Nei giorni scorsi un rincorrersi di segnalazioni sui social per la scomparsa della statuina della Madonnina posta in una nicchia all’inizio del tunnel di Porta a Terra: rammarico, desolazione, disgusto per la sparizione di una figura oltre che legata pur alla fede cattolica era parte integrante del paese senza confini tra credenti e no. Il giallo si è rapidamente risolto: era stata prelevata per un intervento di restauro, nessun reato o oltraggio al culto che rappresentava solo una mancanza di informazione che ha acceso un vivace dialogo in rete.
Negli stessi giorni un’altra sparizione, passata però inosservata: è scomparsa dal suo supporto una targa, parte integrante della toponomastica, posta al bivio per la Loc.tà San Martino, con la scritta “Slargo Brigata Paracadutisti Folgore”.
Nessuna segnalazione nessun intervento sui social, silenzio assoluto ad esclusione di un solo cittadino che mi ha inviato un messaggio segnalando il fatto a cui ha fatto seguito un sopralluogo pensando che si fosse staccata e caduta a terra, ma nessun frammento o resti della targa in pietra nella pavimentazione adiacente e nemmeno nella sottostante scarpata coperta di vegetazione infestante: l’unica ipotesi, a questo punto, che sia stata asportata ma non gettata nel sottostante pendio. Prima di pensar male ho telefonato in comune per chiedere se avessero deciso di cambiare nome allo slargo, nessuno sapeva nulla e tantomeno risultava modificata la toponomastica del luogo; a questo punto ho, purtroppo, pensato male ritenendo che qualcuno l’avesse deliberatamente asportata con profonda amarezza e disappunto per quanto rappresentava quella targa.
Quella del bivio di San Martino era una targa voluta durante il mio mandato di Sindaco, non per spirito guerrafondaio ma per la doverosa stima e riconoscenza nei confronti della Brigata che nei tragici anni dell’ultimo trentennio del secolo scorso, caratterizzati da devastanti incendi con morti e danni a persone e cose — forse sconosciuti ai miei concittadini — non si è risparmiata partecipando attivamente all’opera di spegnimento, bonifica e negli ’90 anche alla prevenzione, attività quest’ultima, nel periodo in cui è stata svolta, che ha ridotto in maniera significativa il fenomeno degli incendi boschivi. Per quanto fatto dalla Brigata Folgore in quel difficile periodo ho ritenuto, da parte del Comune e dei suoi cittadini, l’intitolazione di una strada un dovuto atto di riconoscenza.
A questo punto nel silenzio assordante di fronte ad un gesto asociale mi auguro che l’amministrazione provveda a ricollocare un nuova targa facendomi carico di contattare personalmente il Sindaco, che — sono certo — mi ascolterà avendo calzato, durante il suo periodo di leva, il basco amaranto, e che questo costituisca un motivo in più a rimediare ad un gesto meschino.
Se il silenzio generale caratterizzasse anche l’amministrazione comunale non rimarrebbe che promuovere una raccolta fondi nell’ambito dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia provinciale per realizzare una copia della targa asportata chiedendo il nulla osta per riposizionarla con l’augurio che non venga negato. Questo perché deve mantenersi vivo il ricordo di chi ha dato molto per la sicurezza del nostro territorio, ma anche per evitare di farci pensare ad un gesto di ritorsione contro i fatti di Pisa, certo spiacevoli ma cavalcati ad arte dalla mai sopita avversione di certe parti politiche alle Forze dell’Ordine. Speriamo di non dover dare anche stavolta ragione al buon Giulio Andreotti. A pensar male…
Mario Ferrari già Sindaco di Portoferraio