Da quasi un mese è in corso, nel totale silenzio dei media, la raccolta delle firme per indire tre referendum abrogativi, diretti, in due casi, a impedire la fornitura di armi all’Ucraina e ad ogni altro soggetto coinvolto in guerre e conflitti e, nel terzo, a contrastare lo smantellamento del Servizio sanitario nazionale. Si tratta di obiettivi importanti e condivisi da tutto il movimento pacifista e da chi, più semplicemente, non partecipa al furore bellico in atto in Europa e nell’Occidente.
Questa iniziativa referendaria, che auspica più investimenti per la salute degli italiani, meno per gli strumenti di morte e di guerra, è sostenuta da un Comitato di Garanti composto da giuristi (Mattei, Somma, Poggi, De Sena, Cappellini, Borghi, Calamo Specchia), magistrati (Leo, Sceusa), filosofi (Agamben, Cacciari), storici e politologi (Preterossi, Bradanini, Cardini, Dinucci, Viale), personalità del mondo cattolico (Zanotelli, Cesena, Minoni), giornalisti e personalità dello spettacolo (Ovadia, Freccero, Leoni, Vauro Senesi). Un fronte ampio, che mira a rappresentare la vasta preoccupazione nel Paese – testimoniata da tutti i recenti sondaggi – contro l’aumento delle spese militari e il parallelo degrado della sanità pubblica manifestatosi drammaticamente durante la pandemia.