Barbara Blin proseguirà comunque i suoi laboratori di acquerello, pittura su ceramica al terzo fuoco e affresco presso il Museo e Tito Casartelli aprirà al pubblico un suo atelier a Marina di Campo.
Da lunedì prossimo proseguirà la rassegna di ARTISTI AL MUSEO, con un secondo appuntamento dedicato a tre artiste, Antonella Avataneo, Belinda Biancotti e Maria Grazia Biagi. Le tre esposizioni verranno ospitate nella Galleria dell’Open Air Museum Italo Bolano nell’ambito dell’annunciata rassegna che vedrà presentare una prima parte del variegato panorama artistico che si muove sulla nostra Isola.
Antonella Avataneo, piemontese di nascita, si è stabilita all’Elba dal 2017, a Portoferraio, dove, in collaborazione con Belinda Biancotti, ha aperto l’ Atelier Wip Gallery nel quale lavora intensamente nel campo dell’arte, sia come artista sia come insegnante.
Orgogliosa che il suo primo Maestro sia stato, a Bordighera, Raymond Peynet che le insegnò, più che a disegnare e usare il colore, la poetica che deve stare dietro l’opera, lei pur molto giovane, fu talmente colpita dai suoi insegnamenti che è convinta furono fondamentali per innamorarsi del mondo dell’arte.
Compiuti gli studi artistici nella sua terra natale Antonella ha percorso molte strade e molti indirizzi artistici, avendo come insegnanti illustri Maestri contemporanei quali Antonio Carena.
Sempre curiosa di sperimentare, ha esplorato molte tecniche, da quelle pittoriche a quelle plastiche, sempre tesa a esprimere sensazioni e concetti nuovi.
Al Museo Bolano Antonella Avataneo presenta una serie di opere dal titolo SABBIE.
“A me la sabbia serve per creare le onde dei vigneti, le onde del mare, le colline sinuose.- dice l’artista — Ascoltando la musica trasformo la sabbia in onde sonore, sinuosità neuronali, mandala, spirali mistiche, tantriche, impronte digitali. Le sabbie sono per me la trasformazione tridimensionale della bidimensionalità pittorica,della musica in materia.
Unione mistica con Madre Terra a camminarci sulla battigia.”
Belinda Biancotti, che condivide con Antonella lo spazio artistico, ha ben altra impostazione artistica.
Dotata certamente di un talento pittorico innato – “dipingo da sempre”- dice l’artista – Belinda ha avuto un rigoroso insegnamento presso la scuola di Luciano Regoli, che ha successivamente sviluppato preferendo solitamente i ritratti o gli studi del corpo, sia maschile che femminile. I suoi sono però ritratti molto particolari, perché ama riprodurre i suoi personaggi ponendo in evidenza caratteristiche salienti della personalità di chi ritrae spesso calandoli in personaggi mitologici. Ne scaturiscono opere forti, immediate.
“Dipingo per portare alla luce il potenziale presente in ogni persona affinché diventi consapevole di avere in se stessa tutte le risorse per realizzare i propri sogni.”
In questa rassegna Belinda Biancotti presenta una RETROSPETTIVA di sue opere, “Stelle e spine, ricchezze e miserie, entrambi carburante per elevare lo spirito se, nella giusta valenza, ad ogni stato d’animo viene data possibilità di esprimere se stesso al meglio delle proprie facoltà. La vita, nella sua infinita compassione, ci permea e ci compenetra. Noi siamo l’universo.” Questo il tema che accomuna i personaggi impressi sulle tele.
Maria Grazia Biagi è la terza artista di questa rassegna.
E’ nata a Marradi, nel cuore dell’appennino toscano, e a Firenze ha compiuto gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti. Dopo un primo periodo dedicato prevalentemente all’arte pittorica, Maria Grazia, in seguito ad un viaggio in Sardegna, con l’Artista Ariana Griva scopre il Raku, l’ antica disciplina giapponese dove, alla plasmazione diretta di una terra refrattaria, si compenetra una cottura dei materiali ad alta temperatura.
Ed è così che approfondisce e perfeziona la tecnica della plasmazione dell’argilla speciale che resiste ai forti sbalzi termici di questa tecnica e rimane conquistata dalle infinite possibilità cromatiche che il fuoco vivo permette di ottenere.
Nei lavori della Biagi la fusione tra la tattilità della terra, lasciata esposta nella sua nudità, con aree e superfici di una ricchezza smaltata, si fa traccia di un movimento interno alla forma stessa. Siamo particolarmente lieti di ospitare questa artista, che ha fatto dell’Elba un suo “luogo dell’anima”, fonte di ispirazione e di arricchimento spirituale, proprio qui nell’Open Air Museum dove si svolgono quasi quotidianamente i laboratori di ceramica Raku.
Le tre mostre saranno inaugurate lunedì 27 giugno alle ore 17 e successivamente saranno visitabili fino al 9 luglio con orario: lunedì 16–20 e da martedì a domenica 10–13 e 16–20.
Un invito ad abitanti e turisti, ma soprattutto ai giovani che amano l’arte, ad avvicinarsi a chi l’arte già la pratica da tempo per confrontarsi con i protagonisti e con essi discutere, nell’ambito dello spirito di partecipazione voluto dal fondatore del Museo, aperto a tutti.