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Autorə In Vantina 2024 – Quarto incontro “Le mani sulla Guardia Costiera” Di Nello Scavo

Quar­to appun­ta­men­to in piaz­za per la rasseg­na let­ter­aria Autorə in Van­ti­na, orga­niz­za­ta dal Comune di Capo­liv­eri e dal­la libre­ria MardiLib­ri di Porto­fer­raio, in col­lab­o­razione con la Pro­lo­co di Capo­liv­eri.
Ven­erdì 26 luglio 2024, alle ore 21:30, sarà ospite del­la rasseg­na Nel­lo Sca­vo, gior­nal­ista di “Avvenire”.
Nell’anfiteatro del­la Van­ti­na a Capo­liv­eri, accom­pa­g­na­to dal­la gior­nal­ista Sab­ri­na Car­reras, Sca­vo pre­sen­terà il suo “Le mani sul­la Guardia costiera.
Come la polit­i­ca minac­cia l’indipendenza di una grande isti­tuzione ital­iana” (Chiarelet­tere, 2023).
Il vol­ume è il reso­con­to di un’inchiesta con­dot­ta sul traf­fi­co di esseri umani nel Mediter­ra­neo cen­trale, tra le coste del­la Sicil­ia, le acque ter­ri­to­ri­ali di Mal­ta e la spon­da libi­co-tunisi­na.
Quel Mar Mediter­ra­neo che nel libro è descrit­to come il teatro del «più grande crim­ine commes­so in Europa dai tem­pi del­la Sec­on­da guer­ra mon­di­ale».
Acque dove si vuole sia nata un tem­po la civiltà occi­den­tale; dalle quali, tiran­do su le reti, i pescherec­ci sicil­iani issano a bor­do scarpe, vesti­ti «e pure qualche pez­zo di quei poveri cristi».
Chi leg­gerà il libro avrà di fronte un quadro inqual­i­fi­ca­bile di con­niven­ze politiche e ammin­is­tra­tive, nazion­ali e sovranazion­ali; un quadro fat­to di mem­o­ran­dum seg­reti, omis­sioni, depistag­gi, ambi­gu­i­tà, pescherec­ci fan­tas­ma che appaiono come dal nul­la nel mare agi­ta­to, seg­nalazioni inascoltate, oscure imple­men­tazioni delle relazioni tra forze di polizia.
Uno sta­to di cose gesti­to da gente che fa dell’impunità «l’espressione del­la pro­pria forza» e nel quale, se si par­la di dirit­ti umani, lo si fa «con la lin­gua dei sol­di».
Ed ecco allo­ra come i migranti vengano val­u­tati alla stregua di mer­ce da spostare o stoc­care in por­ti più o meno sicuri; in caso d’incidente, descrit­ti come «cari­co resid­uale».
Che ne muoiano zero, dieci o cen­to sem­br­erebbe inin­flu­ente per il vol­ume d’affari in gio­co.
L’arrivo sulle coste ital­iane di un bar­cone vuo­to o pieno, la non parten­za dei detenu­ti dai lager libi­ci o la parten­za in con­dizioni dis­umane (su bar­chi­ni di lamiera «sal­dati mala­mente e pron­ti ad affon­dare alla pri­ma onda», che han­no l’aspetto di «bare scop­er­chi­ate»): entrambe le opzioni – a sec­on­da del­la con­ve­nien­za del momen­to – sono in gra­do di portare sol­di a chi gestisce la trat­ta.
È un sis­tema appar­ente­mente ben roda­to, finanzi­a­to e sostenu­to dall’Italia e dall’Unione Euro­pea.
Piano piano, come scrive Sca­vo: «attin­gen­do ai pregiudizi sul­lo “straniero” e manipolan­do le infor­mazioni […] si è arrivati a isti­tuzion­al­iz­zare la depor­tazione di mas­sa, la tor­tu­ra, l’eliminazione fisi­ca di decine di migli­a­ia di esseri umani.
Non con il silen­zio, ma con la com­plic­ità del­la polit­i­ca e delle opin­ioni pub­bliche».
È il ris­volto funesto delle mod­erne democra­zie occi­den­tali.
Un pun­to che non può non innescare una rif­les­sione forse anco­ra più ampia, sul­lo Sta­to stes­so come matrice, e sul­la polit­i­ca non come dis­ar­mante, inco­sciente e tal­vol­ta giullaresca inef­fi­cien­za, ma come reg­no del male, come tas­sel­lo indis­pens­abile al fun­zion­a­men­to dei gran­di affari “occul­ti”.
E ci si potrebbe chiedere, allo­ra, se non siano pro­prio le vec­chie entità statali in quan­to tali il prob­le­ma.
Qua­si auto­mati­ca­mente si attribuisce allo Sta­to una statu­ra ele­va­ta, il cos­ti­tuir­si come realtà sovrain­di­vid­uale in gra­do di tenere l’uomo lon­tano dal­la bar­barie.
Gli si attribuisce un val­ore che, a tut­ti gli effet­ti, esso riesce ad alzare soltan­to come bandiera ipoteti­co-ide­ale, ma mai vera­mente a incar­nare nel­la sua totalità.Paradossalmente, sia l’alta moral­ità di un’istituzione come la Guardia costiera, sia la viltà e la degradazione dei traf­fi­can­ti d’esseri umani sem­bra­no ali­men­ta­r­si alla stes­sa fonte, o a due diver­si sim­u­lacri del­la medes­i­ma entità: lo Sta­to – nel­lo scheletro del quale si sovrap­pon­gono legge e delin­quen­za, con una spic­ca­ta pre­dom­i­nan­za del­la sec­on­da.
Allo­ra, se per alcu­ni res­ta anco­ra un sim­bo­lo da difend­ere e un tes­ti­mone di val­ori irri­n­un­cia­bili, viene il sospet­to che lo Sta­to mod­er­no, nel­la sua effet­ti­va e gen­erale realtà, non sia ormai altro che una retor­i­ca cupo­la di pro­tezione per dei «cre­ti­ni peri­colosi».

Ange­lo Airò Farul­la

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