Oggi il sole splende e mentre faccio una fugace colazione osservo la strada. Vedo passare un pulmino della scuola che ha prelevato dei bambini a Casa del Duca e penso a mio figlio. Li vedo sorridere felici, smanettare, con quei musetti appiccicati ai finestrini pronti a vivere un’esperienza unica: la famosa “gita scolastica”.
Chi di noi non ha aspettato con ansia, con trepidazione, la partenza per la gita scolastica? Credo tutti. Eppure a mio figlio è stata preclusa così come a tutti i suoi compagni di classe. Perché mi domanda? Non so rispondergli e dargli una spiegazione logica e questo mi rammarica in modo inimmaginabile. Le classi terze della scuola Battisti, non possono andare in gita poiché sono classi “ingestibili”, questo il riferimento ai bambini nell’ultima riunione di classe effettuata presso il plesso scolastico. Ingestibile è un termine che rappresenta l’incontrollabile, l’ingovernabile. Due classi di 3^? Bambini di 8/9 anni? E che cosa avrete fatto mai di così grave, chiedo. Ho sbagliato come genitore? Non ti ho educato a dovere? No, la spiegazione è che i bambini non alzano la mano quando chiedono spiegazioni, parlano tra di loro interrompendo la maestra, e quando fanno ricreazione, obbligatoriamente all’interno della classe perché nel salone centrale corrono e potrebbero farsi male, a volte fanno giochi poco tranquilli. Comportamenti comuni a tutti i bambini di quest’età penso. Ah… e non dimentichiamoci che spesso devono essere richiamati due/tre volte prima che rispondano. Dei veri “serial killer” mi viene allora da dire. Quindi è il tuo comportamento a essere sbagliato? Il piccolo mi risponde con voce quasi sommessa: “babbo, ma non è così. O meglio non lo è per tutti. Da quando avete chiesto agli insegnanti di far mettere le note per chi si comportava male, credo che nessuno di noi ne abbia presa una”. Lo guardo e sorrido. Un sorriso amaro, dispiaciuto per l’occasione persa.
Discriminati? Mal gestiti? Non so quale sia la parola corretta da utilizzare in questo caso, certo è che mio figlio oggi andrà all’allenamento di calcio e lo farà con solo altri 3 suoi coetanei e compagni di classe, perché tutti gli altri sono in “gita scolastica”.
Alessandro Pugi