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Paola Mancuso: A proposito di operatori economici…ma le terme?

È ormai di dominio pub­bli­co la notizia di un’in­ter­rogazione delle oppo­sizioni in Con­siglio Comu­nale in mer­i­to a pre­sunte dichiarazioni del Sin­da­co Corsi­ni che lascereb­bero trasparire — in modo per­al­tro esplic­i­to — una sostanziale sfidu­cia del pri­mo cit­tadi­no nei con­fron­ti nel tes­su­to eco­nom­i­co e sociale di questo ter­ri­to­rio. Questo apre sen­za dub­bio un dibat­ti­to del­i­ca­to che va ben oltre le affer­mazioni ripor­tate e che non ci pos­si­amo per­me­t­tere di sot­to­va­l­utare se non vogliamo rin­un­cia­re a quel pro­tag­o­nis­mo dei cit­ta­di­ni che li pone in un rap­por­to di col­lab­o­razione essen­ziale con chi ammin­is­tra la cosa pub­bli­ca. Se il pri­mo cit­tadi­no esprime sfidu­cia ver­so le poten­zial­ità umane ed eco­nomiche del­la sua comu­nità, viene da chieder­si se e cosa fac­cia invece l’am­min­is­trazione per val­oriz­zare real­mente le risorse di questo ter­ri­to­rio. Pare al con­trario che prog­et­ti fon­da­men­tali per lo svilup­po siano sostanzial­mente al palo: pri­mo tra tut­ti quel­lo delle terme. Dopo le strom­baz­zate per l’adozione del­la vari­ante, tut­to pare esser­si nuo­va­mente are­na­to. Il moti­vo non è cer­to da ricer­care nel­l’in­erzia degli impren­di­tori e nep­pure nel­la prete­sa di assis­ten­zial­is­mo nei con­fron­ti del­l’am­min­is­trazione, ma piut­tosto in una chiusura al dial­o­go tra ammin­is­trazione e pri­vati (nelle forme che la legge oggi con­sente) che evi­den­te­mente impedisce una soluzione defin­i­ti­va. Nel lon­tano 2012 fui io ad annun­cia­re in una con­feren­za stam­pa i risul­tati delle anal­isi del­la fonte ter­male (meglio dir­lo subito… pri­ma che tut­to sia nato ieri come il cam­po di cal­cio…) ed anco­ra una vol­ta qual­cosa fer­ma un prog­et­to a cui i cit­ta­di­ni di Cavo e non solo han­no un sacrosan­to dirit­to. Nonos­tante la qual­ità prog­et­tuale delle pro­poste; nonos­tante la pos­i­ti­va val­u­tazione di com­pat­i­bil­ità con gli stru­men­ti urban­is­ti­ci region­ali; nonos­tante una pro­ce­du­ra che ha già rice­vu­to le osser­vazioni per­al­tro las­ci­ate sul tavo­lo sen­za rispos­ta; nonos­tante le autor­iz­zazioni del Min­is­tero del­la San­ità; nonos­tante tut­to questo, dunque, il palaz­zo tace con una par­al­isi che nega oppor­tu­nità e garanzie a chi ha investi­to e vor­rebbe inve­stire. Viene da pen­sare che se per il Sin­da­co gli oper­a­tori eco­nomi­ci sono sen­za inizia­ti­va, in realtà a man­care sia al con­trario una capac­ità di con­fron­to che ci pri­va di prospet­tive impor­tan­ti.

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