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Manchette di prima

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Una segnalazione all’ ANAC per chiarire definitivamente la questione del Project financing del porto di Rio Marina

La vicen­da ammin­is­tra­ti­va del por­to di Rio Mari­na è divenu­ta una delle ques­tioni sim­bo­lo di una con­dot­ta del­l’am­min­is­trazione difronte alla quale, nelle ultime ore, si è reg­is­tra­ta anche la respon­s­abile (e cor­ag­giosa) pre­sa di dis­tan­za da parte di alcu­ni mem­bri del­la stes­sa mag­gio­ran­za che han­no deciso di non con­tin­uare ad aval­lare un oper­a­to che appare sem­pre più pieno di con­trad­dizioni e di dis­tanze. Se da un lato non ha ques­ta vol­ta fun­zion­a­to la strate­gia delle pre­fig­u­rate querele, dall’altro con­tin­u­ano le affer­mazioni non ver­i­tiere delle quali è dif­fi­cile trovare gius­ti­fi­cazione in una pre­sun­ta leg­gerez­za di chi d’altra parte ha ten­ta­to fino all’ultimo di som­min­is­trare al Con­siglio Comu­nale ed alla cit­tad­i­nan­za tesi infon­date ed ormai dis­conosciute anche dagli altri enti tito­lari di com­pe­ten­ze in ques­ta pro­ce­du­ra (come la ques­tione dell’esistenza di un’altra pro­pos­ta uffi­ciale nega­ta in con­siglio ed affer­ma­ta negli atti dell’autorità di sis­tema por­tuale). Quest’ul­ti­ma cir­cosltan­za, del resto, è costa­ta all’Ad­SP (ovvero all’unico sogget­to com­pe­tente in relazione a ques­ta pro­ce­du­ra) giudizi poco lus­inghieri a com­in­cia­re dai quel­li che han­no pre­so di mira i tem­pi di attualzione dell’intervento di adegua­men­to tec­ni­co fun­zionalei ai quali l’am­min­is­trazione avrebbe inte­so porre rime­dio, come se nes­suno sapesse ormai che l’intervento che avrebbe dovu­to fare il pri­va­to con­ta­va pro­prio sul­la real­iz­zazione dei medes­i­mi lavori di adegua­men­to sen­za il quale tut­to sarebbe rimas­to al palo sia dal pun­to di vista esec­u­ti­vo che da quel­lo finanziario. Questo costante ten­ta­ti­vo di pre­sentare una realtà diver­sa da quel­la che è, mi ha indot­to a ritenere ormai indis­pens­abile il ricor­so all’ANAC (Autorità Nazionale Anti Cor­ruzione) affinché la ver­ità giuridi­co-ammin­is­tra­ti­va di ques­ta vicen­da potesse giun­gere ad un pun­to fer­mo sen­za se e sen­za ma. Per questo moti­vo nelle ore che han­no pre­ce­du­to il con­siglio comu­nale di lunedì 19 dicem­bre ho introdot­to la seg­nalazione all’ANAC tramite i canali isti­tuzional­mente pre­visti, trasmet­ten­done copia alla stes­sa ammin­is­trazione comu­nale pres­so la quale chi avesse inter­esse può acquisir­la con l’esercizio del dirit­to civi­co di acces­so. All’esito dei pre­visti con­trol­li la popo­lazione potrà avere la certez­za sull’operato di chi si per­me­tte di invo­care giudizi morali sug­li altri sen­za pen­sare che un paese è fat­to di per­sone e che cias­cu­na di esse ha piena con­sapev­olez­za del modo di lavo­rare e di stare con gli altri di chi da sem­pre vive ques­ta comu­nità. Tut­to questo sta per­al­tro sti­molan­do il rian­i­mar­si di un orgoglio e di una coscien­za civi­ca che da tem­po il paese ave­va vis­to aneste­tiz­za­ta nell’impossibilità di dare qual­si­asi con­trib­u­to, ma che ora – di fronte alla pos­si­bil­ità di un futuro diver­so – si sta risveg­lian­do insieme ad un ritrova­to spir­i­to di unità.

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