Sarebbe interessante sapere a chi si rivolge l’Associazione “Libera Caccia” nell’articolo di
domenica 6 giugno.
Dopo la pubblicazione di un rapporto che tutti possono consultare gratuitamente a questa pagina:
nel quale sono
riportati:
• una lunga ed esaustiva rassegna stampa sui problemi che i cinghiali hanno causato, causano e causeranno alla nostra isola;
• la ricostruzione storica dell’immissione di una razza di cinghiale frutto di ibridazione di specie di tutt’altri territori;
• un altrettanto esaustivo rapporto sulla biologia, sull’etologia, sui rischi sanitari e su quelli
legati ai danni ambientali ed alla sicurezza sociale;
• un’accurata spiegazione del perché i cacciatori di cinghiali, responsabili in toto della
loro immissione, non possono essere la soluzione al problema;
• la dimostrazione che l’istituzione del Parco Nazionale è ben lungi dall’ essere la causa
della “sopravvivenza” e del proliferare del numero di esemplari.
Pertanto, se c’è una cosa di cui il Comitato per l’Eradicazione del Cinghiale, non può essere accusato è quella di “pressapochismo”.
Invitiamo a leggere attentamente la nostra “proposta”, nella quale non abbiamo la presunzione di sostituirci agli esperti riguardo le tecniche di eradicazione, tantomeno ci riferiamo a mangimi sterilizzanti: ciò che si propone è che i metodi di intervento siano progettati da chi ha titolo per farlo, sottolineando che
l’eradicazione dovrà essere la meno cruenta possibile. Sappiamo che non sarà una passeggiata, che nessuno ha la bacchetta magica, ma abbiamo la certezza scientifica e verificata in altre parti del mondo che un territorio insulare è l’unico caso dove un intervento di questo tipo è tecnicamente e concretamente realizzabile.
l’Associazione venatoria si preoccupa in modo bizzarro degli inesistenti rischi derivanti da ipotetici mangimi-farmaci, non considerando invece i concretissimi rischi sanitari, alla circolazione stradale e igienici che la presenza di questo grosso mammifero comporta.
Lasciamo ad altri l’inutile polemica contro il Parco Nazionale col quale ancora si gioca demagogicamente con una disinformazione che era già vecchia vent’anni fa.
Vorremmo comunque rassicurare le Associazioni venatorie elbane rispetto al fatto che la nostra non è una petizione contro la caccia, essa ha un unico scopo: eliminare dal territorio elbano i cinghiali.
Infine, la nostra iniziativa, nascendo da interessi legittimi (tutela dell’agricoltura, della salute, della sicurezza, dei beni privati e comuni e della natura insulare), garantiti dallo Stato e dalla legge Italiana, non nasce dal rancore verso qualche associazione o categoria di persone, ma dall’ormai insopportabile umiliazione della stragrande maggioranza della popolazione di quest’isola che per il divertimento di una esigua minoranza di nostri concittadini, deve sopportare un tale degrado.
Comitato Eradicazione Cinghiali Isola d’Elba