Nell’ultimo incontro pubblico tra amministrazioni elbane, associazioni di volontariato e veterinari organizzato ottimamente dall’ Edicola Elbana Show, per la prima volta da anni ci siamo confrontati partendo da una base concreta e condivisa: la necessità di arrivare nel più breve tempo possibile alla fase di realizzazione del progetto, giunto in fase esecutiva, voluto dalla precedente amministrazione capoliverese.
Il fatto che i sindaci Montagna per Capoliveri, comune capofila della GAT e titolare del progetto, e Zini per Portoferraio, comune che sarà il maggior contributore alle spese della struttura, si siano trovati in accordo sulla necessità di condividere da ora in poi il percorso e sulle priorità da affrontare è la dimostrazione che le complicazioni che hanno bloccato il progetto per dieci anni potrebbero essere a breve risolte.
Su tutte il rapporto con la fondazione tedesca Bastet Stiftung Hamburg, che ha recentemente dichiarato di non essere più disponibile a finanziare l’operazione in assenza di alcuni requisiti per loro prioritari, il primo dei quali è la definizione degli spazi di accoglienza e degenza dei gatti che necessitano cure. In poche parole quello che è stato definito gattile, presente nel progetto nella forma di un triangolo di terreno tracciato con una riga di penna…
La perdita della donazione non comporterebbe solo la necessità di reperire altrove i 550.000 euro destinati alle opere di costruzione, ma anche il dover attrezzare e gestire la clinica veterinaria senza il loro aiuto. Questo infatti doveva essere il secondo e determinante contributo della fondazione, che non faceva parte della donazione, ma che avrebbe alleggerito di un peso notevole gli oneri successivi.
La clinica (simile alle strutture sul continente dove gli elbani sono costretti a portare i loro animali nei casi più gravi) per essere operativa avrà bisogno di apparecchiature e di operatori, altrimenti sarà solo un grosso ambulatorio… ma quelli li abbiamo già.
Se si decide di affrontare questo percorso in autonomia, bisogna fin da subito iniziare ad immaginare il modo di far funzionare il servizio e le risorse umane ed economiche da destinargli. In particolare non si può non valutare la ridotta disponibilità dei veterinari privati elbani per il servizio H24, una dei servizi prioritari da attivare: al momento gli unici tre veterinari disponibili sarebbero il dott. Barsotti, il dott. Mugnai ed il dott. Osano.
Gli altri deficit strutturali del progetto (l’aumento dei box di accoglienza per i cani, le aree di sgambatura in prossimità degli stalli, la realizzazione di spazi di sosta per i visitatori e di aree a disposizione di educatori per l’addestramento dei cani) sono facilmente risolvibili attraverso varianti in corso d’opera o un secondo stralcio di lavori, finanziabile anche con le risorse derivanti dal ribasso della base d’asta in fase di gara d’assegnazione dell’appalto.
Il parco di Colle Reciso (questo sarà a lavori ultimati l’area polifunzionale detta riduttivamente Canile) potrà essere in seguito dotato di una pensione per cani a disposizione di residenti ed ospiti ed in grado di contribuire alle spese di gestione della struttura.
Ma tutto questo deve essere previsto, condiviso e programmato nella fase attuale, nella massima trasparenza e collaborazione, in modo da utilizzare l’attuale progetto “minimalista” come base per avviare i lavori nel più breve tempo possibile. Con tutte le garanzie, però, di implementarlo con successo.
Andrea Tozzi per i Ragazzi del Canile