Così iniziano le storie migliori non che questa abbia la pretesa di essere una grande storia ma solo un piccolo racconto di paese, uno dei tanti vividi ricordi della pulce. Dunque fino a 35–40 anni fa il paese non era naturalmente come è adesso, non si presentava così esteso e molte zone ora densamente abitate erano meno frequentate. Fondamentalmente per noi bimbetti il paese andava dalla via delle scuole al porto, già la zona dell’attuale Conad, dopo la“centrale “era campagna ( lí c erano il Poggetto e il campo sportivo ). Dove ad esempio troviamo adesso posta o farmacia c’era un parcheggio sterrato e poi le famose “case nove”. Sempre da quelle parti c era la “Casina”( che merita un discorso a parte) raggiungibile anche dall’attuale“via kennedy”all epoca detta “i cancellacci.
Il fulcro della vita era senza dubbio la piazza e alle sue spalle c era il “mercato”così detto perché in quegli anni il mercatino settimanale si svolgeva proprio lungo quelle viette. È di questa zona, brulicante di negozi e botteghe, una più caratteristica dell’altra che vorrei parlarvi. Citare tutte le attività dell’epoca sarebbe difficile e per alcuni risulterebbe noioso ma alcune restano indelebili nella mia memoria . Sull’angolo, proprio davanti ai giardinetti, c era la bottega di Nuccia, dove si comprava di tutto e ci sembrava enorme. Nella via antistante quel palazzo c erano le verduraie , Liliana o Rita con le ceste , le cassette di legno e i sacchetti di cartone marrone che si rompevano sempre. Poco più avanti c era Franca la lattaia che in un buchetto di negozio aveva quei contenitori “argentati” pieni di fresco latte. Come non ricordare poi pescherie e macellerie con i loro intensi odori ..a volte m impressionavano quelle bestie appese decisamente più grandi di me..
Tilde, in fondo ‚davanti alla bottega di cestini e cose in vimini, era una tappa obbligata della domenica mattina , perché prima di rientrare a casa si passava a prendere un vassoio di pasta fresca che immancabilmente assaggiavo anche cruda. Uno dei miei preferiti però era Pina d Adolfo con tutti quegli espositori pieni di caramelle di ogni tipo, dove ogni bimbo affondandovi le mani provava una sensazione di gioia, desiderio e la tentazione di prenderle era tale che almeno una volta nella vita ci dovevi prová.
Potrei continuare a scrivere per ore su quest’argomento, potrei sbagliarmi in fondo si tratta di ricordi un po’ sbiaditi , ma temendo di risultare prolissa o poco interessante questa pulce vi saluta al prossimo racconto, al prossimo ricordo…bona.