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La lettera dei catechisti al Parroco di Porto Azzurro Don Francesco

Ill.mo rev. sac. don Francesco, anzi, o che so’ tut­ti ‘sti arzi­gogoli?!  Caro don Francesco (così va meglio), ques­ta vol­ta siamo noi cat­e­chisti a par­lare a te, a dirti: “Siedi­ti un atti­mo e ascol­ta”. Il dispi­acere non lo si può nascon­dere. Si vede, si sente, strepi­ta… nonos­tante tut­to. E Por­to Azzur­ro dispiaci­u­to lo è davvero nell’apprendere la notizia, ful­mine a ciel sereno, del­la tua nom­i­na come par­ro­co (anche) a Capo­liv­eri. In poco più di cinque anni hai saputo bar­ca­me­nar­ti — nei lim­i­ti del pos­si­bile — tra i tan­ti prob­le­mi del­la par­roc­chia, hai cer­ca­to di accogliere chi­unque bus­sasse alla por­ta di sagres­tia, mit­i­gar­ne gli umori, rega­lan­do un sor­riso, un con­siglio, una paro­la buona. Sem­plice e gen­uina come nei com­men­ti al Van­ge­lo la domeni­ca. È vero, rimar­rai Vic­ario fora­neo, cap­pel­lano del Carcere, rap­p­re­sen­tante legale (e Capo­liv­eri non è così lon­tana) ma inutile girar­ci intorno, non sarà pro­prio la stes­sa cosa. E — lo ripeti­amo — per­ché edul­co­rare, mascheran­do­lo, un dispi­acere vivo e pro­fon­do? Nul­la con­tro chi ver­rà in aggiun­ta, ad affi­an­care il nos­tro don Mat­tia, ma è più che umano il sen­ti­men­to che ti si vuole esprimere, specie per chi — come noi — la Chiesa l’ha vis­su­ta davvero; per chi non ti vede­va solo per funer­ali (tan­ti) e mat­ri­moni (pochi). Così van­no le cose un po’ ovunque, inutile arra­bat­tar­si, cer­care di mutar gli even­ti. Sec­o­lar­iz­zazione, dimin­uzione del clero: chia­matela come vi pare. Poi tu mis­sion­ario lo sei da sem­pre: pri­ma c’avevi l’Africa, mo ti toc­ca l’Elba. Beh, vor­rà dire che — pur veden­doti meno — con­tin­uer­e­mo a far del nos­tro meglio, e forse anche di più. Sap­pi, caro don Francesco, che siamo sta­ti for­tu­nati a “viver­ti”, ad ascoltar­ti, a dis­cutere con te (per­ché sì, è “gius­to” pure questo). Lo sare­mo anco­ra… qb (come la scorza di limone nelle sportelle). E poi, direbbe S. Agosti­no, vesco­vo e filoso­fo: “Qual­si­asi even­to, per quan­to triste pos­sa sem­brare, è sem­pre pos­to su di una via che por­ta al pos­i­ti­vo, ha sem­pre un sig­ni­fi­ca­to costrut­ti­vo”. Vedi­amo!

*Ah, copri­ti bene: su a Capo­liv­eri tira ven­to… e in un atti­mo ti ritro­vi “cionco” a let­to (sen­za Suor Sil­via con la sua scodel­li­na cal­da)! 

Tan­ti auguri, ci vedi­amo presto: ora di “figli­oli” ne hai tre!

I cat­e­chisti del­la Par­roc­chia di San Gia­co­mo Mag­giore — Por­to Azzur­ro

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