L’ amico Valter Giuliani di Elbataste ci regala un video che ci racconta di un’ azienda agricola che da quasi cento anni produce ottimo vino alle porte di Porto Azzurro, noi dell’ Edicola Elbana Show proviamo a raccontarvi la loro storia.
L’Azienda Agricola Sapereta è una presenza costante nel Comune di Porto Azzurro dal 1927, attualmente è portata avanti da Italo Sapere, agronomo, che l’ha presa in mano negli anni ’80 dopo la morte del padre Teolo Ario (da qui vengono le iniziali TA aggiunte al cognome Sapere).
“Mi è parso normale continuare quello che avevano cominciato il nonno e il babbo — dice Italo — e il vedere finito un prodotto che nasce da un grappolo d’uva, poterlo realizzare nell’arco di un anno o due, vedere in bottiglia un tuo prodotto fatto con le tue mani, mi è sembrato il massimo.”
Le prime tracce della famiglia Sapere nella nostra isola si trovano nel cosiddetto Registro delle Anime, tenuto dalla Parrocchia di Capoliveri.
Nell’anno 1694 Agostino Sapere, agricoltore, originario da Salerno, sbarcò con la famiglia all’isola; tutti i discendenti sono stati agricoltori, con l’eccezione del marinaio Lorenzo Sapere (1728) marinaio.
Il nonno degli attuali proprietari, Italo Sapere, figlio di contadini e minatori, anch’egli contadino e minatore, nel 1927 si mise in proprio, acquistando il primo nucleo dell’attuale azienda e costruendo la prima cantina di famiglia.
Il figlio Teolo Ario incrementò ed ampliò la produzione iniziata dal padre, indirizzando fino al 1980 l’Azienda alla valorizzazione dei vini dell’Elba e dell’Aleatico in particolare.
Italo ha dato nuova linfa all’azienda di famiglia impiantando nuovi vigneti usando esclusivamente gemme di piante madri coltivate in azienda, per conservare intatto il patrimonio viticolo locale.
Le cose sono cambiate nel corso degli anni ’90, quando la frequenza dei primi corsi da sommelier e l’incontro con enologi esperti hanno reso evidente che quel modo di produrre vino non riusciva a valorizzare le caratteristiche dei vitigni autoctoni ed era necessario anche piantare dei “vitigni migliorativi”, primo fra tutti lo chardonnay, che dessero delle note profumate al Procanico per produrre dei vini più adatti al gusto contemporaneo.
Nel 2000 avvengono l’incontro con l’enologo Attilio Pagli e l’inizio della collaborazione con Leonardo Conti, che portano ad un cambiamento delle modalità di vinificazione: mentre fino ad allora i vari vitigni venivano vendemmiati separatamente ma vinificati tutti insieme e si perdevano le caratteristiche di ognuno, adesso vengono vinificati separatamente e assemblati successivamente.
Le conseguenze di questo cambiamento sono state la rivoluzione nell’organizzazione della cantina e un maggior successo nella produzione di vini, sempre più apprezzati e venduti.
Negli anni si sono aggiunti alle canoniche attività vinicole anche un agriturismo, un ristorante e un punto vendita in cantina.
Oltre al vino l’azienda produce un ottimo olio extravergine d’oliva, dall’orto frutta e verdura biologiche prevalentemente per uso del ristorante.
“L’Agriturismo è partito dal 1976, quando non era ancora del tutto regolamentato dalla legge e non si chiamava ancora così; all’inizio gli appartamenti non erano numerati, bensì identificati con il nome delle famiglie.”
Questo è un settore dell’attività a cui Italo Sapere tiene particolarmente: “Fare dell’ agriturismo all’isola d’Elba significa trascorrere un periodo di vacanze in una azienda agricola, vivendo in campagna a contatto con la natura e con la popolazione contadina, depositaria di un patrimonio di tradizioni che si perde nella notte dei tempi ed è affascinante per chiunque voglia conoscerlo.
Una vacanza in campagna offre una qualità e una quantità di servizi, che la ricettività tradizionale non può dare. La “concorrenza” al settore alberghiero non può essere fatta sulle tariffe, ma sulla diversificazione dei servizi che un’azienda agricola offre
. Rispetto ad altre forme di turismo, che in qualche modo implicano una trasformazione dell’ambiente naturale e sociale e cioè una destinazione a scopi diversi da quelli connessi alla conservazione dei valori che lo caratterizzano, gli agriturismi sono una forma di azione possibile oggi contro il degrado dell’ambiente, la decadenza delle comunità locali, la perdita delle loro tradizioni.
L’ospitalità rurale non richiede modifiche all’assetto dell’ambiente e nemmeno alla destinazione d’uso, anzi contribuisce a conservarli, perché integrando il reddito agrario, spesso insufficiente, rende possibile la permanenza dell’agricoltore in campagna.
Il rapporto che lega gli uomini tra loro e con la natura nel mondo rurale non deve essere un contatto fugace ed effimero, ma un processo conoscitivo approfondito, tanto più importante perché consente la partecipazione ad esperienze di vita proprie dell’uomo fin dai tempi remoti, non scritte nei libri, ma tramandate per pratica di generazione…la cultura contadina, di cui si parla oggi con accenti di nostalgia perché sta scomparendo, è una forma di civiltà che stupisce il profano quando si appresta a conoscerla, perché gli rivela valori e realtà di cui il mondo tecnologico ha perduto la nozione. L’agriturismo è perciò una operazione culturale non formale o teorica, ma effettiva e producente.”
L’Azienda da sempre sostiene tecniche produttive a basso impatto ambientale, partendo dal prendere atto che il paesaggio nel quale si trova ad operare è il primo strumento di lavoro e in quanto tale va protetto, valorizzato e garantito.
Oltre ai vini, la Sapereta dispone di un orto, i cui prodotti appena raccolti sono a disposizione degli ospiti dell’agriturismo. Si può fare la spesa acquistando direttamente i prodotti agricoli di produzione aziendale e/o di aziende agricole locali, che condividono con l’azienda la medesima attenzione alla qualità e alla riscoperta di sapori diversi da quelli offerti dalla grande distribuzione.
Non manca, all’interno della cantina di produzione dei vini, un vero e proprio museo — visitabile gratuitamente — dotato di ben 400 reperti, comprendente attrezzi agricoli (soprattutto per la viticoltura e la produzione del vino) e strumenti legati ai lavori artigianali tradizionali (fabbro, falegname, calzolaio). “Il museo inizialmente era composto da oggetti e attrezzi di lavoro appartenenti alla famiglia Sapere, in seguito vari amici e conoscenti hanno fornito una parte di quello che attualmente è esposto.”
Dal 2003 la raccolta è compresa nel Censimento delle Collezioni Scientifiche in Toscana. L’azienda Sapereta organizza degustazioni di vini per piccoli gruppi, offrendo cosi l’opportunità di conoscere meglio i suoi prodotti legati alla storia e al territorio.
Questo video fa parte delle iniziative e dei progetti realizzati da Elbataste dal 2014 a oggi.
Testo: Stefano Della Monica
Video: Per Elbataste Alessandro Beneforti
Grazie a Valter Giuliani per la preziosa collaborazione
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