Da oggi, venerdì 27 maggio, sarà visibile lungo la Strada provinciale per Portoferraio allo spazio pubblicitario n°9 il sesto maxiposter del progetto INiTINERE, Nuovi paesaggi urbani, La città di Portoferraio per l’Arte, progetto culturale, artistico e turistico voluto e sostenuto dal sindaco Angelo Zini e dall’assessore alla Cultura Sig.ra Nadia Mazzei. L’Opera rappresentata è dell’Artista Andrea Lunghi e si intitola “Corale”, (SERIE: In Absentia, tecnica di stampa: silver gelatine prints on Barytic Paper, dimensione composizione: 60 cm x 40 cm, tiratura: Edition of 3), quattro scatti fotografici analogici riuniti a formare un’unica opera e facenti parte della Bipersonale del 2019, “Cosmopoli: la città ideale” (Festeggiamenti per il Cinquecentesimo anniversario della nascita di Cosimo I de’ Medici) dove Andrea Lunghi e Marcello d’Arco, hanno indagato, uno con la fotografia contemporanea e l’altro con la pittura sul rimando estetico delle possenti mura medicee della rinascimentale architettura di Cosmopolis, l’odierna Portoferraio, fondata da Cosimo I alla metà del Cinquecento. Una ricerca artistica diversa eppure complementare. Voglio ricordare alcune parole tratte dalla bellissima introduzione del catalogo legato alla mostra, scritta dalla Storica dell’Arte, Susanna Ragionieri e dal titolo “Il sogno di Cosimo”
Vi sono certi luoghi, in cui forma e pensiero sono a tal punto fusi in unità da scavalcare i secoli con naturalezza. Emanano una bellezza visibile a tutti, ma sono anche dei trasmettitori, fermi in silenziosa attesa di chi sappia davvero farli vibrare liberando quell’energia spirituale di cui sono saturi e generandone di nuova. Cosmopoli, la Portoferraio medicea, è uno di questi luoghi. Chi ha osservato la struttura della città ideale fortemente voluta da Cosimo alla metà del Cinquecento, intende subito che quel sistema di vie, fortezze e porto, non si esaurisce nella costruzione a scopo militare di un insieme inespugnabile, ma custodisce qualcosa di più. Per usare le parole di Giorgio de Chirico, potremmo dire che sono i segni eterni, una sorta di alfabeto metafisico impresso nelle forme dell’architettura italiana; oppure, pensando al recupero radicale fatto da Gino Severini nel passaggio dal cubismo al classicismo, delle idee di Piero della Francesca, Luca Pacioli, e Leonardo sulla divina proporzione, potremmo chiamarlo il sogno del Numero.
Non credo sia un caso se tracce di queste lontane esperienze si avvertono riaffiorare nelle opere qui riunite di Marcello d’Arco e Andrea Lunghi: due artisti elbani di differenti generazioni, attratti entrambi dall’immagine della città di Cosimo tanto da dedicarle numerosi lavori. La loro ricerca, diversa eppure complementare, racconta quanto la vitalità di una forma-pensiero possa divenire sorgente inesauribile per interpretazioni e nuove espressioni da parte degli artisti. […]
In dialogo con Marcello d’Arco sono gli scatti minimalisti e contemplativi di Andrea Lunghi, eseguiti a Forte Falcone, nel corso di un’unica sessione nell’estate del 2009, con l’idea di dare forma visibile al silenzio, la mente attraversata da ricordi di de Chirico e Morandi. «A volte mi capita di ritrovarmi in un’altra epoca, quando il senso dell’equilibrio e della misura erano salvi. Come in un sogno lucido, rivedere le regole dell’umanità e i suoi luoghi sacri». Andrea appartiene a una generazione nuovamente attratta dalla ricerca di una bellezza trascendente; il suo sguardo lento, intenso, non procede per frammenti, ma per particolari capaci di illuminare e condurre all’essenza del visibile. Così, può dirsi naturalmente predisposto a rivelare quella struttura nascosta, fatta di ritmi e proporzioni, su cui si fonda l’architettura di Cosmopoli. E il cortile di Forte Falcone deve essergli apparso sotto forma di una polifonia spaziale astratta e purissima. «Solo, in un forte rinascimentale, mi concentro sullo spazio nudo, sulla sua essenza. La luce meridiana crea ombre verticali che rivelano i pieni e i vuoti. Le mura restaurate riflettono la luce abbagliante del sole. La forma perde consistenza: bastioni possenti sbriciolati da un potente chiarore». Ma anche Andrea è uomo del suo tempo e artista capace di ascoltare la voce dei luoghi per suscitare nuovi pensieri. Dunque i volumi scomposti usando la scala di grigi della pellicola come una sensibilissima tavolozza sulla quale i raggi di luce disegnano le loro trame assolute, sono poi ricomposti e associati sulla pagina in modo da rimandare ad altri luoghi: spazi del ricordo e dell’immaginazione, in una poetica sovrapposizione fra dimensioni possibili. Nascono in questo modo i miraggi speculari di Incerto, l’allusiva metamorfosi da finestre a occhi di Zemrude, dal nome di una delle Città invisibili di Calvino, l’abbaglio zenitale di Yorke, ispirato ad una rarefatta colonna sonora del musicista, o ancora l’omaggio a Morandi di Magma o quello a de Chirico di Tavole. L’estatica, contemplativa perlustrazione della Cosmopoli medicea è pronta così a trasformarsi in un viaggio verso la luce, quasi una laica esperienza mistica.
Brevi cenni biografici:
Nasce a Piombino nel 1974. Dal 1994 studia presso l’Università degli Studi di Firenze – Facoltà di Architettura. Nel 2005 prende forma la sua prima importante mostra fotografica personale presso l’Eremo di Santa Caterina all’Isola d’Elba, il curatore della mostra è il fotografo Hans Georg Berger. Dal 2007 al 2011 ha fatto parte del collettivo fotografico chiamato Officina Fotografica Elbana. Dal 2010 al 2015 insieme a Jörg Duit, giornalista e critico musicale della Radio Österreich 1,ha organizzato presso l’Eremo di Santa Caterina all’Isola d’Elba il Festival Intonazione, dedicato alla musica antica e contemporanea. Dal 2016 è presidente di Elba Book, un festival dedicato all’editoria indipendente italiana che ha luogo ogni anno nel mese di luglio a Rio nell’Elba.
Tacet, la sua più recente personale si è tenuta nel 2019 presso l’Istituto Italiano di Cultura a Vienna nell’ambito della rassegna internazionale Open House.
Ricordiamo che il progetto INiTINERE partito il 25 marzo scorso è dedicato all’Arte Contemporanea di questa isola e nella sua semplicità assolve tre compiti sostanziali: decoro urbano, promozione turistica e iniziativa culturale di valorizzazione del Patrimonio Immateriale. Il Comune di Portoferraio ha, da subito, appoggiato il progetto presentato dall’Associazione Culturale Persephone e da Ape Agenzia che si dividono i ruoli attraverso i loro rappresentanti di direzione artistica, Angela Galli, e direzione tecnica, Massimo Zottola. Il progetto è stato diviso in due parti, nella prima parte sono presenti sette artisti, con il maxiposter di Andrea Lunghi, siamo al sesto artista esposto, alcuni maxiposter sono ancora visibili: Belinda Biancotti, In Blue, postazione 8, sulla tangenziali; Angela Galli con Laveria al Ginevro, Serie Strutture n°15, davanti al supermercato Conad di Carpani; Marcello D’Arco, Spettacolo dall’antica biblioteca, sotto il tunnel, di via Guerrazzi; Mimì Jasmine Salley, Family portrait, è stata esposta dal 16 aprile per due settimane presso la rotonda della zona industriale. Luciano Regoli, “Sbarco di Napoleone all’Isola d’Elba”, postazione pubblicitaria n.12 ingresso Coop.