Qualche settimana fa abbiamo pubblicato un’ accorato appello di uno studente elbano
Un’ insegnante ha voluto rispondere a questo studente e noi vi pubblichiamo ( anche se con un pò di ritardo per colpa nostra ) la sua lettera:
” Caro studente del quinto anno, se non ci fosse il covid e se sapessi chi sei, ti abbraccerei.
E nell’abbracciarti ti sussurrerei che non sei solo, che noi insegnanti la pandemia e le sue conseguenze le abbiamo vissute e le stiamo vivendo assieme a voi, nelle nostre classi.
Ti sussurrerei che, mentre leggevo la tua lettera, non riuscivo a identificare neanche uno dei miei colleghi o colleghe che corrispondesse alla tua descrizione. Ci ho provato, ma non ci sono riuscita.
Ti sussurrerei che siamo lontani dall’essere perfetti, ma se abbiamo scelto la scuola è perché vogliamo stare in mezzo a voi, accompagnarvi nelle vostre scelte e darvi gli strumenti migliori per affrontare cosa ci sarà dopo. Darvi gli strumenti per allontanarvi e poi tornare, o magari per allontanarvi senza tornare, o magari per non farvi allontanare proprio.
Ti sussurrerei che noi il primo giorno dell’inizio di quest’anno scolastico l’abbiamo affrontato con l’eccitazione di guardarvi varcare le soglie d’entrata, di vedervi seduti fra i banchi. La pandemia ci ha tolto voi, e non vedevamo l’ora di ri-prendervi. E ri-prendervi significa anche dirvi che dovete studiare, perché ogni sforzo, ogni sacrificio che facciamo viene gratificato, perché ognuno di voi può farcela, perché “la cultura rende liberi, e niente vale di più della libertà”.
Potrei sussurrarti ancora tante altre cose, ma mi fermo qui. Ricordati che noi ci saremo sempre.”
Un’insegnante.