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Manchette di prima

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Raffaele Corbelli: Turismo, una nuova speranza

Dopo mesi di emer­gen­za, di incertez­za e di pre­vi­sioni cat­a­stro­fiche per la sta­gione piano piano, dopo gli annun­ci degli ulti­mi giorni, abbi­amo la certez­za che, per lo meno, una sta­gione ci sarà. E da adesso dipen­derà tut­to uni­ca­mente da noi.

Con­fidi­amo un atti­mo sul fat­to che gli scien­ziati han­no ragione, che la cur­va con­tin­ua a scen­dere, che le cure che sono state trovate con­tin­u­ano a ren­dere sem­pre meno peri­coloso il virus. Oltre ai dati obi­et­tivi sull’andamento, dis­cen­dente, del Covid affidi­amo­ci all’unica cosa che da mil­len­ni gui­da gli esseri umani nel reg­gere ad ogni sfi­da: la sper­an­za, una nuo­va sper­an­za.

L’apertura dei con­fi­ni europei può essere un’opportunità uni­ca (fino a ieri inim­mag­in­abile) per­ché mette fuo­ri­gio­co molte mete mediter­ra­nee nos­tre con­cor­ren­ti e può con­ferir­ci una posizione avvan­tag­gia­ta sul mer­ca­to europeo. Le mete al di fuori dall’unione euro­pea come la Turchia ed il Nordafrica sono tagli­ate fuori, mete rag­giun­gi­bili esclu­si­va­mente in aereo come Canarie, Gre­cia e alcune mete spag­nole dovran­no fare i con­ti con le dif­fi­coltà del trasporto aereo men­tre l’unione euro­pea con­siglierà i viag­gi con i pro­pri mezzi: in auto o in moto. Mete come Baleari, Cos­ta Azzur­ra, Cor­si­ca, Sardeg­na, Riv­iera Lig­ure, Lago di Gar­da, Riv­iera Adri­at­i­ca, Croazia e la Toscana potran­no inverosim­il­mente divider­si qua­si l’intero mer­ca­to tur­is­ti­co del cen­tro-nord Europa.

Cer­to, molti diran­no “e chi è che c’avrà voglia di andare in vacan­za?”. Pen­si­amo che se anche solo il 20% degli europei deciderà di andare in vacan­za sti­amo comunque par­lan­do di 150 mil­ioni di per­sone, 12 mil­ioni se fac­ciamo il con­to per l’Italia.

Se sare­mo bravi a gio­car­ci le nos­tre carte e met­tere su una pro­mozione effi­cace e adegua­ta a questo par­ti­co­lare momen­to stori­co, che cam­bierà il mon­do come fu per l’11 set­tem­bre o la cadu­ta del muro di Berli­no, potrem­mo attrarre, oltre al mer­ca­to inter­no anche una fet­ta impor­tante del mer­ca­to straniero per pot­er fare una sta­gione, deg­na di questo nome, da luglio a otto­bre per sal­vare l’intero tes­su­to eco­nom­i­co elbano. L’affermazione che gli ital­iani non avran­no sol­di e ferie per andare in vacan­za non cor­risponde alla realtà dal momen­to che, è vero che molti non han­no più le ferie o non avran­no i sol­di, ma c’è metà del paese che non si è mai fer­ma­to ed in tre mesi a casa non ha neanche spe­so se non per la spe­sa. Non biasi­mo chi vede il futuro sem­pre più nero (a parte alcu­ni sogget­ti con manie di pro­tag­o­nis­mo che da mesi con­tin­u­ano a fare ter­ror­is­mo) ma pen­so che tut­ti noi dob­bi­amo aggrap­par­ci a uno spir­i­to col­let­ti­vo di pos­i­tiv­ità e sper­an­za. La nos­tra Iso­la dipende maledet­ta­mente da un’industria, quel­la del tur­is­mo, che quest’anno purtrop­po ci sta mostran­do quan­to sia dev­as­tante non attuare delle politiche di inves­ti­men­to sul medio e lun­go ter­mine, ma preferire di arran­gia­r­si di anno in anno speran­do in tem­pi migliori.

Che il “paziente Elba” sia acciac­ca­to da qualche anno (decen­nio?) lo sape­va­mo, e sta a noi deciderne le sor­ti se far­lo soc­combere o se iniziare a som­min­is­trar­gli una cura che a lun­go ter­mine por­ti ad una gua­ri­gione com­ple­ta. Abbi­amo la pos­si­bil­ità di pot­er ragionare adesso su tut­to ciò che non ha fun­zion­a­to in pas­sato per fare in modo, in prim­is, di ripar­tire e poi di rilan­cia­re ques­ta nos­tra ama­ta Elba.

Ben vengano i tavoli di con­fron­to tra le cat­e­gorie, che andreb­bero resi fis­si e più parte­ci­pati, per trovare sin­ergie tra cat­e­gorie e isti­tuzioni che porti­no a svilup­pare idee e soluzioni per un rin­no­va­men­to del­la nos­tra offer­ta tur­is­ti­ca. Ci tro­vi­amo di fronte ad un cam­bio epocale che, volen­do o no, porterà le per­sone a rivedere le pro­prie abi­tu­di­ni, ed è li che dob­bi­amo essere bril­lan­ti nel modo di adeguar­ci e rin­no­vare cias­cuno la pro­pria azien­da per adat­tar­si alle nuove regole del gio­co e le nuove esi­gen­ze del tur­ista. Chi sarà pron­to a rifor­mu­la­re il pro­prio lavoro e trovare soluzioni e oppor­tu­nità, potrà assor­bire meglio l’impatto e garan­tire comunque un liv­el­lo occu­pazionale in lin­ea col pas­sato. Piac­cia o non piac­cia, purtrop­po chi si fer­ma ed aspet­ta il mira­co­lo pen­san­do di pot­er con­tin­uare a fare come ha sem­pre fat­to, sarà per­du­to. E non aiu­tano a niente neanche le polemiche, nel­la situ­azione in cui siamo è come lamen­tar­si col cielo per­ché piove.

Ognuno di noi ha la pos­si­bil­ità di “fare il suo” per pro­muo­vere l’immagine del­la nos­tra iso­la: sui social, con gli ami­ci, nel­la vita di tut­ti i giorni. Fac­ciamo vedere quan­to si sta bene all’Elba e cer­chi­amo di con­di­videre solo mes­sag­gi pos­i­tivi, se ne vogliamo uscire tut­ti (impren­di­tori, lavo­ra­tori sta­gion­ali, for­n­i­tori) dob­bi­amo uscire dal­la fase del­la pau­ra e pro­porre mes­sag­gi pos­i­tivi. Cer­to che la situ­azione non è facile per nes­suno, ma se tut­ti ci sforzi­amo a col­lab­o­rare, ten­der­ci la mano (dopo aver­la adeguata­mente igi­en­iz­za­ta), met­tere in prat­i­ca le mis­ure di sicurez­za per evitare rischi e comu­ni­care al mon­do ester­no che l’Elba è pronta, l’Elba è seria, l’Elba è pro­fes­sion­ale; allo­ra potrem­mo rius­cire a con­tenere i dan­ni e sfruttare l’emergenza per attuare da adesso un cam­bio di men­tal­ità di cui abbi­amo bisog­no per rilan­cia­r­ci.

In ambito inter­nazionale quel­la del tur­is­mo viene chia­ma­ta l’industria dell’ ”hos­pi­tal­i­ty”, che sig­nifi­ca ospi­tal­ità. Ed è sull’ospitalità e sul­la men­tal­ità inclu­si­va e aper­ta ver­so l’ospite che sceglie l’Elba per le sue vacanze, che pos­si­amo fare gran­di pas­si in avan­ti. Non pos­si­amo più per­me­t­ter­ci di lamentar­ci per­ché i tur­isti ci fan­no fare le file in auto o sper­are che se ne vadano il pri­ma pos­si­bile per­ché al 31 agos­to han­no rot­to le scat­ole. Allo stes­so modo dob­bi­amo trasfor­mare la neces­sità che abbi­amo quest’anno di allun­gare la sta­gione il più pos­si­bile in un’opportunità per met­tere final­mente in atto la tan­to sper­a­ta “desta­gion­al­iz­zazione” di cui si par­la da anni ma che oltre a qualche tito­lo sul gior­nale non si è prati­ca­mente mai vista.

Ma per fare ciò ci vuole unità da parte di tut­ti i cit­ta­di­ni e dei sogget­ti politi­ci ed eco­nomi­ci dell’Isola d’Elba e, per­ché no, un coin­vol­gi­men­to mag­giore delle tante eccel­len­ze pro­fes­sion­ali che abbi­amo la for­tu­na di avere sul ter­ri­to­rio e che potreb­bero rap­p­re­sentare un otti­mo ser­ba­toio di idee e di pro­poste per attuare delle politiche di rin­no­va­men­to nec­es­sarie in un mon­do dove ciò che oggi è nuo­vo domani non lo può essere più.

“ L’o­ra più buia è quel­la che pre­cede il sorg­ere del sole.” Paulo Coel­ho

PS. E mi auguro viva­mente che a chi oggi lamen­ta il fat­to di non pot­er lavo­rare tra poche set­ti­mane non ven­ga in mente di trattare i tur­isti da appes­ta­ti o pos­si­bili untori..

Raf­faele Cor­bel­li
Res­i­dence La Val­dana

Un commento

  1. Cladio pittaluga

    Io pro­pri­etario sec­on­da casa a rio da 60 anni, ok quan­to illus­tra­to, ma dico una cavola­ta se non sarebbe oppor­tuno sen­tire chi viene in vacan­za all Elba e che anche se può urtare alcu­ni res­i­den­ti sen­za buon sen­so, Chi viene in vacan­za por­ta un dis­cre­to benessere per tut­ti quel­li che vivono di tur­is­mo, quin­di sen­ti­amo i foresti, per­ché ven­ite ? Siete sod­dis­fat­ti ? O non vedete L ora di vendere e scap­pare? Beh cre­do che un incon­tro pos­sa fare bene a tut­ti! Ciao pit­ta

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