Stamani nell’Edicola Elbana del mattino abbiamo incontrato i nostri amici elbani che si recavano presso l’ospedale di Livorno per “8 minuti” di Radioterapia (tempo cronometrato da uno dei pazienti).
Questo accade tutti santi giorni e per la durata della terapia li vede fuori dall’Elba a partire dal mattino fino al primo pomeriggio quando va bene, cioè quando la nave parte e rientra regolarmente, altrimenti accade, come abbiamo documentato quest’inverno, che per il maltempo siano costretti a rimanere la notte dentro le auto mediche al porto di Piombino fino alla ripartenza dei traghetti.
Situazione che si ripete anche in estate e stare in giro 6/7 ore al caldo senza che sia un viaggio di piacere e non stando tanto bene è un calvario e sfidiamo chiunque a sostenere il contrario.
Per la salute si dice che siamo disposti a tutto, ma non tutti si possono permettere di assentarsi 6/7 ore (minimo) dal lavoro, senza incorrere in ulteriori difficoltà economiche e famigliari.
Sia chiaro che non abbiamo scoperto l’acqua calda o l’ultimo di una serie di disservizi a sorpresa, la situazione appare ancora più grave proprio perché è conosciuta benissimo dai vertici sanitati, dai nostri referenti politici, dai media, denunciata tante volte dalle famiglie dei malati, dai comitati della salute e dalle associazioni di volontariato che ci gravitano intorno. Proprio quest’ultime sono forse il sostengono concreto e materiale più diretto per i malati e a cui vengono demandate le lacune di un Sevizio Sanitario Nazionale che da tempo ormai non è più vicino alle persone e alle esigenze dei diversi territori.
Il Covid c’ha messo il carico, tutti concentrati verso di esso, ha distolto ancora di più l’attenzione verso i problemi quotidiani della sanità che sono la stragrande maggioranza.
Ora la pressione si è allentata e non ci sono più scuse, chi ha responsabilità di Governo a tutti i livelli, politici e aziendali, ci devono mettere la faccia e trovare una soluzione, perché è impensabile si possa continuare a far sopportare questo ulteriore disagio ai malati.
Oggi in tutti i settori si cerca di far mobilitare il meno possibile le persone, non è futuro, ma è la realtà e noi sulla nostra isola siamo sempre controcorrente, ma in negativo però.
Ci diranno che istallare un reparto di radioterapia comporta degli ingenti costi di struttura e di gestione, invece fare spostare ogni i giorni dei pazienti non ha dei costi? lo fanno gratis?
Ovvio che no e ci mancherebbe, possiamo solo ringraziare chi svolge il servizio, ma non va bene.
Ci dicono di voler andare verso la medicina territoriale, presentano alla stampa grandi progetti di telemedicina a distanza e la situazione è sempre peggio, possiamo capire non si possano fare determinati interventi sul posto, ma le terapie sono quelle, sono dei protocolli, una volta individuata la cura per il malato si procede fino al termine del ciclo, quindi vanno fatte sul posto.
Il problema della Sanità sull’isola non si ferma a questo evidenziato oggi, i comitati impegnati su questo fronte ne hanno a ciclostili di osservazioni mosse in questi anni, però sollecitati da questi amici ci piaceva farvi sentire direttamente la loro voce, rendere più umano quello che spesso queste parole vomitate su una tastiera non sanno più essere.
Federico Regini