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Un piano vaccini ad hoc per le isole minori italiane

Dopo atten­ta val­u­tazione del­la situ­azione vac­ci­nale delle isole minori, le seguen­ti con­sid­er­azioni
rap­p­re­sen­tano la richi­es­ta dal­l’ANCIM al Gen­erale Figli­uo­lo e all’Ingegnere Cur­cio.
Come noto, la realtà insu­lare è diver­sa da quel­la del­la ter­rafer­ma e i dati elab­o­rati dal­la Strut­tura
Com­mis­sar­i­ale con­fer­mano le citate diver­sità, influen­zate dalle for­ti lim­i­tazioni, causate delle dis­tanze,
degli osta­coli nat­u­rali e delle lim­i­tatis­sime capac­ità di stoccag­gio dei vari tipi di vac­ci­ni.
Al fine di trovare delle soluzioni via­bili, l’ANCIM e la Strut­tura Com­mis­sar­i­ale del Gen. Figli­uo­lo han­no
provve­du­to alla map­patu­ra di cias­cu­na iso­la, tenen­do con­to:
• del numero di vac­ci­ni già som­min­is­trati per fas­cia d’età pri­or­i­taria;
• del­la capac­ità di stoccag­gio (freeze e cold);
• del­la capac­ità di som­min­is­trazione dei vac­ci­ni.
Ciò ha evi­den­zi­a­to che, al fine di fornire agli abi­tan­ti insu­lari dei servizi uguali ai cit­ta­di­ni del­la
ter­rafer­ma, nelle isole minori sia nec­es­sario un inter­ven­to ad hoc, cal­i­bra­to sul­la base del­la situ­azione
locale. Nel par­ti­co­lare, appare chiaro che per super­are i gap di parten­za del piano vac­ci­nale e per
recu­per­are i ritar­di nel met­tere in sicurez­za anche i cit­ta­di­ni res­i­den­ti nelle isole minori si deb­ba fare
ricor­so a tutte le risorse disponi­bili, inclu­den­do il Gov­er­no, le Regioni, la Strut­tura Com­mis­sar­i­ale, la
Pro­tezione Civile, la Dife­sa, le risorse san­i­tarie, anche in per­sone in pen­sione che, con prestazioni
volon­tarie, han­no dato la loro totale disponi­bil­ità.
Stante lo sta­tus geografi­co, risul­ta quin­di di mag­gior effi­ca­cia, oltre che di buon sen­so, con­cen­trare la
cam­pagna vac­ci­nale delle isole in peri­o­di bre­vi, per evitare il per­pet­u­ar­si di dif­feren­zi­a­men­ti
dis­eguaglianze nelle prestazioni san­i­tarie a favore dei cor­re­gion­ali del­la ter­rafer­ma. Tale
con­cen­trazione avrebbe l’innegabile pos­i­ti­vo effet­to di ren­dere le isole minori COVID-free in tem­pi
celeri e per­me­t­terebbe di mas­simiz­zare le risorse disponi­bili, poiché lim­iterebbe gli sposta­men­ti delle
per­sone e la movi­men­tazione dei vac­ci­ni.
L’ef­fet­to vir­tu­oso così gen­er­a­to avrebbe anche dei ritorni che per­me­t­tereb­bero di evitare, per il
sec­on­do anno con­sec­u­ti­vo, la man­ca­ta aper­tu­ra delle strut­ture tur­is­tiche e la mor­ti­fi­cazione delle
attiv­ità eco­nomiche più gen­er­ali. Gio­va ricor­dare, infat­ti, che l’in­tera econo­mia insu­lare è con­cen­tra­ta
su 3/4 mesi l’an­no e che, pas­sato quel peri­o­do, non c’è pos­si­bil­ità di recu­pero.
A tito­lo d’esempio, il Gov­er­no gre­co ha intrapre­so la stra­da del­la vac­ci­nazione glob­ale, ponen­do la
pro­pria popo­lazione insu­lare in sicurez­za san­i­taria e generan­do pos­i­tivi effet­ti sul­l’e­cono­mia. Le isole
minori ital­iane, purtrop­po, non pos­sono dire altret­tan­to.
In ulti­ma anal­isi, la cita­ta con­cen­trazione del­la tem­p­is­ti­ca vac­ci­nale per le isole minori non influirebbe
min­i­ma­mente sul­la quel­la del­la ter­rafer­ma in quan­to le dosi des­ti­nate alle pic­cole isole minori sono già
sta­bilite (popo­lazione res­i­dente) e non andrebbe a detri­men­to dei quan­ti­ta­tivi dovu­ti alle rispet­tive
Regioni di apparte­nen­za, che pos­sono con­tare su ben altre strut­ture ter­ri­to­ri­ali più cap­il­lari e dif­fuse,
quali medici di base, far­ma­cie, ecc..
Le isole minori, neces­si­tano di inter­ven­ti mirati come affer­ma la stes­sa UE che le definisce come aree
di fragilità non tem­po­ra­nee ma strut­turali.

“Il comu­ni­ca­to ANCIM fa chiarez­za sul tema vac­ci­nazioni delle isole minori rispet­to alle polemiche che si sono susse­gui­te in queste ore a liv­el­lo nazionale fra diver­si gov­er­na­tori di regione.

Il prog­et­to di vac­ci­nazione delle isole minori ave­va e ha pri­ma di tut­to una moti­vazione di ordine san­i­tario per­ché queste popo­lazioni insu­lari sono da con­sid­er­ar­si loro stesse frag­ili rispet­to al resto del­la popo­lazione.
Poi, ovvi­a­mente, si aggiun­gerebbe anche una moti­vazione di comu­ni­cazione pro­mozionale dal pun­to di vista tur­is­ti­co.
Tut­tavia non si trat­ta di alcun priv­i­le­gio: pri­ma di tut­to si devono sal­va­guardare le cat­e­gorie più a ris­chio.
Pen­si­amo inoltre che questo prog­et­to può sen­z’al­tro avere ese­cuzione come inte­grazione del­la cam­pagna vac­ci­nale nazionale.”

Ange­lo Zini – Pres­i­dente del­la Con­feren­za dei sin­daci per la san­ità

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