Egregio Presidente del Consiglio Regionale Giani, La ringraziamo per avere accolto la nostra richiesta di incontro e per avere condiviso le nostre ragioni in merito all’opportunità, come Lei ha dichiarato alla stampa: “che questa iniziativa sia tenuta lontana dalla sfera politica e non venga strumentalizzata da un partito o dall’altro perchè quando questo è avvenuto ha portato effetti negativi“. Parole che confermano la Sua lungimiranza e l’impressione di serietà da Lei suscitata all’Elba nel Suo intervento al convegno del BTS (Borsa del Turismo Sportivo) svoltosi lo scorso settembre a Portoferraio. Tuttavia Lei ha dichiarato anche che: “la discussione slitterà in ogni caso al prossimo consiglio regionale eletto, perchè fra circa un mese e mezzo il Consiglio entrerà nella fase di gestione ordinaria con l’imminenza delle elezioni regionali….in ogni caso, per quanto di mia competenza sarò il garante del percorso“. Dichiarazioni rassicuranti che però non sembrano tenere conto della gravità della situazione Elbana e dell’urgenza di procedere alla istituzione del Comune unico. In preparazione dell’incontro reputo dunque opportuno introdurne i temi. Il punto più importante – che sorprendentemente i politici Elbani continuano a ignorare nei loro interventi sul tema — è che il Comune dell’Isola d’Elba è l’unico ente che avrà la dimensione minima di 30.000 abitanti richiesta per accedere ai milioni di Euro messi a disposizione dell’Unione Europea per investimenti infrastrutturali (FESR). Come Lei sa bene, si tratta di finanziamenti prevalentemente a fondo perduto, senza i quali l’Elba non potrà risollevarsi dalla crisi nella quale è sprofondata per il covid 19 nè dotarsi delle infrastrutture turistiche che ci mancano per competere nel mondo (In primis un aeroporto di categoria 3C con pista da 1.800 metri). Basterebbe questa considerazione per chiudere ogni questione. Chi scrive nel 2012 fu tra gli oppositori della prima proposta di legge, perchè la trasformazione dei Comuni in Municipi era solo un’ipotesi, perchè nessuno spiegò l’importanza decisiva dei 30.000 abitanti per ottenere i finanziamenti Europei, e perchè non conteneva gli istituti a garanzia della comunità Elbana previsti nella proposta di legge a Lei sottoposta: comitato dei sindaci, conferenza dei servizi, referendum consultivi per tutti gli atti rilevanti per il territorio e la comunità. Anche la maggioranza dei Sindaci allora si oppose (forse anche per il timore di perdere la poltrona) così nel 2013 i no prevalsero per soli 2.457 voti. Sono passati otto anni, è sopravvenuta la crisi, molti hanno cambiato idea e la nostra proposta ha recepito tutte le istanze della comunità Elbana. Per queste ragioni e con la capillare organizzazione sul territorio prevista con l’apertura del comitato promotore a chiunque vorrà impegnarsi, senza distinzioni di appartenenza, nel prossimo referendum i SI prevarranno sui no. Di questo può esserne certo. Venendo alla proposta di legge. essa si fonda sui tre pilastri di civiltà che so condivisi da codesta Amministrazione. Il primo pilastro sono i milioni di euro dell’Europa per investimenti in infrastrutture messi a disposizione dei Comuni con più di 30.000 abitanti come l’Elba. Milioni erogati con bandi FESR, che una volta aggiudicati la Regione potrà cofinanziare con i fondi aggiuntivi FESR di propria competenza, che possono raddoppiarne l’ammontare. Il secondo pilastro è la trasformazione dei sette comuni in Municipalità (L. n.267/2000 T.U.E.L. art. 16) per mantenere i Municipi vicino ai cittadini con i servizi essenziali (protocollo, anagrafe, arredo urbano e viabilità, vigilanza, feste tradizionali, etc.). In termini di taglio dei costi, ciò comporterà la riduzione da 7 a 1 dei consigli comunali e dei relativi costi: stipendi, diarie e rimborsi spese di Sindaci, assessori, consiglieri, dirigenti, segretari comunali. Solo i costi delle bollette e degli impiegati dei Municipi rimarranno invariati. Il terzo pilastro è l’obbligo di referendum consultivi introdotto nello statuto comunale (T.U. L.R.T. artt. 56–68), che trasformeranno il Comune dell’Elba in un esempio di democrazia diretta dei cittadini. Si tratta di un istituto introdotto da anni nello statuto del comune di Portoferraio, ma rimasto lettera morta a causa dell’attuale formulazione, che dunque abbiamo modificato. Lo statuto del Comune dell’Elba prevederà infatti la possibilità di sottoporre a referendum le decisioni più rilevanti per la Comunità Elbana dietro richiesta del Sindaco, di 1/3 dei consiglieri comunali o di 200 cittadini e non necessiterà di quorum per la validazione del risultato. Ciò allo scopo di prevenire scelte sbagliate calate dall’alto all’insaputa dei cittadini. E’ già accaduto e non deve ripetersi. Nel complesso, all’istituzione del Comune dell’Isola d’Elba conseguiranno almeno 10 benefici per la comunità Elbana, ai quali abbiamo dedicato altrettanti post informativi nel sito del comitato: www.elbaincomune.it, che qui le riassumo:
1) finanziamenti Europei per ammodernare l’Elba con nuove infrastrutture per: ospedale, aeroporto, linee aeree, porti, parco, nuove fonti idriche, rinnovo delle strutture ricettive, fortezze, musei, centro congressi, parcheggi, viticoltura, etc.)
2) trasformazione dei Comuni in municipalità informatizzate per mantenere i servizi essenziali vicino ai cittadini;
3) un nuovo ciclo di investimenti e sviluppo, con crescita del PIL locale, più occupazione e benessere sociale, meno tasse locali, maggior gettito per l’Erario;
4) un ospedale più attrezzato e autonomo, con terapia intensiva per la terza isola Italiana che decuplica le presenze in estate;
5) aeroporto con pista da 1.800 metri per aerei da 120–159 passeggeri per aprire l’Elba al mondo e a una stagione di 8 mesi;
6) un Comune secondo solo a Firenze in Toscana per presenze turistiche (dati irpet);
7) un Comune più autorevole e con le competenze per farsi ascoltare dalle Istituzioni (come la Costa degli Etruschi);
8) un Comune con le risorse per rilanciare nel mondo il brand “Isola d’Elba”;
9) finanziamenti per recuperare alla viticoltura e al turismo i “vigneti eroici” sui terrazzamenti, l’eredità perduta delle famiglie Elbane (T.U. del vino L. 238/2016);
10) un modello di democrazia diretta con i referendum e una nuova classe politica con una visione politica unitaria Elbana, non solo Portoferraiese, Capoliverese, Campese, Marcianese, Marinese, Riese, Portoazzurrina.
Il Comune unico fornirà all’Elba le risorse per fare un balzo in avanti e stringere un nuovo rapporto di collaborazione con le Istituzioni, in primis con la Regione. Il nostro auspicio è dunque che Lei abbandoni le pur comprensibili cautele e si faccia promotore della causa Elbana facendo mettere subito all’ordine del giorno del Consiglio Regionale la nostra proposta di legge. Dal momento che, a modesto parere dello scrivente, non si tratta di un’atto di gestione straordinaria. Sarebbe anche un atto di riconoscimento nei confronti del Governatore Rossi, che fu il primo ad impegnarsi per il Comune dell’Isola d’Elba nel 2012, con il risultato che dal deposito dell’istanza alla decretazione della data del referendum passarono solo 106 giorni. Mutatis mutandis, nel caso in esame significherebbe che già a metà settembre lo stesso Rossi potrebbe firmare il decreto di fissazione del referendum per la prossima primavera 2021, concludendo in bellezza il proprio mandato. C’è infine un’ultima considerazione che mi permetto di fare, per “colpa” dei miei lontani trascorsi politici (mi dimisi dalla politica nel 2007, senza avere mai occupato “poltrone”). E’ noto che alle elezioni amministrative i cittadini guardano più alla qualità personale dei candidati che ai partiti, a prescindere dalla propria appartenenza politica. Ora, non c’è dubbio che se Lei riuscisse a far fissare la data del referendum prima dello scioglimento del Consiglio Regionale sarebbe una “prova d’amore” nei confronti dell’Elba che non sarebbe dimenticata dagli elettori Elbani e in politica i voti sottratti all’avversario valgono doppio. Per quanto piccola l’Elba esprime pur sempre 25.000 voti, gli stessi 25.000 voti che mancarono a Berlusconi nel 2006 a causa del mancato accordo con il piccolo movimento veneto dell’imprenditore Panto, senza i quali perse le elezioni nazionali, non regionali. Diede retta ai consigli sbagliati e quello fu il risultato. Una lezione che non ho mai dimenticato, perchè a quella campagna elettorale partecipai in prima linea come dirigente toscano e nazionale di Forza Italia. Ma questo è il passato. Il presente è con gli amici di destra e di sinistra riuniti nel comitato promotore per il bene dell’Elba. Un esempio che dovrebbe essere replicato a livello nazionale per il bene dell’Italia.
In attesa di incontrarci, Le porgiamo i più cordiali e sinceri saluti.
Per il comitato promotore
ELBA IN COMUNE,
Stefano Martinenghi.