Il mondiale Enduro Trophy 2021 Isola d’Elba ha portato una ventata di emozione ed ottimismo che riveste un grande significato anche per chi non può definirsi un appassionato di questa disciplina.
Al di là dei ricordi e degli aneddoti di chi ha avuto fortuna di assistere alla prima edizione — ben 40 anni fa — e l’orgoglio di ritrovare così una delle tante cose perdute, l’evento ha visto scendere in campo ( per usare un gergo sportivo) una volontà ed una capacità organizzativa di cui la nostra isola avrebbe bisogno sempre.
Sicuramente la motivazione del Moto Club Isola d’Elba A.S.D, guidato da Daniele Anichini nasce dalla sfida di coronare la propria passione con il raggiungimento di un ambizioso obiettivo ma — come accade in poche altre realtà elbane — ai propositi è seguito un efficace lavoro di squadra che ha affrontato e vinto gli ostacoli tecnici e amministrativi che un evento di questo livello comporta.
E l’Elba che ha riempito di bandiere quella banchina del porto — proprio quella che qualche anno fa ho visto nascere — è l’Elba che vorremmo sempre vedere: umile, orgogliosa di sé ma soprattutto consapevole delle proprie capacità e più forte delle polemiche e delle divisioni.
È l’Elba che ama il proprio territorio e pretende un dialogo con tutti coloro che esercitano competenze perché ha dimostrato che un equilibrio è possibile e questa deve essere della regola e non l’eccezione.
( foto: Lorenzo Giannini)