Tutte le volte che passo davanti alla biblioteca di Porto Azzurro e vedo quella porta chiusa ormai da tempo, non posso fare a meno di pensare a quanto tempo, nell’adolescenza, ho avuto la fortuna di poterci trascorrere per prendere un libro, studiare o fare le famose “ricerche per casa”.
Prima al piano terra del palazzo comunale, poi in fondo alla Pianotta, dopo alle scuole, ora all’ingresso del paese. Sono molti i posti che l’hanno ospitata, purtroppo con un orario di apertura sempre più ridotto con il passare degli anni.
Nella mozione presentata ed approvata qualche mese fa, sulla valorizzazione e riapertura della biblioteca comunale, più del prendere atto della possibile riapertura su base volontaria, era importante sottolineare l’approccio col quale andrebbe portato avanti un progetto simile, ovvero attraverso una programmazione ed una gestione stabile, che permetta di offrire un ventaglio più ampio di servizi.
E da qui parte la mia riflessione: se io dicessi che al giorno d’oggi il servizio di Biblioteca comunale offre le stesse opportunità che offriva 30 anni fa sarei superficiale e abbastanza fuori strada.
Le biblioteche di oggi sono e devono essere un punto di riferimento non solo culturale, ma anche sociale e una condizione imprescindibile è quella di garantire l’apertura al pubblico per tutta la settimana più ore al giorno, indipendentemente da quelli che si presume possano essere gli ingressi.
Nel nostro contesto, inoltre, dobbiamo anche considerare che non è presente una valvola di sfogo, per esempio una libreria che sia aperta tutto l’anno.
La biblioteca che vorrei è un luogo dove poter leggere il quotidiano del giorno, studiare per un esame universitario, presentare un libro, organizzare laboratori per bambini e ragazzi o svolgere varie attività con le scuole.
Ma soprattutto dovrà essere un centro di servizi rivolto ai cittadini, dove promuovere e supportare l’apprendimento delle competenze digitali.
Abbiamo il dovere di non escludere chi non riesce a stare al passo dei servizi online e delle identità digitali, e lo possiamo fare, per esempio, offrendo proprio quel servizio di “Facilitazione digitale”.
È questa la biblioteca che vorrei e un giorno spero con tutto il cuore di riuscirla ad ottenere.
Andrea Solforetti
Bravo, Andrea.