E’ iniziato in questi giorni un interessante quanto complesso dibattito sulla prossima stagione turistica e sulle modalità di fruizione della nostra isola.
Visit Elba, attraverso un confronto favorito dalla GAT, ha proposto le anticipazioni del progetto #Elbasicura.
Un elenco di idee, generiche e non sempre del tutto condivisibili, frutto di un tavolo di lavoro tra operatori e istituzioni, ancora in evoluzione. Nulla di più concreto o illuminante, a essere sinceri, di quello che ogni singolo operatore aveva già immaginato per la propria attività.
Nella serata di sabato, al TG1, il Sindaco Papi di Porto Azzurro ed il presidente degli albergatori De Ferrari hanno raccontato un loro personale e articolato approccio all’estate, presentandolo come “Modello Elba”, destando, di fatto, molte preoccupazioni tra potenziali fruitori e imprese del territorio elbano per una visione che prevede un accesso estremamente limitato alla nostra isola.
Nulla di più dannoso, in momento così delicato, è questo movimento in ordine sparso, senza un pensiero collettivo, valido e condiviso.
Invitiamo quindi i Sindaci, le categorie e i Sindacati ad assumere subito un’iniziativa forte a sostegno della proposta di riapertura di bar, ristoranti, centri estetici e parrucchieri il prossimo lunedì 18 maggio e tutto il settore legato al turismo il primo giugno.
In questa ottica, chiediamo inoltre che entro la prossima settimana si possano avere dal Governo e dalla Regione protocolli per la sicurezza semplici, non interpretabili e modulabili sulla singola azienda. In modo che non venga scaricato sul singolo imprenditore, già in difficoltà, questo onere.
Di seguito, ancora, alcune nostre proposte per un dibattito che riteniamo ancora aperto:
— i traghetti dovranno quasi sicuramente avere una portata ridotta ma la soluzione della permanenza in auto durante il tragitto non è percorribile in quanto non è permesso sostare all’interno del garage durante la traversata;
— bene i soggiorni con partenze/arrivo non strettamente legati al sabato anche se questo, da qualche anno a questa parte, è un elemento già largamente acquisito e praticato;
— non è pensabile un ampliamento delle concessioni sulle spiagge per non sottrarre ulteriore spazio alle spiagge libere. I concessionari però si troveranno a gestire uno spazio che avrà un valore ridotto: è il caso di valutare una temporanea riduzione del canone. Ci sembra inoltre sconsiderato che l’Ente pubblico fornisca gratuitamente postazioni con ombrelloni e lettini su spiaggia libera: significherebbe dare lo stesso servizio gratuitamente, una sorta di concorrenza sbilanciata contro il privato, ancor più se tali postazioni dovessero essere fornite gratuitamente dagli operatori stessi. si potrebbe invece pensare ad un accordo con i concessionari che permettesse loro di prestare il servizio supplementare di noleggio delle attrezzature in spiaggia libera (con un accurato controllo contro eventuali abusi) garantendo anche qui i servizi prestati nella concessione. Per la gestione delle spiagge libere la regione dovrà fare inoltre regole certe e uniformi per tutta la Toscana;
— è apparsa la notizia di “prenotazioni senza versamento di caparra fino a 15 giorni prima del soggiorno”. Se così fosse, chiunque potrebbe fermare infiniti posti letto per ritirarsi sotto data. Altra cosa, più fattibile, sarebbe una politica di annullamento “senza penali” fino a 15/20/30 giorni prima del soggiorno, che permettesse magari di trasformare la caparra non utilizzata in un buono spendibile in futuro sul territorio. L’operatore non si troverebbe costretto ad aggravare la contingente crisi di liquidità senza che il cliente ne abbia alcun danno;
— ci pare cosa interessante facilitare il distanziamento in hotel con misure quali la possibilità di cena in camera o in terrazza. Si potrebbe pensare, dove possibile, ad accordi tra i concessionari e ristoratori etc.. per consumare anche in spiaggia i pasti sotto l’ombrellone, con speciali menù compatibili con tale modalità di consumo in modo da destinare bar e ristoranti sulle spiagge solo a chi non ha già la prenotazione di ombrellone/sdraio;
— la “spesa in spiaggia” non ci pare un’idea percorribile ma le strutture residenziali possono creare accordi con la grande distribuzione per incrementare la spesa a domicilio;
— i sentieri sono una grande risorsa per l’Isola d’Elba. Se non trattati sempre con fare demagogico. Per poterne però godere è indispensabile una loro pulizia straordinaria, cogliendo l’occasione per migliorarne la possibilità di fruizione, creando lungo i percorsi aree di sosta adeguate e servizi/intrattenimenti collegati, come avviene già da molti anni in altre Regioni d’Italia;
— le nuove normative sul distanziamento sociale porteranno inevitabilmente ad una riduzione della capacità ricettiva di bar e ristoranti. Si può valutare, dove questo non comporti una riduzione sensibile della fruibilità di spazi pubblici, l’ampliamento o la concessione temporanea di suolo pubblico, per lo svolgimento in sicurezza del servizio, limitando così la perdita di capienza. Dove ciò non fosse possibile si valuti la possibilità di riduzioni e/o annullamenti dei canoni per il 2020;
— si pensi alla possibilità di convenzioni con gli istituti di credito locali per la concessione di prestiti con un tetto che può essere di 10.000/15.000 Euro a tasso zero per le imprese operanti sul territorio elbano;
— è oltremodo necessario adeguare le modalità di fruizione dei beni culturali predisponendo da subito le misure per il distanziamento e creando le condizioni, magari attraverso una rivisitazione totale anche dei siti web, per la prenotazione, l’acquisto ed il pagamento online delle visite;
— non sarà possibile, per ovvi motivi di tempo e spazio, pensare a controlli serrati e test sul porto di Piombino per chi verrà all’Isola d’Elba. Potrebbe però valutarsi l’idea, da sottoporre con urgenza a Regione e Governo, che chiunque decida di spostarsi all’Elba per vacanza, debba recarsi presso un istituto convenzionato per effettuare il test sierologico, al massimo sette giorni prima della partenza.
Potrebbe essere utile anche fornire una certificazione (tipo “bollino no Covid”), a garanzia dei fruitori, agli esercenti che aderissero ad un progetto che preveda il controllo periodico con test dei lavoratori al pubblico.
Come già detto queste scelte potranno avere un valore solo se acquisite e condivise da tutto il Sistema Elba che, almeno per questa straordinaria situazione, dovrebbe parlare una sola lingua.
Condizione necessaria per affrontare questa sfida sarà predisporre, a supporto di tutte le iniziative, una seria campagna di marketing e promozione del territorio di alto livello, tramite i canali televisivi nazionali, la rete, i circuiti agenziali, e la collaborazione di tutti.
Per una volta cerchiamo di mettere da parte inutili protagonismi e sterili polemiche, provando a dare risposte serie e concrete senza ulteriori esitazioni.