In questi giorni ho letto parecchie critiche, anche eccessive nei toni, di fronte alla decisione che ho preso di non fare ordinanza di chiusura delle scuole in presenza di un “allerta meteo arancione”, laddove tutti i miei colleghi elbani si sono regolati diversamente.
Potrei cavarmela con una banalità, dicendo che “ai miei tempi” si andava a scuola anche con la neve (e vi assicuro che a Roma la neve paralizza sempre tutta la città) e che quindi una semplice, anche se forte, ventolata non impedisce di andare a scuola.
Ma non lo faccio per non sentirmi dire che oggi “è tutto diverso”.
Prendo invece spunto dal commento sui social di una signora che si chiede “Ma il sindaco di Rio non ha figli e nipoti”? E vorrei tranquillizzarla: il sindaco di Rio non è né un incosciente né un irresponsabile. Ha figli (nipoti ancora no) ai quali ha cercato di insegnare il senso del dovere.
Per me andare a scuola è un dovere. Un dovere per tutti: per i presidi, per gli
insegnanti e per gli allievi, così come è un dovere andare al lavoro, e la scuola lo è.
E questo dovere deve essere sentito, dobbiamo essere educati a sentirlo.
In una situazione di allerta meteo che non annuncia una calamità naturale, chiudono gli uffici, gli ambulatori, i supermercati, le aziende? Certamente no, perché non c’è un reale pericolo per la pubblica incolumità. E allora perché devono chiudere solo le scuole? Si dovrebbe chiudere tutto. Se si dovesse chiudere le scuole per il forte vento, in Sardegna non vi sarebbe anno scolastico.
Anzi, forse un ragazzo al chiuso di una scuola è più al sicuro di quanto non sarebbe se andasse in giro sotto il maltempo.
Ora, io ho il massimo rispetto e la massima considerazione per i miei colleghi sindaci elbani, di cui sono amico, e sono certo che decidono in modo consapevole e responsabile; ma non prendo una decisione solo perché la prendono tutti gli altri. E in tanti comuni toscani le scuole non sono state chiuse.
Naturalmente, ogni ragazzo ed ogni genitore è libero di comportarsi come meglio crede; se non può, o non vuole, o non se la sente di andare a scuola per le avverse condizioni meteo è padronissimo di farlo. Gli allerta meteo servono appunto ad informare la comunità per metterla in condizione di decidere come proteggersi. Ma la scuola ha una funzione, è un riferimento, deve – se non c’è una reale forza maggiore contraria – essere aperta e accogliere chi ci vuole andare.
Concludo con una banalità. Come avete visto, il giorno dopo l’allerta (e anche oggi è così) si capisce che a scuola ci si poteva andare benissimo e che niente l’avrebbe impedito. Ora, perché vogliamo dare ai nostri giovani il messaggio per cui ogni allerta arancione è la scusa per un’automatica vacanza? Io non credo che sia giusto. Non credo che sia l’educazione giusta.
Marco Corsini, Sindaco di Rio
Anche noi come Edicola Elbana nella striscia della mattina abbiamo detto la nostra sulla decisione del Sindaco di Rio che potete sentire nel video allegato.