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Il Progetto del Parco Nazionale per la messa in sicurezza del Fosso di Pomonte

Ai bloc­chi di parten­za la prog­et­tazione per riqual­i­fi­care il fos­so di Pomonte. Di questo si è dis­cus­so nel pomerig­gio di mer­coledì scor­so, 20 dicem­bre, durante l’incontro con la cit­tad­i­nan­za orga­niz­za­to nell’omonima frazione alla pre­sen­za degli Ammin­is­tra­tori del Comune e del Par­co, nonché dei tec­ni­ci impeg­nati in ques­ta nuo­va inizia­ti­va. Il Par­co Nazionale Arcipela­go Toscano ed il Comune di Mar­ciana han­no con­fer­ma­to l’ennesima forte col­lab­o­razione final­iz­za­ta alla riqual­i­fi­cazione del ter­ri­to­rio e, nel caso speci­fi­co, han­no illus­tra­to gli inter­ven­ti che ver­ran­no real­iz­za­ti con i finanzi­a­men­ti del Min­is­tero dell’Ambiente e del­la Sicurez­za Ener­get­i­ca, ded­i­cati a mit­i­gare gli effet­ti dei cam­bi­a­men­ti cli­mati­ci, che l’Ente Par­co è sta­to in gra­do di inter­cettare attra­ver­so un ban­do des­ti­na­to ai Parchi Nazion­ali. Dopo gli inter­ven­ti ded­i­cati al recu­pero dei castag­neti mar­ciane­si, ques­ta nuo­va prog­et­tual­ità – per un impor­to com­p­lessi­vo lor­do pari a 921.100 € – ha come obi­et­ti­vo il ripristi­no del­la fun­zion­al­ità eco­log­i­ca di un trat­to del fos­so di Pomonte pos­to nelle vic­i­nanze dell’abitato, allo scopo di ridurre il ris­chio idrauli­co del baci­no idro­grafi­co, par­ti­co­lar­mente vul­ner­a­bile. Sul­la base delle linee tec­niche impostate e illus­trate dal prog­et­tista Mau­r­izio Bac­ci, la sis­temazione dell’alveo avver­rà uti­liz­zan­do tec­niche di ingeg­ne­r­ia nat­u­ral­is­ti­ca, a minor impat­to pae­sag­gis­ti­co e ambi­en­tale, utili a favorire il riequi­li­bro idro­ge­o­logi­co e a creare una mag­giore vari­abil­ità mor­fo­log­i­ca, a sosteg­no del­la rinat­u­ral­iz­zazione del cor­so d’acqua.
Oltre a questi inter­ven­ti più strut­turali, una parte delle attiv­ità riguarderà il con­trasto alla cresci­ta e alla dif­fu­sione del can­neto, den­so ed este­so sull’intero trat­to ter­mi­nale del fos­so. Le canne, una specie aliena inva­si­va (Arun­do don­ax), con­tribuis­cono in modo sostanziale all’aumento del ris­chio idrauli­co per l’enorme mas­sa di detri­ti veg­e­tali sec­chi che pos­sono ostru­ire grave­mente il rego­lare deflus­so delle acque nei pic­chi di piena. Inoltre, ques­ta specie infes­tante impedisce la cresci­ta del­la veg­e­tazione ripar­i­ale nati­va, i popo­la­men­ti ad ontano nero, albero capace di rispon­dere al meglio ai req­ui­si­ti di adat­ta­bil­ità, resisten­za e resilien­za al con­testo cli­mati­co.
Oltre a con­tribuire pos­i­ti­va­mente in ter­mi­ni di miglio­ra­men­to delle con­dizioni idrauliche del fos­so, si sti­ma che con il tem­po si potrà reg­is­trare il miglio­ra­men­to strut­turale e fun­zionale di questo eco­sis­tema, con un aumen­to del­la capac­ità di immagazz­inare CO2, altro prin­ci­pale obi­et­ti­vo del­la strate­gia glob­ale sui cam­bi­a­men­ti cli­mati­ci.
Nel cor­so dell’incontro con la popo­lazione sono state for­nite infor­mazioni non solo sug­li obi­et­tivi dell’iniziativa, ma anche rel­a­ti­va­mente alle tem­p­is­tiche del­la fase prog­et­tuale (appe­na avvi­a­ta) e del­la fase esec­u­ti­va, nonché alle modal­ità oper­a­tive che ver­ran­no adot­tate, per le quali è sta­ta richi­es­ta una fat­ti­va col­lab­o­razione da parte dei fron­tisti.
Molto pos­i­ti­va la rispos­ta delle per­sone che han­no parte­ci­pa­to alla pre­sen­tazione e che han­no for­ni­to preziosi sug­ger­i­men­ti, molto utili ai prog­et­tisti per met­tere a pun­to gli inter­ven­ti pun­tu­ali sopra elen­cati.
Sod­dis­fat­ti il Sin­da­co Simone Bar­bi e la Vicesin­da­ca Susan­na Berti, che han­no apprez­za­to il lavoro svolto dal Diret­tore e dai tec­ni­ci dell’Ente Par­co, e il Pres­i­dente del Par­co Giampiero Sam­muri che, dopo aver ringrazi­a­to per i con­tribu­ti emer­si nel cor­so del­la riu­nione, ha dato appun­ta­men­to agli abi­tan­ti di Pomonte per ulte­ri­ori impor­tan­ti inizia­tive che, nel cor­so del 2024, inter­esser­an­no ques­ta porzione del ter­ri­to­rio, com­pre­so nel perimetro del Par­co Nazionale, alle falde del Monte Capanne.

 foto Michele Giun­ti

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