Molti turisti credono erroneamente che il lavoratore stagionale sia fortunato.
Lavorare solo quattro/sei mesi e campare di rendita tutto l’anno.
Ma la realtà è diversa, fare il lavoratore stagionale nelle piccole isole non è una scelta ma spesso l’unica opportunità.
Il lavoratore stagionale non ha il diritto di ammalarsi perché compromette la sua assunzione per la stagione e per gli anni successivi. Non avrà una pensione adeguata perché a fine carriera avrà la metà dei contributi versati.
Durante la stagione lavora sempre in affanno senza mai fermarsi, nel clou del lavoro non ci sono pause.
Spesso in Italia si parla del disagio del lavoro precario, della necessità di stabilizzazioni, perché il precariato non consente una programmazione di vita, tipo l’accesso al credito per l’acquisto di una casa o altro.
Il lavoro stagionale è la forma di precariato per eccellenza, non hai la sicurezza di avere un contratto per l’anno successivo, dipende dalla stabilità economica finanziaria degli imprenditori etc.
Per ogni imprenditore che rinuncia a fare impresa di saranno a cascata stagionali disoccupati.
Anche le condizioni delle imprese medio piccole non sono delle più floride e afflitte dalle stesse problematiche.
Sono solitamente a conduzione familiare.
Persone che lavorano anche 10/12 ore al giorno con ritmi incessanti e logoranti.
Pagati tutti gli oneri di impresa , gli resta quanto basta per il loro sostentamento durante l’anno.
Vero è, che lavorano solo la metà di un anno, ma sono equiparabili ad un part time verticale perché tutte le ore fatte durante la stagione equivalgono alle ore che un normale lavoratore fa in un anno.
Trovo vergognose certe lettere di alcuni turisti che sono state pubblicate accusando la gente che lavora di voler guadagnare a loro discapito per fare i nullafacenti durante l’inverno.
Mi stupisce colui che pubblica certe lettere che pur essendo a conoscenza delle condizioni di lavoro dei suoi concittadini non ritiene doveroso spendere due parole per fare emergere la realtà dei fatti.
Quando arrivano certe lettere che rasentano la diffamazione di un’intera categoria di lavoratori andrebbero valutate attentamente prima di pubblicarle.
Quest’anno in special modo considerato la critica situazione dove si prevede una riapertura ridotta, una ricettività turistica ridotta , ci sarà lavoro per tutti?
Dott.ssa Roberta Madioni