L’emergenza pandemica non deve portarci ad abbassare l’attenzione sui tanti episodi di odio, razzismo, offesa dei diritti umani, grandi e piccoli che siano, che ancora oggi minacciano il nostro vivere civile. Perché se è vero che il passato è passato è altrettanto vero, purtroppo, che, passano gli anni ma il presente continua a non migliorare. È un presente che, non sempre con atti eclatanti come l’Olocausto, ci obbliga a fare i conti con quello che siamo. Il presente è una ragazza di diciannove anni che viene insultata, beffeggiata e riempita di sputi perché è cinese o di pelle scura. È un bambino bullizzato di dieci anni che si toglie la vita. Forse perché gay, forse perché obeso, forse solo perché introverso. Il presente è anche la sofferenza di due persone molto anziane entrambe fratturate gravemente lasciate in un letto d’ospedale a piangere in solitudine e nel dolore con la speranza che dopo quasi una settimana qualcuno si decida ad operarle o trasferirle in un luogo più umano.
PER NON DIMENTICARE.
Le storie dei viaggi verso i campi di sterminio sono tristemente somiglianti tra loro. Bambini, anziani, uomini e donne strappate alla loro vita per andare verso l’orrore. Un vagone in cui non c’era posto per sedersi ammassati uno sull’altro, con della paglia sporca . In un angolo un secchio per le urine, nel quale ci si accucciava pietosamente coperte agli sguardi dai corpi degli altri compagni di sventura. All’’arrivo ad Auschwitz i vagoni venivano portati sulla jedenrampe, (una diramazione ferroviaria costruita a poca distanza dalla stazione principale) la divisione tra ebrei e non ebrei bambini e adulti, tra chi doveva vivere e chi doveva morire subito e chi poteva servire alla scienza nazista per fare esperimenti. Gli anziani, i bambini e le persone considerate non utili per il lavoro venivano messe subito su un camion e inviate alla camere a gas.
Nei campi di sterminio non si vedeva mai il sole, era coperto da nuvole di cenere. E quando la cenere si posava sui deportati e la toccavano era unta e appiccicaticcia. Era cenere di umana.
A mezzogiorno fermiamoci un minuto per ricordare i milioni di vittime innocenti dell’olocausto.
A.N.C.R. (Associazione Nazionale Combattenti e Reduci)
Sezione di Portoferraio e Porto Azzurro.
Il presidente
Francesco Semeraro
27.01.2021