiz­za­tri­ce. Così, come e peg­gio del soli­to, han­no rimes­so i desti­ni di que­sto set­to­re fon­da­men­ta­le e stra­te­gi­co ai meri inte­res­si di mer­ca­to, con l’aggiunta del cosid­det­to “spac­chet­ta­men­to”, con­si­sten­te in pra­ti­ca nel­la sepa­ra­zio­ne tra l’affidamento del­la trat­ta Piom­bi­no – Por­to­fer­ra­io e le altre.  Nell’estate que­sto mix di iper­li­be­ri­smo, caren­za di idee e accu­mu­lo di ritar­di ha pro­dot­to tut­ti i suoi frut­ti tan­to avve­le­na­ti quan­to a suo tem­po pre­ve­di­bi­li: il Grup­po Moby – Tore­mar di Ono­ra­to si è tira­to indie­tro dal­la par­te­ci­pa­zio­ne al nuo­vo ban­do di gara; i lavo­ra­to­ri marit­ti­mi, rischian­do mol­to con­cre­ta­men­te il posto di lavo­ro, sono sta­ti costret­ti allo scio­pe­ro per cer­ca­re di sen­si­bi­liz­za­re la poli­ti­ca e le dor­men­ti isti­tu­zio­ni; Tore­mar ha mes­so in ven­di­ta alcu­ne navi del­la flot­ta “elba­na”  e si è ipo­tiz­za­ta una ulte­rio­re pro­ro­ga dell’affidamento (la secon­da) al Grup­po Ono­ra­to il qua­le, da par­te sua, non ha mai comu­ni­ca­to la pro­pria dispo­ni­bi­li­tà alla pro­se­cu­zio­ne del ser­vi­zio. Peg­gio di così non si potreb­be anda­re, sia per i lavo­ra­to­ri che per gli uten­ti (cit­ta­di­ni resi­den­ti, pen­do­la­ri e turi­sti). Nei pri­mi gior­ni di set­tem­bre il PD e la Regio­ne Tosca­na assi­cu­ra­va­no però sul­la stam­pa che le linee gui­da del ban­do per la con­ti­nui­tà ter­ri­to­ria­le marit­ti­ma sareb­be­ro sta­te com­ple­ta­men­te rivi­ste ripri­sti­nan­do la figu­ra del “gesto­re uni­co” ed annun­cia­va­no che il nuo­vo ban­do sareb­be sta­to pron­to entro il 30 set­tem­bre. Anche la pro­prie­tà del­la TOREMAR, duran­te un incon­tro in sede sin­da­ca­le, si dimo­stra­va più pos­si­bi­li­sta cir­ca una sua par­te­ci­pa­zio­ne al nuo­vo ban­do che comun­que avreb­be avu­to una tem­pi­sti­ca poco com­pa­ti­bi­le con la sca­den­za del­la pro­ro­ga del 31.12.2024. In real­tà pare che il ban­do vedrà la luce solo nel mese di otto­bre (for­se). Insom­ma, se tut­to andrà bene, è ipo­tiz­za­bi­le, dan­do sfog­gio di note­vo­le otti­mi­smo, una pro­se­cu­zio­ne dell’attuale situa­zio­ne con navi sem­pre più vec­chie e ser­vi­zi sem­pre più len­ti e pro­ble­ma­ti­ci soprat­tut­to nei mesi inver­na­li. Se nell’immediato que­sto è pur­trop­po lo sce­na­rio più pro­ba­bi­le e pres­so­ché ine­vi­ta­bi­le, dob­bia­mo dire con for­za che l’alternativa a que­sto sta­to di cose c’era e c’è. E’ quel­la di un rin­no­va­to impe­gno del set­to­re pub­bli­co che deve tor­na­re ad esse­re pro­ta­go­ni­sta e far­si cari­co diret­ta­men­te del dirit­to alla mobi­li­tà degli elba­ni. E’ una scel­ta che richie­de tem­pi tec­ni­ci e ade­gua­te risor­se eco­no­mi­che ma che si deve ini­zia­re a stu­dia­re e por­re in cam­po fin da subi­to, pena la pro­se­cu­zio­ne dei dis­ser­vi­zi e la len­ta ma costan­te deca­den­za eco­no­mi­ca dell’isola. Lan­cia­mo un appel­lo alle altre for­ze poli­ti­che per una pro­po­sta uni­ta­ria a livel­lo di par­ti­ti ed enti loca­li dell’Isola che supe­ri la vec­chia e supe­ra­ta logi­ca del­le pri­va­tiz­za­zio­ni, rive­la­ta­si ormai per quel­la che è, ovve­ro una ideo­lo­gia “acchiap­pa­grul­li”.    Se si voglio­no dav­ve­ro tute­la­re i dirit­ti degli elba­ni occor­ro­no idee nuo­ve e corag­gio­se.

Par­ti­to del­la Rifon­da­zio­ne Comu­ni­sta

Cir­co­lo Iso­la d’Elba

 

 

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