Come promesso lunedi ecco tutti i riferimenti per potersi informare autonomamente su cos’è e come viene istituita un’AMP e sulla sua importanza strategica per la tutela del mare.
Si noti bene che tutte le fonti da cui sono stati presi gli articoli, benché essi siano open source, sono autorevoli e riconosciute attendibili.
Prima però vorrei segnalare questo incontro online che si terrà il 14 dicembre. Molto importante per capire quale sarà il futuro delle AAMMPP.
https://news.uniroma1.it/14122020_1430
PER FARE CHIAREZZA SU COS’È E COME VIENE ISTITUITA UN’AMP
Questo è il link al sito del Ministero dell’ambiente
https://www.minambiente.it/pagina/aree-marine-protette
dove si legge
“La definizione di perimetrazione dell’area (i confini esterni), la zonazione al suo interno (le diverse zone A, B e C), e la tutela operata attraverso i diversi gradi di vincoli nelle tre zone, sono parte dello schema di decreto istitutivo redatto alla fine dell’istruttoria. Sullo schema di decreto vengono sentiti la Regione e gli enti locali interessati dall’istituenda area marina protetta, per l’ottenimento di un concreto ed armonico consenso locale. Infine, come stabilito dal Decreto Legislativo n. 112/98 art.77, occorre acquisire il parere della Conferenza Unificata su tale schema di DM.
A questo punto, il Ministro dell’ambiente, d’intesa con il Ministro del tesoro, procede all’effettiva istituzione dell’area marina protetta, autorizzando anche il finanziamento per far fronte alle prime spese relative all’istituzione (L. n. 394/91 art.18 e L. n. 93/01 art.8)”
Cliccando su “Aree marine protette di prossima istituzione”, si può vedere che l’Arcipelago Toscano è in attesa dal 1982.
Nei link seguenti sono riportati 2 articoli di giornale che su iter istitutivi attualmente in corso.
PER FARE CHIAREZZA SU QUALE SIA L’IMPORTANZA STRATEGICA DELLE AMP E SU QUALI BENEFICI PORTA.
In questo pezzo tratto dal testo della petizione “Area Marina Protetta Arcipelago Toscano: un mare di opportunità” vengono riportate alcune fonti a supporto della richiesta di riapertura dell’iter istitutivo:
Studi ( https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmars.2019.00823/full) fatti da biologi ed economisti italiani dimostrano come l’indotto dei territori costieri dipenda in buona parte dalla condizione dei mari, a partire dalle attività più strettamente correlate con la sua fruizione (centri di immersione, diporto, pesca, operatori balneari) a quelle che ne beneficiano di riflesso (alberghi, ristoranti, bar, commercianti, noleggio natanti, ecc.). L’esperienze di Aree Marine Protette precedentemente istituite dimostrano come, quando gestite bene, queste possano fare aumentare il capitale della pesca da 5 a 10 volte (si veda questo studio di Enric Sala https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0058799).
Gli ambienti marini, quando opportunamente protetti, provvedono a fornire importanti servizi ecosistemici quali: zone di riproduzione per il pesce di interesse commerciale, aree di stoccaggio delle emissioni di CO2 sotto forma di biomassa, protezione delle coste dall’erosione e generazione di una buona parte dell’ossigeno che ci serve per respirare (tutto è raccolto in questo articolo https://www.lanuovaecologia.it/flp/lne/LNE_04-2020/?fbclid=IwAR3eQHgyPEtuM0MZp6_WLg-A5hUUGnjFm19odmUGxlOS5t71cBLO7oCo8Z8#page=64 ).”
Altri riferimenti si possono trovare in questi articoli di Greenreport:
“Le banche del pesce”
Ecco come le Aree marine protette possono portare benefici alla pesca in tutto il mondo
[5 Novembre 2020]
https://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/le-banche-del-pesce/
“Corte dei conti europea: l’Ue difende poco i suoi mari. Manca una rete di Aree marine protette efficace, ben gestita e ben connessa”
Così le Amp esistenti hanno fornito una limitata protezione della biodiversità marina, mentre continua la pesca eccessiva, specialmente nel Mediterraneo https://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/corte-dei-conti-europea-lue-difende-poco-i-suoi-mari-manca-una-rete-di-aree-marine-protette-efficace-ben-gestita-e-ben-connessa/?fbclid=IwAR25WeErEF-
In cui si può leggere che:
“La Corte ha rilevato che attualmente «Le aree protette marine (AMP) rappresentano la misura più emblematica di conservazione dell’ambiente marino. Ai sensi della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino, gli Stati membri sono tenuti a creare reti coerenti di dette aree; l’Ue aveva poi l’obiettivo di proteggere il 10 % dei propri mari entro il 2020. La valutazione del ruolo delle aree marine protette operata dalla Corte è in linea con quanto riscontrato dall’European environment agency: quest’ultima ha rilevato l’assenza di una rete di AMP efficace, ben gestita e ben connessa. Di conseguenza, dette aree hanno fornito una limitata protezione della biodiversità marina, mentre continua ad esservi praticata una pesca eccessiva, specialmente nel Mediterraneo».
Che è il contrario delle accuse e lamentele per i troppi vincoli che sono il cavallo di battaglia di chi si oppone all’istituzione delle Aree marine protette.”
Uno dei motivi per cui per proteggere il mare non bastano piccole aree puntiforme e poco regolamentate come lo Scoglietto di Portoferraio.
“Non c’è rifugio dalle ondate di caldo marine”
I ricercatori studiano come le Aree marine protette mitigano gli impatti delle ondate di caldo sugli ecosistemi oceanici
[9 Dicembre 2020]
https://www.greenreport.it/news/clima/non-ce-rifugio-dalle-ondate-di-caldo-marine/
Sulle pagine del WWF invece si trova:
““Aree marine protette”
Perché è importante difendere la biodiversità attraverso le Aree Marine Protette.
https://www.wwf.it/ambiente/aree_protette/aree_marine_protette/
Dove si può leggere:
“Le Aree Marine Protette (AMP) sono essenziali per il recupero, la protezione e l’aumento della biodiversità degli oceani e per la protezione di habitat critici, specie e funzioni ecologiche”
Nella sezione approfondimenti della stessa pagina si trova questo link:
https://wwf.panda.org/?247781/Marine-Protected-Areas-Smart-Investments-in-Ocean-Health#
Che conduce ad un articolo in cui viene riassunto il loro report sulle aree protette, la frase più significativa è:
“L’analisi mostra che ogni dollaro investito per creare aree marine protette — comunemente note come AMP — dovrebbe essere almeno triplicato in benefici restituiti attraverso fattori come l’occupazione, la protezione delle coste e la pesca.”
Quello che segue è il link ad un web meeting scientifico (registrato e sempre disponibile online) organizzato dal Parco Nazionale dell’Asinara su “Biodiversità e servizi ecosistemici” in cui si evince che le AMP contribuiscono a proteggere in modo da garantirne la durata nel tempo anche per le generazioni future (significativo quello che viene trattato dal min 38):
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=580305572606795&id=328680207162657
Per completezza aggiungo anche le FAQ preparate dal Gruppo petizione AMP.
FAQ — DOMANDE FREQUENTI
sull’Area Marina Protetta — Parco a Mare (di seguito ‘AMP’)
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L’istituzione dell’AMP chiuderà tutto il mare e ne impedirà la libera fruizione?
No, lo scopo di un AMP non è la chiusura bensì la fruizione sostenibile delle risorse. Scopo delle AMP è anche lo sviluppo socio-economico che, per essere veramente tale, deve essere ecocompatibile e non selvaggio. Non si tratta quindi di chiudere ma di regolamentare. Assicurarsi che le risorse esistano anche domani è la base di uno sviluppo durevole. Per sviluppo durevole si intende ” l’insieme delle attività umane che permettono alla generazione umana attuale e alle altre specie che vivono sulla terra di soddisfare i propri bisogni senza mettere in pericolo la capacità della terra di soddisfare i bisogni delle generazioni future, sia che si tratti di uomini sia di altre specie che popolano la terra “. L’uomo è parte integrante della natura, non è al di sopra di essa, qualsiasi danno apporti alla natura lo arreca a se stesso. Se è di difficile comprensione, forse, il fatto che le risorse siano limitate, è certo che lo sfruttamento senza criterio sta portando al collasso dell’ecosistema marino: senza un cambiamento di rotta in futuro ci sarà ben poco da gestire e da sfruttare. Oggi una gestione dell’ambiente marino basata sulla sua conoscenza è necessaria, alla luce del degrado ambientale che ha accompagnato lo sviluppo incontrollato delle attività umane lungo la fascia costiera. La creazione di un AMP non può comunque prescindere dalle attività economiche territoriali, ed anzi, considerare le leggi che regolano l’ecosistema e gestirlo, preservandone lo stato di salute, è l’unica strategia possibile per sostenere un sistema economico forte e stabile. Nella creazione di un AMP sono coinvolte tutte le realtà locali, le prime che trarranno vantaggio da una gestione consapevole del mare, anche se è naturale che le prime fasi siano accompagnate da paure razionalmente ingiustificate.
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Non basterebbe istituire delle zone di tutela speciale come lo Scoglietto di Portoferraio?
Non sarebbe la scelta più adatta perché chiudere delle piccole aree alla pesca non è sufficiente per permettere una ripresa dell’ambiente marino. Occorre proteggere i fondali dagli ancoraggi, prevedere delle azioni di ripristino delle zone più deteriorate, monitorare l’andamento delle precauzioni prese per tutelare la zona di mare. Tutte queste cose e molte altre non sono previste in una zona di tutela biologica.
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Che senso ha un’AMP in isole fortemente antropizzate come l’Elba e il Giglio?
La finalità delle AMP è quella di tutelare e valorizzare le caratteristiche naturali, chimiche, fisiche e della biodiversità marina e costiera, anche attraverso interventi di recupero ambientale, avvalendosi della collaborazione del mondo accademico e scientifico. Per questo motivo esistono AMP anche in contesti urbani come l’AMP di Miramare situata a Trieste, zona decisamente molto più antropizzata delle nostre isole che comunque, grazie alla loro posizione distanziata dal continente, possono essere recuperate in modo efficace con azioni mirate e organizzate che comunque tengano conto delle esigenze dei locali quali sono quelle previste da un AMP.
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Chi trae beneficio dall’AMP?
Tutti. Le AMP proteggono la biodiversità naturale che il processo antropico ha alterato con azioni dirette (pesca, ancoraggi, rifiuti plastici, ecc..) e indirette (es. cambiamenti climatici). Dato che non possiamo invertire questo processo possiamo usare le AMP come strumento tAMPone allo stress indotto, perché un ambiente ricco di biodiversità è più capace di rispondere ai cambiamenti, combattere la perdita di specie minacciate e/o permettere ad esse di rigenerare le popolazioni con effetti benefici anche nelle zone limitrofe (ad esempio per le specie oggetto di pesca). Inoltre numerosi studi dimostrano come il contatto e l’esposizione alla natura porta nell’uomo una maggiore capacità di reagire agli stress, di rigenerare l’attenzione, avere un buon processo cognitivo e di regolare il proprio stato emozionale. Le aree marine protette preservano quindi la capacità dei processi e dei componenti naturali di fornire beni e servizi che soddisfino, direttamente o indirettamente, le necessità dell’uomo e garantiscano la vita di tutte le specie (BES).
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Verrebbe creato un altro ente per gestire l’AMP?
No, non ci sarebbe un nuovo ente perché la gestione verrà affidata, come stabilito per legge, all’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (esempio. PN delle Cinque Terre che ha anche l’AMP delle Cinque Terre).
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Quale sarà la zonazione dell’AMP?
Le aree marine protette si suddividono in zona A di tutela integrale, in zona B di tutela parziale e in zona C di tutela generale. In alcune può esserci anche un’ulteriore zona chiamata zona D. Non è possibile dire adesso come sarà “zonata” l’AMP, quale sarà la sua regolamentazione e come saranno suddivise le diverse zone perché tutto questo deve essere per legge oggetto di confronto con tutte le parti interessate. In generale:
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Nella zona A sono vietate le attività che possano arrecare danno o disturbo all’ambiente marino. Tale zona, di estensione limitata, garantisce la tutela della biodiversità e il ripopolamento delle specie animali e vegetali, e pertanto prescrive, quasi sempre, il divieto di balneazione e di navigazione.
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La zona B coniuga la conservazione dei valori ambientali con la fruizione compatibile dell’ambiente marino. In essa sono consentite diverse attività tra cui generalmente la pesca professionale esercitata dai residenti, mentre la pesca subacquea è vietata.
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Nella zona C, in cui ricade la maggior estensione dell’AMP, le attività antropiche tra cui la navigazione delle imbarcazioni a motore, l’ormeggio, l’ancoraggio e la pesca sportiva sono generalmente consentite. https://www.naturaitalia.it/listaAreaNaturale.do?idTipoAreaNaturale=2
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Ci saranno zone A all’Elba e al Giglio?
Al momento non è possibile dire se ci saranno. Sicuramente nelle AMP in cui esistono le zone a tutela integrale (A), queste sono solo una piccola parte dell’area dell’AMP. Le zone A sono, comunque, zone importanti perché permettono a tutte le specie, soprattutto a quelle di interesse commerciale, di aumentare di numero e di abbondanza permettendo quindi il famoso “spillover” cioè la fuoriuscita verso altre aree. http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/aree-marine-protette-delmediterraneo- ne-beneficiano-maggiormente-le-specie-ittiche-piu-comuni-e-di-valorecommerciale/
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Quali attività ricreative sono consentite nelle AMP?
Nelle aree marine protette è consentita la balneazione, il nuoto con maschera e boccaglio, l’immersione in apnea, le immersioni subacquee, le visite guidate, il whale whatching, il noleggio di imbarcazioni, la pesca sportiva tramite autorizzazione, il pescaturismo.
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Sarà consentita la pesca sportiva nell’AMP?
Si la pesca sportiva è consentita in alcune zone solitamente previa autorizzazione e seguendo un regolamento. In questo tipo di attività vengono privilegiati i residenti che hanno più zone a loro disposizione.
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Si potrà fare snorkeling nell’AMP?
Le AMP solitamente promuovono questo tipo di attività ideando dei percorsi sia da fare con guide autorizzate che in autonomia.
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Si potrà fare pesca subacquea nell’AMP?
Non si può sapere ancora come sarà la zonazione perché, come detto, verrà deciso da una commissione che tiene conto delle esigenze ambientali e delle necessità della popolazione locale. In quella sede i pescatori subacquei possono presentare le loro ragioni e proporre eventualmente le modalità di fruizione. Sarà poi la commissione a decidere se la pesca in apnea è compatibile con l’AMP e in che zone.
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I pescatori professionisti saranno penalizzati dall’AMP?
L’idea che un’AMP decreti la fine di certe attività lavorative, prima fra tutte la pesca professionale, è tanto consolidata quanto completamente errata e falsa. Senza parlare qui della gestione della cattura del pesce a livello globale e riferendosi piuttosto alle attività dei piccoli pescatori costieri, quelli che generalmente temono l’istituzione di un’AMP, è ormai comprovato che la pressione attuale sugli ‘stock’ ittici costieri (le popolazioni ittiche destinate alla cattura) è eccessiva e sta portando rapidamente ad un impoverimento generalizzato del pescato. Chi ne paga le spese sono innanzi tutto proprio i pescatori professionisti. Viceversa le AMP costituiscono uno strumento efficace, oltre che per la protezione della biodiversità, per il miglioramento della gestione delle attività di pesca: proteggendo e conservando le risorse riescono al contempo a garantire i pescatori relativamente allo svolgimento delle proprie attività. Questo avviene grazie ad una prima fase di “reclutamento animale” all’interno dell’AMP, in cui grazie alla protezione aumentano le popolazioni di specie ittiche e la biomassa, seguita da una seconda fase di “dispersione” degli individui e infine da una terza fase di “spill over” in cui animali adulti vanno a popolare le zone limitrofe all’AMP (nelle quali è permessa la pesca professionale) incrementando in modo sostenuto gli stock ittici e la dimensione media del pesce. La pesca professionale viene così riorganizzata in modo virtuoso permettendo di tutelare i pescatori locali anche nei confronti della concorrenza di marinerie più distanti dall’AMP grazie a specifici strumenti di garanzia. Per chi vuole saperne di più: 1. ’ Long-term and spillover effects of a marine protected area on an exploited fish community ’ Stobart et al., Marine Ecology Progress Series, May 2009 2. ‘Effects of marine reserves in the context of spatial and temporal variation: An analysis using Bayesian zero-inflated mixed models’, Smith et al, Marine Ecology Progress Series, 499, 203–216 3. La pesca in Corsica 4. ‘Marine ecology: Reserves do have a key role in fisheries’, Roberts C., Current Biology, 22(11), 2012, R444-R446 5. ‘Larval Export from Marine Reservesand the Recruitment Benefitfor Fish and Fisheries’, Harrison et al. Current Biology 22, 1023–1028, June 5, 2012
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Solo i Diving Center potranno fare immersioni nell’AMP?
Come già accennato in altre risposte non possiamo dire quale sarà il regolamento finale dell’AMP perché è il risultato di un processo che prende in considerazione necessità di conservazione ed esigenze delle popolazioni locali. Nei regolamenti di alcune AMP già esistenti è previsto che in alcune zone i residenti possano fare immersioni in autonomia mentre i non residenti devono chiedere l’autorizzazione prima. (es Punta Campanella https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://www.puntacAMPanell a.org/public/documenti/regolamento_AMP_punta_cAMPanella.pdf&ved=2ahUKEwjY2 NH1t73pAhWxgVwKHXZiDfkQFjABegQIDBAG&usg=AOvVaw12qKOXpu5XJsdbrMD imjZE ) Ci potranno essere delle zone di maggior pregio dove si potrà accedere solo con le guide e i diving autorizzati, ma questo richiederà agli stessi una spesa e un adeguamento alle norme di fruizione sia delle guide che delle imbarcazioni. ( https://www.islepark.it/visitare-il-parco/pianosa/itinerari/immersioni )
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Come si è creato il gruppo di firmatari e perché le diverse organizzazioni ne fanno parte?
Da sempre i subacquei si sono dimostrati particolarmente attenti ai temi ambientali e i diving center si sono fatti promotori nel mondo della subacquea di iniziative ambientali di rilievo. Molto spesso fare il subacqueo per mestiere e quindi essere istruttore, guida e/o proprietario di diving center è possibile solo se si ha un profondo amore per il mare e si capisce l’importanza della sua conservazione, non solo perché è una fonte di guadagno ma un amico che si ama profondamente e che non si può vedere soffrire senza fare niente. L’AMP-Parco a Mare, come le guide subacquee parco e i diving center sanno bene, comporta dei piccoli sacrifici che però con il tempo portano a grandi risultati, e può essere l’occasione per il rilancio e l’allungamento della stagione turistica sulle isole. Legambiente Arcipelago Toscano da quasi quarant’anni chiede che sia finalmente istituita l’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano individuata per legge quale “area marina di reperimento” con il decreto legge del 1982. Le battaglie di Legambiente non si limitano alla difesa dell’ambiente, cosa che comunque fa assiduamente su tutto il territorio con vertenze, volontariato e azioni di educazione ambientale: uno degli scopi dell’associazione è quello di promuovere i green job e la green economy come con gli Ecoalberghi. Un’AMP-Parco a Mare viene vista come un’opportunità per promuovere un turismo sostenibile che premia i green job oltre che un’occasione per proteggere l’ambiente marino costiero efficacemente. L’idea fondante dell’ASD Diversamente Marinai consiste nel credere che le barriere e le sfide – socio-economiche, culturali, fisiche e mentali – possano essere superate grazie ad un approccio esistenziale basato sul coraggio e sulla solidarietà. L’ASD DM partecipa con Legambiente alla campagna “Vele spiegate” nell’Arcipelago Toscano con l’obiettivo di monitorare i rifiuti che si trovano sulle nostre spiagge difficilmente accessibili attraverso il protocollo di beach litter elaborato da Legambiente; con l’obiettivo di raccogliere più dati possibili rispetto alle spiagge dell’arcipelago, pulirle e informare i cittadini riguardo a questa enorme problematica. Il progetto consiste in attività monitoraggio scientifico e raccolta rifiuti spiaggiati pulizia delle spiagge difficilmente accessibili via terra, osservazione e censimento dei cetacei volontariato e citizen science sensibilizzazione dei turisti sulla cultura e protezione del mare per la difesa dei nostri mari. Un’AMP-Parco a mare è per loro un fondamentale strumento per tutelare e valorizzare una risorsa che, oggi sempre più, è fortemente a rischio. Tutto questo, unito all’esperienza catartica della pandemia e del lockdown che ha toccato tutti sia economicamente che dal punto di vista ambientale, ha fatto sì che ci fossero le condizioni per cui tutti questi portatori di interesse si unissero per uno scopo comune.